N. 18 - Novembre 2006
NON CI
CAPISCONO, NON CI SIAMO MAI CAPITI
L’ultima
Zarina (e lo Zar), negli occhi dei figli e
del popolo (che figlio, forse, non fu)
di
Alessia Ghisi Migliari
GRANDUCHESSA OLGA
(1895-1918)
Maman è sempre
molto in pena.
Certe volte mi chiedo
come sia possibile criticare una donna di tale
dolcezza e rettitudine.
In queste giornate
tristi, passa ore accanto al letto di Alessio.Questa
ultima emorraggia sta sfibrando la nostra cara anima,
e vederlo soffrire così è indescrivibile.
E anche dover nascondere
questi sentimenti non è semplice.
Papà è con lei e
sarebbero persi, l’uno senza l’altra.
Eppure so che non sono
sempre stati così...che c’è stata un’epoca tranquilla,
e io pure me la ricordo, quando ero piccina.
Nonna Minnie non la
voleva come nuora, maman.
E’ volitiva, nonna
Minnie. Ed è stata una Zarina amata...è diversa da
mamma, ma questo non vuole dire che nostra madre non
sia meravigliosa. E anche papà, che viene chiamato
Nicky, affettuosamente. La gente non amava più gli Zar
come un tempo, come quando il bisononno Alessandro II
ha reso i servi della gleba dei contadini liberi. Di
cosa si lamentano? Non li abbiamo protetti noi, come
famiglia reale?
Ci hanno tolto tutto ciò
che veniva da Dio, ma non la fede e il senso dello
stare assieme.
E’ stata così bella, la
nostra vita, fino a poco tempo fa!
Certo, spesso mamma
aveva dei mancamenti, dei periodi in cui non riusciva
a fare nulla, e in cui la preoccupazione per Alessio
sfibrava lei e il babbo. Ma i nostri luoghi, la
bellezza dei nostri luoghi, i nostri anni protetti...adesso
stiamo conoscendo un mondo che non sapevamo esistese.
Fatto di vessazioni e ingratitudine. Questo sono i
russi : ingrati, verso lo Zar e verso la Zarina.
E non capisco perchè non
possiamo andarcene, da qui. Perchè non possiamo andare
in un altro Paese? Possibile che nessuno ci voglia?
Siamo imbarazzanti da
ospitare?
Mi è oscuro tutto ciò.
I nostri carcerieri ci
insultano, deridono, minacciano.
Leggiamo, trascorriamo
serate tranquille, mamam scrive sul suo diario,
ma l’estate del 1918 va avanti senza notizie, e mi
chiedo cosa ci regalerà.
Non dobbiamo avere
paura...non ci hanno divisi, almeno.
XENIA LA CONTADINA
Mamma mi dice che sono nata lo stesso giorno della
granduchessa Olga, la prima figlia dello Zar. Una
volta, era un onore. Una volta.
Poi
a me mi sembrava che le cose cambiavano.
La
nostra vita è sempre stata dura, non sappiamo leggere
o scrivere, ma sappiamo che siamo poveri e affamati, e
a noi non ci pensa nessuno.
Papà
mi dice che una volta lo Zar e la Zarina erano i
protettori della Russia.
E
che erano sacri.
Ma
che ormai non è più così, che a noi non ci resta che
contare sulle nostre forze.
I
miei c’erano, coi miei fratelli piccoli, quando c’è
stata l’incoronazione di Nicola II. La Zarina era
bellissima, un angelo, mi hanno detto.
Ma
poi hanno ceduto i paletti, e la folla s’è ammazzata,
schiacciata...tanta gente morta senza gambe o braccia,
sommersa dagli altri. I miei no, sono tornati, anche
se zoppi e stanchi. Io ero troppo piccola, ed ero
rimasta nella piccola capanna che dividiamo con la zia
e con altri disperati come noi.
So
che lo Zar ha continuato a fare quel che doveva, quel
giorno. Non ha mostrato neanche il dispiacere, per
quei povereracci. Doveva fare le sue feste, e non ha
rimandato nulla.
Io
ho i piedi piagati a furia di lavorare. Ma mica te lo
puoi permettere, un medico. Hanno fatto infezione, ma
vado comunque nei campi.
I
più piccoli piangono per lo stomaco vuoto e i vermi. E
usano le loro mani per aiutarci come possono. Mamma è
morta di stenti, qualche settimana fa. Sono rimasta
io, di femmina grande. Tocca a me aiutarci a tirare
avanti. Siamo solo animali, mentre quella gente sta in
palazzi lussuosi e non gli interessa, di quelli come
noi.
GRANDUCHESSA TATIANA
(1897-1918)
Mi è sempre piaciuto
osservare la mia bellezza. I miei abiti bianchi, il
giardino di Carskoe Selo, dove abbiamo vissuto tanti
attimi sereni, anche quando non potevamo lasciare
quelle stanze, imprigionati.
Ormai tutto si è
concluso.
Qui a Ekaterinburg siamo
scomodi, non abbiamo nulla, è difficile curare
Alessio.
Passiamo le giornate con
rassegnazione, tranquilli, in questa casa piccola e
sconociuta, coi soldati che ci controllano e ci
umiliano, trattandoci male, deridendoci, derubandoci.
Ma perchè?, io non capisco nulla di ciò che accade.
Maman ci ha sempre voluto sollevare dai problemi,
ma ora ogni cosa mi è ignota. Leggo tutto ciò che
posso,ma non so nulla del perchè babbo sia stato
costretto ad abdicare, nel marzo del 1917. Non è stata
colpa loro se nel 1914 c’è stata la guerra...l’ha
dichiarata laa Germania, ma anche se mamma è tedesca
s’è schierata con la Russia, la sua patria. Ed era una
bravissima infermiera, ha studiato tanto! Per lei è
importante fare del bene. Quando si era sposata da
poco, voleva insegnare alle donne povere a cucire, per
avere un mestiere. Tutti l’hanno considerata un’illusa
perchè non ha funzionato, ma questo mostra che è
buona, tanto buona...e si vede dalla dignità con cui
accetta tutto questo, malgrado i idolori e il
sacrificio. Ci hanno rinchiusi qui in attesa di non so
cosa. Ci libereranno, gli aristocratici...so che andrà
bene. Ma abbiamo sempre paura.
E mi sorprende, maman.
L’ho vista tante volte così fragile, vinta, e poi
trova forze enormi, che le si leggono negli occhi di
donna anziana...cioè, mamma non è anziana, è nata nel
1872, ben quattro anni dopo nostro padre, ma tutta la
fatica di vivere la fa apparire più vecchia. Anche
papà, che non è mai stato nè alto nè massiccio, pare
ancora più piccolo, nel turbinio degli eventi.
La febbre di Baby,
come chiamiamo nostro fratello, è scesa, e stasera
abbiamo ascoltato le letture Sacre, che tanto ci
rincuorano.
Mi sento più afflitta di
quando in ospedale aiutavamo mamma con tutti quei
feriti gravi che venivano dal fronte...una volta mai
sarebbe accaduta una cosa del genere.
Mai.
BORIS L’AVVOCATO
Sono
sempre stato un intellettuale del popolo, perchè dal
popolo provengo.
La
mia famiglia si è però arricchita, e allora ho avuto
l’occasione di studiare.
Sento che è per questo, che devo aiutare i poveri
russi a comprendere quanto sta accadendo.
Non
è più possibile andare avanti in questa situazione.
Vedo la morte e la povertà, l’antichità del potere
dello Zar che è ormai tirannide, tirannide che non
deve sussistere, nel XX secolo.
Abbiamo dignità, ed è nostro diritto averla.
Nicola II non ha carattere, è senza spina dorsale,
senza forza.
Non
ha l’istinto repressivo del suo genitore, ma neanche
lo spirito per comprenderci e guidarci, ecco perchè è
finito in catene.
Ho
visto le 1400 vittime della sua incoronazione e penso
siano state un preannuncio di quanto è poi avvenuto.
L’inizio, non è stato senza risultati positivi, sotto
Nicola, ma dopo la sconfitta della guerra col
Giappone, abbiamo deciso di portare avanti i nostri
interessi calpestati.
C’ero anche durante la domenica di sangue, il
22 gennaio del 1905.
Eravamo lì per protestare, a Pietrogrado. Eravamo per
lo più contadini e impiegati...Volevamo arrivare al
Palazzo d’Inverno per chiedere riforme, ma lui c’ha
fatto attaccare, senza pietà. Cento e pià morti, dieci
volte tanto i feriti.
Sarebbe questo, il padre del popolo? Perchè il
significato di zar è proprio “padre del popolo”.
Da
qui le rivolte si sono moltiplicate, e uno sciopero
generale di dieci giorni ha obbligato Nicola a darci
aria, a fondare la Duma, un parlamento eletto a
suffragio universale...nel 1906 si viene quasi ad
avere una monarchia costituzionale, con La legge
fondamentale dello Stato. Avevamo un primo
ministro!, ma lo Zar non voleva che si contestasse il
suo pensiero. E il diritto al voto fu lasciato solo ai
ricchi.
La
Duma era un manichino...ce ne furono quattro, e poi fu
la rivoluzione.
Dicono che lo Zar fosse sensibile e buono.
Di
certo, non aveva le qualità di un imperatore.
GRANDUCHESSA MARIA
(1899-1918)
Da bambina, mamma veniva
chiamata Alicky.
Era già molto bella e
dolce, e nessuno si sarebbe atteso che la figlia del
granduca d’Assia sarebbe andata così lontano...Zarina!
Ma lei è sempre stata
molto testarda, sotto l’apparenza tenera.
Quando ha incontrato il
suo futuro marito, se n’è innamorata subito. E per lui
ha atteso, anni, rifiutando pretendenti e opportunità.
Sua nonna, la regina Vittoria d’Inghilterra, temeva
che proprio la sua nipote più bella restasse senza
nozze.
Perchè è vero : quando
non aveva ancora tutte queste preoccupazioni, maman
era una fanciulla magnifica, con occhi grigi
malinconici, e un profilo delicatissimo. La sua figura
è sempre stata quella di un’imperatrice, anche se pare
altezzosa e distante. Lei è solo riservata e timida. E
anche spaventata. I miei genitori avrebbero preferito
non avere questo compito oneroso...una vita più
tranquilla sarebbe stata nella loro indole. Sono tanto
onesti e tanto stanchi!
La gente non capisce,
questo.
Non lo capisce
proprio...
Inoltre, senza lo
starec Rasputin, senza medici, il nostro Baby
rischia molto.
Qui c’è umido e spesso è
buio.
Maman teme sempre
che a noi figlie, che siamo giovani e graziose, i
soldati dicano o facciano cose orribili.
Alcuni sono gentili, ma
per lo più ci trattano in malo modo, senza pietà.
Uno, l’altro giorno, mi
ha raccontato i fatti sanguinosi di quando hanno
incoronato i miei genitori, mi han detto che durante i
festeggiamenti popolari sono morte parecchie persone,
visto che le barricate non hanno retto...era il 1896,
ma io che posso saperne?
Sono sempre stati tutti
ostili, alla nostra famiglia.
Eppure noi, anche se siamo state quattro femmine,
siamo state amatissime. Papà non si è mai disperato,
quando vedeva che non c’era ancora l’erede.
Egli voleva solo essere
il capofamiglia come tanti altri. Si divertiva a
coltivare l’orto, a portarci in giro, a passeggiare...non
ha mai voluto il potere. Mi ha confidato persino di
aver provato un terrore enorme, quando è divenuto Zar.
Non era un ruolo per lui, sostiene. Era sperduto, e ha
retto solo per la presenza della sua Alix, come chiama
la moglie adorata.
E’ vero che magari non
hanno ascoltato altri che se stessi e qualche
consigliere non molto onesto....forse sarebbero dovuti
essere più...più disposti ad ascolatare il popolo...ma
non deve essere un mestiere facile, il loro.
Non so...io non so più
che sarà di noi.
Forse i nostri genitori
non sono stati in grado di capire questa epoca...può
essere?
Ma noi vogliamo solo
essere lasciati quieti...che ci faranno?
DMITRIJ L’IMPIEGATO
E’
mio dovere permettere ai miei compagni, alla mia
famiglia, un domani migliore.
Ma
qui si affoga nella disperazione, non abbiamo niente.
Mentre lo Zar sta barricato nel suo mondo d’oro, noi
crepiamo. La cagna tedesca comanda, e ci
detesta.
Speravamo tanto, che fosse l’inizio di una nuova era!
C’ha messo dieci anni per darci un erede, e nulla più
ha fatto se non ostacolarci.
Finchè come primo ministro ci fu Stolipyn, qualche
piccolo passo avanti c’è stato. Ma l’hanno ucciso nel
1911. Alla fine, nel 1917, all’ennesima sommossa
popolare, anche la polizia si è schierata con noi.
E
neanche lì lo Zar ha veduto la propria condotta
incapace. Abdicò, ma con la Rivoluzione
d’ottobre e Lenin, nemmeno più Carskoe Selo fu
posto sicuro per la famiglia dello Zar. Finirono prima
in Siberia, e poi sugli Urali.
Perchè non si sono voluti adeguare al tempo che
cambia?
Perchè non ci hanno condotto per mano?, con
compassione?
Nemmeno hanno mai provato a capire le nostre
necessità...la Zarina ha fatto benificenza per
salvarsi la faccia, ma alla fine è solo una straniera.
Ci han tolto la schiavitù nemmeno molto tempo fa, e c’han
lasciato senza una guida.
Io
non li detestavo...i miei avi hanno sempre rispettato
lo Zar...ma è solo un tiranno. Probabilmente lo sono
anche questi, che ci riempiono di parole pure loro.
Ma almeno promettono di darci la forza, la speranza.
Ce
le faremo bastare.
GRANDUCHESSA
ANASTASIA (1901-1918)
Io li sentivo sussurrare
i domestici...alcuni dicevano che la colpa era tutta
di mamma, del suo modo di fare. Che era presuntuosa e
cattiva. E’ vero che con loro certe volte si
innervosiva, ma era per tutti i pensieri che aveva.
Lei soffre di una brutta sciatica, la testa spesso le
duole, il cuore è debole. Eppure doveva stare su, per
i suoi impegni e per nostro fratello. Povero Baby!
Una volta cresciute, io
e le mie sorelle la aiutavamo, ogni tanto, nei compiti
di rappresentanza.
Anche se lei confidava e
confida soprattutto nel babbo, che è un angelo di
gentilezza.
Maman lo
criticava amorevolmente, spesso : si prendono gioco di
te,non ti fai rispettare. Devi essere più duro, gli
diceva.
Ma non è nella sua
natura, e poi lui era convinto che il suo potere fosse
intoccabile : era lo Zar, e solo Dio lo può togliere
dal suo trono. La Russia è sua figlia e la ama, ma non
deve essere facile.
A quanto sembra, c’è
molta confusione nel Paese. E non ci conoscono
abbastanza per sapere che noi vogliamo solo il loro
bene, anche se ci hanno chiuso qui.
Abbiamo anche fatto le
crocerossine, e per quanto debole, maman non si
è fatta scrupolo di curare i feriti più gravi
amorevolmente e senza sosta.
Le scene tragiche o
disgustose non l’hanno fermata, lei ha questa
vocazione ad assistere, è quasi attratta dal dolore.
Solo che ogni tanto non
resisteva più.
Nel silenzio di questa
notte non riesco a prendere sonno.
Nessuno è venuto a
salvarci, in questa casa nel nulla.
Sento strani movimenti...oddio,
sono così giovane!, tutti lo siamo!, e chissà quando
ci libereranno!
E’ proprio vero quello
che sussurrano le mie sorelle : i russi sono ingrati...e
noi qui, deboli e affamati, ridotti nello sgomento e
senza via d’uscita.
Siamo, a quanto pare,
gli unici colpevoli di reati orribili.
Vorrei che me li
spiegassero.
Mi mancano tanto le sale
del nostro palazzo, nonna Minnie, zio Michele.
Mi manca tutto.
E non sarà mai più come
una volta.
ELISAVETA LA SARTA
Il
mio fidanzato fa parte dei soldati che hanno in
custodia la famiglia dello Zar. Mi dice cose buone su
di loro, e a me spiace per quelle persone.
Ma è
pietà per il fatto che non sono riuscite nel loro
compito, non altro.
Mio
marito è morto in guerra, il mio bimbo di gelo.
C’hanno mandato ad ammazzare, l’esercito russo è stato
un mattatoio.
Soffrono? E noi che abbiamo fatto per anni? Le mie
dita sono ormai deformi, presto non potrò più
lavorare. Loro erano ricchissimi, avevano tutto.
E
nessuno ora li vuole più, neanche il loro parente, il
re inglese.
Io
ho scoperto che lo Zarevic è gravemente malato.
Ma
il mio uomo mi ha detto che presto non avrà più
nulla...non voglio sapere che significhi. Voglio solo
sopravvivere.
E
non vedere la mia famiglia così disgraziata.
E’
molto?
ZAREVIC ALESSIO
(1904-1918)
Il dolore è lancinante.
Io sono lo Zarevic, ma questa emofilia mi strema.
Ormai non è più
importante che non si sappia, non è più importante
nulla. Ma chi conosce accusa mamma, perchè nella sua
famiglia che ci sono questiproblemi. Ho iniziato a
sanguinare dall’ombelico, poco dopo la mia nacita, nel
1904, ultimo e tanto atteso dopo quattro sorelle. Mi
chiamano Baby, affettuosamente, perchè tanto
cari sono i nostri genitori, che ci adorano e ci
proteggono. So che là fuori c’è un mondo che ci
detesta, e non capisco proprio il perchè.
Se vedessero quanto è
bello stare qui con loro, anche se siamo in un brutto
posto.
Mi spiace vederli così
in pena, per me. Non abbiamo le cure, se dovessi
sentirmi male ancora, come è stato spesso, fino
all’altro giorno, non sapremmo che fare.
Da quanto poi il nostro
caro amico martire, Rasputin, è stato ucciso, poco
prima dell’abidicazione di papà, la mia sorte è in
pericolo. So che maman è stata criticata sovente, per
la sua affezzione allo starec, il buono e
semplice padre Grigorij...in realtà, lo amavano tanto
proprio perchè bastava una sua parola, la sua
presenza, l’imposizione delle sua mani a darmi una
guarigione che i dotti mai mi hanno regalato. E si
dicevano brutte cose, di padre Rasputin...che vivesse
oscenamente, ma non so bene in che senso.
Ma mi faceva stare bene.
Adesso ci sono venuti a
prendere.
Mi appoggio alla spalla
di papà, con fiducia.
Stiamo scendendo giù, da basso, in cantina.
I soldati ci hanno detto
che ci devono fare una fotografia, o non ho capito
bene cosa, perchè mi hanno svegliato nel bel mezzo del
sonno e sono stanco...uno stupido ragazzino assonnato
che non riesce nemmeno a camminare!
Le mie sorelle mi sono
alle spalle, scorgo mamma, pensierosa, che mi osserva.
Lei non mi lascia mai...io
non so se sia stata un’imperatrice pessima, come
dicono. So solo che è stata una madre stupenda.
Qui da basso ci sono
solo due sedie...sì grazie, fatemi stare un pò comodo.
Speriamo di poter dormire presto.
Ma quanti soldati ci
sono qui?, quanti?
E cosa stanno dicendo?
Cosa?
A morte?
Chi?
No...è un errore...non
ha senso!
Ci stanno davanti...
Più niente.
Buio.
PETR IL SOLDATO
Non
so cosa dire.
Li
ho visti accasciarsi al suolo, sotto i colpi.
Li
ho sentiti agonizzare.
A me
quelle ragazze e quel bambino non avevano fatto
proprio nulla.
Ma devo stare col mio popolo, sempre, perchè lui non
mi abbandonerà.
La
mia vita è stata molto difficile.
Venendo qui a custodire lo Zar e la sua famiglia, li
ho conosciuti.
Mi sono parsi molto gentili e per bene...buoni,
pazienti. Gli hanno detto e fatto di tutto, ma io non
ci sono stato. Non li ho nemmeno difesi, è vero. Sono
stato al mio posto, tutto qui.
Non
mi sarei mai immaginato così, la Zarina. Pare vecchia,
ma è caritatevole.
E
quel ragazzino, quanto stava male!
Non
sarebbe comunque mai divenuto Zar.
Pensavo che lei fosse una strega, ma non è vero.
Eppure è innegabile l’esistenza che ci hanno lasciato
condurre, la resistenza che hanno fatto verso le
nostre richieste lecite e giuste.
Non
sono dei demoni, no.
Ma
non sono neanche i capi che doveva avere la Russia.
Sono
stati chiusi nei privilegi, forse nelle difficoltà.
Non
sono stati in grado di fronteggiare il loro destino.
Mi
spiace,mi spiace tanto, davvero.
Erano giovani e carine, le granduchesse, e scherzavano
con me.
Ma
poi pensi ai tuoi cari morti al fronte, morti di
stenti...non ne sapevano nulla, non avevano la testa,
per immaginarsele certe cose.
Li
ho detestati e provato simpatia, per loro.
Ormai è andata.
Speriamo che i posteri capiscano.
Adeso ho timore che nemmeno il nuovo Sistema funzioni,
ma almeno ci proviamo, senza più ostacoli.
Se
solo Nicola II non fosse stato così lontano, se solo
non avesse voltato la testa altrove!
Eravamo qui, a chiamarlo.
Era
il nostro padre.
E ci
ha cacciato via a calci, spaventato.
Cercavamo solo una via di uscita.
Perchè non c’hanno ascoltato?
Riferimenti
bibliografici:
Erickson
C., “La Zarina Alessandra. Il destino dell’ultima
imperatrice di Russia”, Oscar Mondadori Storia,
2005;
Bottazzi
M. (a cura di), “I diari dell’ultimo Zar”
Ferro M.,
“Nicola II : l’ultimo Zar”, Laterza 1990;
Grillardi
M., “Rasputin”, Rusconi 1979;
http://it.wikipedia.org/wiki/Alessandra_d’Assia
http://it.wikipedia.org/wiki/Nicola_II_di_Russia |