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N. 30 - Novembre 2007

L'ITALIA DOPO IL CONGRESO DI VIENNA

Lo smembramento prima dell'unità

di Matteo Liberti

 

L’Italia arrivò al Congresso di Vienna in una posizione assolutamente marginale rispetto ai grandi interpreti della politica di allora, costretta a subire le volontà e gli interessi delle nazioni più forti.

 

Vediamo brevemente cosa accadde.

 

Austria, Francia, Gran Bretagna, Russia e Prussia erano le nazioni che arbitravano la politica europea, mentre la penisola italiana, divisa ed invasa, era percepita ne più ne meno che una pura dimensione geografica, priva di reale potere politico.

 

Il Congresso, che si tenne tra l'ottobre 1814 ed il giugno 1815, segnò, come noto, l'inizio di quel periodo storico conosciuto come Restaurazione: i suoi princìpi ispiratori furono di netto stampo conservatore, volti al ripristino della situazione geopolitica precedente l'epoca napoleonica.


Vi presero parte quasi tutti i grandi Stati europei. I protagonisti furono il principe Metternich per l'Austria, Talleyrand per
la Francia, Castlereagh per la Gran Bretagna, lo zar Alessandro I per la Russia, Humboldt per la Prussia.

 

Da quel congresso, di cui in questa sede ometteremo i risultati generali per focalizzarci solo sull'Italia, la penisola usci completamente, ulteriormente, smembrata.

 

Il Regno di Sardegna, in mano ai Savoia, riacquisi il Piemonte e la Savoia si allargò con l'acquisizione dell'ex Repubblica di genova ed il ritorno di Nizza.

 

Nel nord del paese si costituì il Regno Lombardo-Veneto, sotto l'Imperatore d'Austria Francesco I e comprendente la Repubblica di Venezia.

 

Il Ducato di Parma e Piacenza fu di Maria Luisa, figlia dell'Imperatore Francesco I.

 

Il Ducato di Modena e Reggio passò al l'arciduca Francesco IV d'Absburgo-Este.


Il Granducato di Toscana ebbe come sovrano Ferdinando III di Asburgo Lorena.

 

Anche questi tre territori furono nell'orbita austriaca.

 

Lo Stato Pontificio, ripristinato negli antichi confini comprendenti il Lazio, l'Umbria, le Marche, la Romagna e i Principati di Pontecorvo e Benevento, ritornò al Pontefice, che perdeva però in maniera definitiva la città di Avignone.

 

Il Regno di Napoli fu originariamente garantito al cognato di Napoleone, Gioacchino Murat, ma in seguito questi fu deposto ed il regno tornò ai Borbone, con Ferdinando IV.

 

Il nuovo nome, dal 1816, fu quello di Regno delle due Sicilie, comprendente il vecchio regno di Napoli ed il Regno di Sicilia. Furono aboliti il parlamento siciliano e le altre istituzioni dell'isola.

 

L'Italia era divisa, e lo sarebbe rimasta ancora per molti decenni...

 



 

 

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