N. 9 - Febbraio 2006
8 MINUTI PER DUE PAESI
Monaco, 1972
di Laura
Novak
E’ in questi giorni che
cresce l’attesa per un evento cinematografico. Il 27
di gennaio uscirà sugli schermi italiani il nuovo film
di Spielberg “Munich”. E non è esclusivamente per la
decisione della commissione selezionatrice dei Golden
Globe di escluderlo dalle vittorie appena celebrate,
ma è soprattutto per l’argomento trattato, che infuria
la polemica.
Perché il film era già
polemica prima di prendere forma sotto la forza
plasmatrice del famoso regista.
Era il 1972 e doveva
essere l’anno delle Olimpiadi per Monaco. Un riscatto
per la Germania e per il suo rinnovato spirito
sportivo post guerra e soprattutto post sfilate
naziste davanti ad Hitler in quelle Olimpiadi durante
il Reich viste riviste nei documenti su pellicola
dell’epoca.
E invece.
Iniziò tutto all’alba
del 5 settembre 1972 ad Olimpiadi già cominciate.
Quello che il mondo
ricorda fu un giorno di cronaca ininterrotta di
terrore e di sangue.
Alle 4:20 del mattino un
commando composto da 8 guerriglieri palestinesi,
appartenenti ad uno dei gruppi di azione armata per la
liberazione della Palestina più in vista in quel
periodo, “Settembre nero”, fece irruzione nella
palazzina del villaggio olimpico ospitante la squadra
olimpica israeliana.
Un’ora dopo alle loro
spalle avevano già due cadaveri: quello
dell’allenatore di lotta libera, Moshe Weinberg, e
quello del campione di sollevamento pesi, Jossef
Romano.
Passeranno svariate ore
in cui le trattative tra il governo di Bonn e i
sequestratori saranno lente e difficili. La richiesta
dei fedayn palestinesi era chiara: ordinava al governo
israeliano di Golda Meir il rilascio di un totale di
243 detenuti palestinesi in custodia preso le carceri
d’Israele, in cambio, ovviamente, l’incolumità dei 9
ostaggi innocenti.
E mentre il governo di
Bonn voleva in ogni modo trovare la via per il
rilascio degli ostaggi, Israele rispose con un secco
no ai ricatti terroristici.
Le Olimpiadi furono
momentaneamente sospese.
Dopo molte ore di
attesa, in cui, senza nessuna paura, i terroristi
continuarono ad uscire allo scoperto sulle terrazze
del piano della palazzina nelle loro mani, e le forze
armate stettero, in lontananza, a guardare senza
possibilità di intervenire per la paura di possibili
ripercussioni sugli ostaggi, iniziarono a scadere gli
ultimatum. A quel punto, i rapitori richiesero, entro
sera, un pullman,che li avrebbe dovuti condurre,
insieme ai rapiti, al più vicino aeroporto, dove, ad
attenderli, avrebbero dovuto esserci tre elicotteri
con il serbatoio pieno; destinazione Tunisia.
Il governo tedesco
accettò.
Iniziò il trasferimento,
ma all’arrivo in pista di atterraggio qualcosa cambiò.
All’improvviso le luci si spensero, e cominciò un
inferno lungo 8 minuti. Devono essere stati
tremendamente lunghi quegli 8 minuti. Le luci si
riaccesero appena il fuoco cessò di esplodere
nell’aria. La scoperta fu straziante. Sull’asfalto
della pista giacevano 16 cadaveri: un poliziotto, un
pilota, cinque dei nove attentatori e purtroppo tutti
e nove gli ostaggi. I tre attentatori mancanti
trovarono, nonostante l’arresto, avvenuto pochi giorni
dopo, la via della fuga durante un dirottamento aereo
il 29 ottobre successivo.
Il mondo intero era
sotto shock. Non solo perché la tragedia era stata
consumata in diretta attraverso la cronaca
giornalistica, ma anche perché il governo tedesco era
agl’occhi di tutti il responsabile morale di quello
che era avvenuto. Poteva essere evitato? Probabilmente
sì. In seguito alla strage molti errori decisionali
della Germania vennero alla luce, come, per esempio,
il fatto che nessuno dei fucili dei cecchini sul tetto
dell’aeroporto possedesse un mirino ad infrarossi per
poter mirare i terroristi nel buio della notte. E
allora perché spegnere le luci?
Già dalla giornata
successiva, le Olimpiadi ripresero il loro corso con
l’ormai celeberrimo “The Show Must Go On” pronunciata
dal presidente del CIO (Comitato Internazionale
Olimpico) dopo la messa celebrativa il 6 settembre.
E’ quello il momento in
cui l’opinione pubblica accese i riflettori sulla
situazione in Palestina e sul movimento responsabile
della strage: Settembre Nero.
Settembre Nero era
un’organizzazione clandestina di lotta armata
palestinese fondatasi nel 1970 quando l’esercito
giordano di re Hussein massacrò centinaia di profughi
palestinesi cacciati dalla Giordania.
Il suo obiettivo
iniziale, per il quale era nato, era proprio quello di
colpire esclusivamente gli obiettivi sensibili
giordani. Nel 1971 i suoi combattenti compirono la
loro prima azione sanguinaria uccidendo, in Egitto, il
primo ministro giordano, braccio destro del sovrano.
Più tardi gli orizzonti
di azioni si ampliarono velocemente. Il suo unico
obiettivo divenne quello di colpire a fondo tutti i
nemici dei palestinesi in tutto il mondo, non solo nel
Medio Oriente.
Prima della loro più
grande azione militare nelle Olimpiadi di Monaco,
avevano fatto già parlare di sé per due dirottamenti
di aerei e due attentati dinamitardi in Italia; uno
all’oleodotto di Trieste e uno su un aereo delle linee
aeree israeliane all’aeroporto di Fiumicino.
Ci sono ovviamente delle
questioni che non sono mai state risolte negli anni:
il governo di Arafat sapeva, ha finanziato durante gli
anni il gruppo terrorista?
Di certo si sa quello
che i responsabili, sopravvissuti all’agguato tedesco
del 1972, dichiarono in seguito. Abu Ayad e Abu Daud,
membri di Al Fatah, si dichiararono i cervelli
dell’operazione alle Olimpiadi nonché i fautori
materiali; azione studiata appositamente per essere
clamorosa e rappresentativa della situazione
palestinese. Dichiararono anche di come il partito di
Al Fatah e lo stesso Arafat sapessero e approvassero
la spedizione e di come, l’allora ministro di Arafat,
Abu Mazen, oggi perno fondamentale per la fragile pace
ottenuta in Medio Oriente, fosse in realtà uno dei
mandanti dell’operazione. Operazione che, sempre
secondo i suoi protagonisti, non era previsto finisse
nel sangue.
E’ chiaro, quindi, di
come sia il clima attuale in Israele, dovuto alla
precarietà della vita del leader Sharon, legata
esclusivamente al funzionamento di macchinari medici,
che l’atmosfera tesa della Palestina, prossima alle
urne in cui si deciderà la sorte del governo Abu Mazen
e di Al Fatah contro gli integralisti di Hamas,
possano creare aspettative, ma soprattutto polemiche,
intorno al film di Spielberg.
In realtà, nel film, non
vengono descritti i momenti del rapimento degli
ostaggi, che viene soltanto rivissuto attraverso
flashback in bianco e nero durante l’intera pellicola,
ma vengono raccontati i giorni successivi, quelli
dell’operazione soprannominata “Ira di Dio”. E’ nei
giorni immediatamente seguenti alla strage di Monaco
che il gruppo “Avner”, unità fondamentale nell’agenzia
dei servizi segreti israeliana, fa scattare la
vendetta. Ad uno ad uno, attraverso l’Europa, furono
uccise tutte le teste più importanti delle maggiori
organizzazioni terroristiche palestinesi, coloro,
insomma, che venivano considerati i capi saldi del
terrorismo palestinese in giro per il mondo.
E’ dal reclutamento
degli agenti del Mossad che prende il via la trama del
nuovo Spielberg, ripercorrendo le cacce all’uomo, gli
omicidi mirati e, dal punto di vista del regista, lo
strazio e la pietas dei vendicatori e delle vittime.
Ed è alle parole del regista che mi rifaccio, per non
aver avuto ancora ovviamente la possibilità di vedere
il film. Secondo lui il film, raccontando un evento di
cronaca vera, analizza il tema della vendetta, e di
come, nell’uomo che uccide per essa, possa convivere
il desiderio di ottenerla, con il dubbio che questo
non sia giusto, che in realtà la vendetta non possa
appartenere agli uomini, ma solo a Dio. Secondo lui
non esistono, nella “sua” storia, vinti e vincitori,
ma rimangono solo i sentimenti dei singoli, sia da una
parte che dall’altra. E forse, credo, che ciò che
rimane sia proprio questo, non solo nella “sua”
storia, ma in tutta questa orrenda pagina vera della
storia contemporanea.
Riferimenti
bibliografici:
www.repubblica.it
www.opinione.it
www.ada.ascari.name/studio/storia/durante.html
www.informazionecorretta.com
www.pagine70.com
www.sportline.it
www.wema.com
http://italy.indymedia.org
www.shalom.it |