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N. 30 - Novembre 2007

MENELIK II

L'imperatore d'Etiopia che sfidò l'Italia

di Matteo Liberti

 

L’imperatore Menelik II, che prima fu noto come Sahle Maryam di Shewa, nacque ad Ankober il 17 agosto del 1844. Figlio del Ras di Shewa, iniziò la sua carriera sconfiggendo gli Oromo nel sud dell’Etiopia ed annettendo il loro territorio a quello del suo regno.

 

Nel 1883 prese in sposa Taytu Betul, una Amhara (gruppo etnico dell'Etiopia centrale) della regione del Semien. Nel 1886 fondò Addis Abeba e tre anni più tardi, nel 1889, fu il successore dell'imperatore Giovanni IV, ed unì in un unico territorio lo Shewa, il Tigrè e l'Amhara.

 

A ciò seguì l'inizio di un processo di modernizzazione culturale, economica e soprattutto militare del paese. Il potere venne centralizzato e le autonomie delle aristocrazie regionali furono fortemente ridotte.

 

Nello stesso 1889 Menelik II si liberò dell'influenza britannica e firmò con il governo italiano il trattato di Uccialli.

Era il 2 maggio.

 

In precedenza l’Italia aveva occupato le zone eritree di Assab e Massaua, tra il 1872 ed il 1885.

 

Il trattato in questione riconosceva all'Italia le conquiste effettuate e concedeva la possibilità di estendere il suo dominio sino all'Etiopia, in cambio del riconoscimento ufficiale di Menelik II quale Imperatore.

 

Ma l'interpretazione del trattato fu equivoca, particolarmente per quel che concerneva l'articolo 17. Ciò era dovuto anche al fatto che le due versioni, quella in amharico e quella in italiano, non corrispondevano...

 

Quando l'Imperatore però si rese conto che con quel trattato l'Abissinia (nome che all'epoca aveva l'Etiopia) diventava un protettorato dell'Italia, lo rinnegò.

 

A ciò seguì il cosiddetto incidente di Dogali: quel che successe fu che un contingente italiano in Eritrea sconfinò in territorio etiope e lì venne massacrato dalle forze locali.

I morti furono più di trecento.

 

A questo punto i rapporti tra i due stati erano definitivamente compromessi e l'esercito italiano si preparò ad una invasione diretta.

 

L'attacco avvenne il 1 marzo 1896, presso Adua.

Ma le truppe inviate da Francesco Crispi vennero sconfitte immediatamente e costrette a battere in ritirata.

 

La fama di Menelik II crebbe rapidamente: in molti paesi nacquero le Chiese etiopiche, portatrici di un credo irredentista basato sulla figura di un Cristo nero. Il luogo in qui questo nuovo movimento religioso ebbe più seguito fu la Giamaica.

 

L'Etiopia guadagnò invece una parziale indipendenza, riconosciuta internazionalmente nel 1906. Pur riconoscendo la divisione del paese in tre sfere d'influenza (francese, inglese ed italiana), si garantiva il rispetto dei confini etiopici.

 

In quello stesso anno la salute dell'imperatore iniziò a peggiorare, a causa di una grave malattia polmonare.

Nel 1908 rimase definitivamente paralizzato.

 

Menelik II morì alla fine del 1913, dopo aver lasciato il potere, nel 1909, nelle mani del nipote Iyasu.

 



 

 

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