N. 24 - Maggio 2007
TEDDY BOY
La sfrontatezza degli anni '50
di
Luigi
Buonanno
Quello dei Teddy boy
furono tra i primi movimenti giovanili
caratterizzati dalla musica degni di nota nel
diciannovesimo secolo.
Il fenomeno si fece vivo
in Inghilterra nel dopoguerra, verso gli anni 50,
anche se la massima esplosione avvenne negli Usa.
Il loro nome deriva
dallo stile edwardiano inventato da alcuni sarti a dir
poco originali, da cui poi venne fuori il diminutivo
di Edward, Teddy.
Mantelle o giacche
scure, di solito rivestite di velluto e di scura
tonalità, jeans a tubo e capelli impomatati
all’indietro con un vistoso ciuffo che s’innalzava
sulla fronte.
Questo era lo stile di
migliaia di ragazzi che in Gran Bretagna incarnavano a
pieno lo spirito di ribellione che invadeva tutta
l’Europa e non solo, intorno al 1954.
Ispirati dal rock and
roll, capace di risuscitare gli animi di un popolo
dalla pignola educazione, i Teddy boy adottavano uno
stile di vita sfrontato, irriverente, frenetico e
spesso associati a piccoli delinquenti e teppisti che
spesso si trovavano alle prese con l’odiata polizia.
Di sicuro non avevano
tutti i torti, ma il loro stile e gli atti ribelli,
erano soprattutto un segnale, un modo per attirare
l’attenzione su persone che purtroppo mai hanno avuto
una certa considerazione.
Ragazzi poveri,
senz’arte e ne parte, costretti a qualsiasi cosa pur
di campare.
Con la consapevolezza di
dover rubare o di spaccarsi le ossa in qualche
fabbrica per vivere.
Soppiantati dalla
nobiltà e dai borghesi che da anni li ricacciavano nei
loro malandati ghetti, mai chiamati all’appello e mai
degni di una qualsiasi nota, se non per la cronaca.
Osservati con occhi
sdegnati, considerati bestie e senza la dignità del
rispetto.
Anche loro costretti, da
chi gli fa comodo, a rimanere nell’ignoranza e nel
lercio in cui sono nati.
Allo stesso tempo,
intimorendo coloro che vivono con la paura di vedere
la propria importanza materiale e la propria ricchezza
svanire.
Per un elevato benessere
che costringerebbe tutti a stare sullo stesso livello,
eliminando ogni tipo di discriminazione e di
“classifica” sociale.
Ovviamente anche loro
furono visti solo dal lato della moda, dell’evoluzione
dei tempi e anche loro passarono, soppiantati da altri
movimenti giovanili che seguirono, come i “mods”, i
“rockers” e gli “skinhead”, che traevano ispirazione
non solo dalla musica, ma anche dalla politica e dal
loro malessere nei confronti dalla massa che evitava
le “diversità” di ogni tipo. |