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N. 22 - Marzo 2007

SOCIALISTI  A  NAPOLI

La difficile rinascita del socialismo in una città devastata dalla guerra

di Antonio Pisanti

 

Ciro Raia ha già sperimentato l’efficacia del suo modo di raccontare la storia nel precedente libro su “Gaetano Arfé - Un socialista del mio Paese”. L’autore, attraverso la biografia dell’illustre storico e politico, lascia trasparire con le vicissitudini del socialismo italiano anche la più ampia vicenda politica nazionale, lungo un arco di tempo che va dalla nascita di Arfé, nella Somma Vesuviana degli anni ’20, ai nostri giorni.

 

In “Socialisti a Napoli - Il dopoguerra tra storia e memoria”, edito dalla Dante & Descartes, l’arco di tempo nel quale si svolgono gli avvenimenti raccontati da Raia è molto più breve, ma il metodo adottato  per presentarli  è lo stesso.

 

Gli eventi che costituiscono la storia del Partito socialista a Napoli nell’immediato dopoguerra sono fatti rivivere, anche in questo saggio, attraverso le accorate rievocazioni di quanti ne furono testimoni e che, dopo oltre mezzo secolo, hanno la possibilità di interpretarli con serenità e di valutare con equilibrio la rilevanza ed il significato che tali eventi rappresentano per il nostro tempo.

 

Il risultato è una narrazione agile che pone il lettore in contatto diretto con i personaggi incontrati da Raia, grazie anche al rapido tratteggio di ambienti nei quali egli ne ha raccolto i ricordi e le emozioni, non senza tralasciare qualche annotazione biografica iniziale.

 

Tra gli intervistati sono Pietro Lezzi, Sandro Petriccione, Antonio Caldoro, Gianni Ferrara, Francesco Guizzi, Peppino Avolio, Gilberto Antonio Marselli, Fausto Corace e molti altri che, indipendentemente dal ruolo ricoperto,  si distinsero meritoriamente per il loro impegno.

 

In “Socialisti a Napoli”, Raia fa ancora una volta sapiente  uso di note che, per ogni capitolo, citano le fonti documentali della sua ricerca, ma sono anche motivo di arricchimento e di approfondimento per la conoscenza di fatti e personaggi. In tal modo, mentre le interviste e il racconto restano essenziali, le annotazioni dell’autore e le sue postfazioni consentono di dilatare ampiamente scenario e contesti.

 

Lasciamo ai lettori il piacere di inoltrarsi nei particolari della narrazione, che risulta così essere una vera e propria miniera di testimonianze e di memorie ad ogni livello su un tormentato periodo della storia del socialismo a Napoli e della stessa città nel decennio 1943-1953, ma  vogliamo  anche rilevare alcuni punti fermi evidenziati nel saggio.

 

Il recupero delle motivazioni originarie dell’azione politica è una delle esigenze che affiorano costantemente laddove si sottolinea il fervore ideale che caratterizzava in quegli anni l’impegno dei politici socialisti, ricordandone lo spirito di abnegazione e di personale sacrificio in una difficile impresa, sostenuta senza finanziamenti e senza riconoscimenti o contropartite di alcun genere: un’impresa per la quale erano richieste chiarezza e lealtà e la stessa politica delle alleanze perseguìta per la crescita del consenso elettorale rischiava di essere censurata e tacciata di opportunismo dall’interno dei partiti.

 

Un altro aspetto evidenziato nella storia della rinascita socialista di quegli anni è quello della minorità organizzativa dei socialisti rispetto ai comunisti. Questi ultimi potevano infatti contare su strutture già collaudate nella lotta clandestina alla quale erano ricorsi nel periodo fascista e su una rete di relazioni e di sostegni utili a facilitarne il successo.

 

Il PCI poteva far fronte alle insidie delle dispersioni e del trasformismo anche grazie alla sua struttura monolitica, caratterizzata da un centralismo e da un dogmatismo tali da non consentire al suo interno articolazioni e differenziazioni.

 

Il ruolo svolto dagli uomini di cultura nell’ambito del dibattito che si sviluppò nella (e sulla) sinistra è illustrato nel ricordo dei fermenti che animarono la scena politica della città devastata dalla guerra, grazie ai circoli e alle istituzioni culturali che con le loro iniziative contribuirono notevolmente alla formazione di nuove generazioni e quindi all’opera di ricostruzione culturale e civile di Napoli e del Mezzogiorno.

 



 

 

 

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