Nato a Liverpool nel 1809, William Ewart
Gladstone è stato uno degli uomini politici
inglesi più importanti del XIX secolo. Membro della
Camera dei Comuni dal 1832 al 1895 (eccetto che
negli anni dal 1845 al 1847), Gladstone fu una
stella di prima grandezza nella gestione della
politica interna inglese, ma molto meno brillante
sul fronte della politica estera.
Seguace della Chiesa anglicana ma non
pregiudizialmente ostile al cattolicesimo, esordì
nel panorama politico inglese nelle fila dei
conservatori. Fu Ministro del Commercio e delle
colonie nel quadriennio 1843/1846, Cancelliere dello
Scacchiere nel governo Aberdeen (1853/1855) e in
quelli Palmerston e Russell (1859/1866).
Gladstone entrò nel Partito Liberale inglese
nel 1859, ne assunse la leadership nel giro di pochi
anni e lo trasformò, soprattutto sul piano della
gestione interna, in modo molto profondo.
Nel 1868 divenne Primo Ministro, dando vita ad uno
dei governi più riformatori dell’800 inglese.
Abolì i privilegi della minoritaria Chiesa anglicana
in Irlanda, migliorò sensibilmente la condizione
degli affittuari agricoli, laicizzò l’Università
avviando parallelamente un sistema statale di
insegnamento, abolì l’acquisto dei gradi
nell’esercito e introdusse il voto a scrutinio
segreto in Parlamento.
Sconfitto nel 1874 da Benjamin Disraeli di cui,
soprattutto in campo coloniale, fu il maggior
oppositore, riconquistò il potere con una campagna
elettorale che vide per la prima volta un leader di
partito fare una propaganda capillare sul
territorio.
L’organizzazione, all’interno del partito, divenne
con lui un elemento di primaria importanza e portò i
liberali inglesi ad assumere per primi una
forma-partito di tipo moderno.
Nel 1880 il suo secondo governo estese il diritto di
voto ai capifamiglia contadini, aprendo di fatto le
all’allargamentodella partecipazione civile alla
vita politica nazionale.
In
politica estera Gladstone non riuscì ad eguagliare
quanto di buono fatto in patria. Nel corso della sua
prima esperienza di governo non riuscì a fare nulla
per fronteggiare la ricostruzione della flotta russa
nel Mar Nero e, soprattutto, la nascita della
potenza tedesca.
Nel corso degli anni ’80 avrebbe voluto abbandonando
l’imperialismo di Disraeli per confinarsi nello
“splendido isolamento”, ma una ribellione lo
costrinse ad intervenire in Egitto, occupandolo.
Nel 1885 la sua riluttanza all’uso della guerra
portò al massacro delle truppe del Generale Gordon a
Khartoum ad opera dei ribelli del Mahdi, che causò
la caduta del governo. Il suo terzo mandato, nel
1886, durò solo pochi mesi.
Gladstone voleva infatti concedere l’autonomia
all’Irlanda ma la sua rigida posizione provocò forti
resistenze all’interno del suo stesso partito che
condusse alla scissione dei liberali unionisti di
Joseph Chamberlain.
Gladstone conseguì però il suo progetto di autonomia
irlandese durante il suo quarto e ultimo mandato
(1892/1894).
Sempre più estraneo al clima bellicista e
imperialistico che stava contagiando anche il
parlamento liberale, Gladstone decise di rassegnare
le dimissioni, con grande sollievo della regina
Vittoria che da sempre gli era ostile.
Il
“padre” del Partito Liberale inglese moderno morì ad
Hawarden, piccolo centro del Galles, nel 1898,
all’età di 89 anni.