N. 23 - Aprile 2007
JACK
KEROUAC
Il “maestro” della beat generation
di Luigi
Buonanno
E’ strano sapere che
oggi, persone che hanno fatto la storia della
letteratura mondiale, fautori di generi letterari e
interpreti del periodo forse più bello del novecento,
sono spesso sconosciute ai più…
In questo caso, parliamo
di Jack Kerouac.
Figlio di tipografi
emigranti franco-canadesi, Jean Louis Lebris de
Kerouac (più semplicemente Jack Kerouac), nacque negli
Usa, a Lowell nel Massachussetts, nel 1922.
Diciassette anni dopo si diploma al liceo Lowell High
School, dove fa notare delle sue grandi doti, non
quelle di scrittore come il suo mestiere
potrebbe far pensare, ma nel giocare a football.
Grazie a questo sport,
infatti, gli viene offerta l’opportunità di
frequentare l’università, la prestigiosa Columbia
College. Proprio durante questa esperienza, nella sua
mente alimenta la voglia di scrivere. Si dice che il
suo primo libro “I sotterranei” fu scritto in soli due
giorni, barricandosi nella sua stanza senza mai
uscire.
Il suo andamento
scolastico era pessimo, deve l’università
esclusivamente al football. Purtroppo per lui, durante
una partita, un infortunio al ginocchio non gli
consente più di giocare e l’università lo sbatte fuori
per il suo scarso rendimento.
Nel 1942 si arruola
nella marina americana. Partecipa alla seconda guerra
mondiale, anche se il suo incarico era quello di
cuoco. Durante il famoso attacco a Pearl Harbour, la
sua nave fu una delle malcapitate, ma riuscì a
sopravvivere. Nel 1943, dopo il suo congedo, decide di
imbarcarsi di nuovo (non nell’esercito) anche se breve
tempo. Durante quel periodo era alquanto insicuro sul
suo futuro, non sapeva bene cosa fare da “grande”.
Così decise di iniziare con qualche esperienza.
Dopo qualche lavoro
occasionale e vari spostamenti per gli Stati Uniti,
conosce Edith Parker, la sua prima moglie.
Probabilmente la conoscenza meno importante per lui in
quel periodo, visto che inizia a frequentare gente
come Allen Ginsberg e William Burroughs, fautori come
lui della generazione beat.
Nel 1947, inizia uno dei
suoi tanti viaggi. Questa volta, verso il Nord America
e in compagnia di un altro futuro scrittore: Neal
Cassady. Fu proprio in quest’anno che Kerouac coniò il
termine “beat generation”, la generazione sporca,
ribelle, ritmata (anche se la nascita ufficiale
avvenne nel 1952, con il romanzo “Go” di J.C. Holmes).
Una generazione che abbatteva i pregiudizi, che
ripugnava la guerra. Abusava dell’alcool e della
droga, ma al tempo stesso innalzava i valori umani,
quelli unici e fondamentali nella vita e la conoscenza
collettiva.
Volendo bestemmiare,
furono degli anticipatori dei famosi hippy. Ma
tra i due, c’è un’enorme differenza. La generazione
beat rimase un modello esistenziale permanente per
tutta la vita, nelle persone che lo acclamavano. Anche
perché non si avvicinava mai all’esagerazione e
all’esasperazione, al contrario del modello di vita
hippy, che si presentò venti anni dopo come una moda,
un modello temporaneo che purtroppo diventò di massa e
che quindi fu destinato ad una bassa fine, riducendosi
quasi in una barzelletta.
Il ritmo della beat
generation era dovuto alla musica di quel momento. Il
famoso be-bop dei sassofonisti Charlie Parker (detto
Bird) e Dizzie Gillespie, che mandavano in delirio gli
amanti del jazz, tra cui Kerouac e i suoi amici.
La fine di quel viaggio,
ben tre anni dopo, si concluse anche con il suo più
famoso romanzo e con il suo secondo matrimonio, con
Joan Haverty. Fu completato nel 1951, stiamo parlando
di “Sulla Strada” (“On the road”), anche se uscì
soltanto nel 1957. Libro che racconta proprio il
viaggio da lui appena concluso. Probabilmente l’opera
principale della beat generation e l’iniziazione della
cosiddetta “prosa spontanea”, che abbatteva tutte le
barriere ritenute essenziali da noiosi e sapientoni
scrittori, incitando a scrivere in maniera aperta e
libera.
Successivamente si
trasferisce varie volte a New York, Chicago e in altre
città per poco tempo, il tempo di una sosta, di
qualche lavoretto per guadagnare un po’ di soldi e poi
ripartire per un altro viaggio tra Usa e Messico,
spesso da solo. “Viaggiatore solitario”, fu proprio
uno dei romanzi che descriveva i suoi viaggi in
solitudine.
Nel 1953 nasce sua
figlia ad Albany, Jan Kerouac, anche se in tutta la
sua vita la vide molto poco.
Nel 1955 si trasferisce
a Città del Messico, dove scrive un altro dei suoi più
famosi libri “Mexico City blues” e l’anno dopo,
stazionando nel North Carolina, scrisse “Le visioni di
Gerard”, bellissimo libro narrante i pensieri di suo
fratello Gerard, morto suicida in età giovanissima e “Pic”,
piccolo romanzo riferente la storia di un bambino di
colore. Tra gli altri romanzi successivi, “Big Sur” fu
il più importante, anche questo scritto a Città del
Messico.
Nel 1965, dopo essersi
unito alla religione buddista, si trasferisce in
Europa, a Parigi, dove si sposa per la terza e ultima
volta, con Stella Sampas. Abbandonandola poco dopo per
ritornare in America.
Scelse la sua ultima
dimora a Lowell, suo paese natale, decidendo di
rimanersene nella quiete, insieme alla madre e alla
sorella. Passando le giornate a scrivere a fare delle
lunghe passeggiate. Qui scrisse il suo ultimo libro
“Vanità di Duluoz”.
Morì il 21 ottobre del
1969 nei pressi di Lowell, a soli 47 anni. Stroncato
da un’emorragia interna causata dal suo continuo abuso
di alcool che gli procurò una cirrosi epatica… e da
come disse qualche maligno: colpito dalle iettature
delle sue ex mogli. |