N. 17 - Ottobre 2006
EPITAFFIO PER
UNA STRAGE
Ustica, 27
giugno 1980
di
Alessandro Farris
.
Questo articolo non è come gli altri, sono diversi
l’idea e l’impostazione. Vuole essere la visione,
tramite le mie parole, imperfette come possono essere
quelle umane, di una vicenda che mi ha colpito molto
non appena ne sono venuto a conoscenza.
Ho 26 anni e sono nato 7 giorni dopo il disastro di
Ustica.
Ho scoperto, dopo quasi 26 anni, che a bordo
dell’aereo vi erano bambini che ora sarebbero miei
coetanei e questo mi ha indignato come non mai.
Riporterò l’elenco delle vittime di questa strage in
modo che rimanga nella memoria la scomparsa di queste
persone. Affinché, come a Bologna una lapide ricorda
chi morì il 2 agosto del medesimo anno, vi sia un modo
per ricordare chi, in una sera di estate, voleva
andare a Palermo, ma non arrivò mai.
Questo è l’elenco.
Nomi, cognome ed età.
Nel caso dell’equipaggio vi è riportato anche il ruolo
svolto all’interno del velivolo.
I 77 passeggeri del volo IH-870 e i quattro membri
dell'equipaggio del DC-9 Itavia (tra parentesi l'età):
Andres Cinzia (24),
Andres Luigi (32),
Baiamonte Francesco (55),
Bonati Paolo (16),
Bonfietti Alberto (37),
Bosco Alberto (41),
Calderone Maria Vincenza (58),
Cammarata Giuseppe (19),
Campanini Arnaldo (45),
Casdia Antonio (32),
Cappellini Antonella (57),
Cerami Giovanni (34),
Croce Maria Grazia (40),
D’Alfonso Francesca (7),
D’Alfonso Salvatore (39),
D’Alfonso Sebastiano (4),
Davì Michele (45),
De Cicco Giuseppe Calogero (28),
De Dominicis Rosa (Allieva Assistente di volo Itavia) (21),
De Lisi Elvira (37),
Di Natale Francesco (2),
Diodato Antonella (7),
Diodato Giuseppe (1),
Diodato Vincenzo (10),
Filippi Giacomo (47),
Fontana Enzo (Copilota Itavia) (32),
Fontana Vito (25),
Fullone Carmela (17),
Fullone Rosario (49),
Gallo Vito (25),
Gatti Domenico (Comandante Pilota Itavia) (44),
Gherardi Guelfo (59),
Greco Antonino (23),
Gruber Berta (55),
Guarano Andrea (37),
Guardì Vincenzo (26),
Guerino Giacomo (19),
Guerra Graziella (27),
Guzzo Rita (30),
Lachina Giuseppe (58),
La Rocca Gaetano (39),
Licata Paolo (71),
Liotta Maria Rosaria (24),
Lupo Francesca (17),
Lupo Giovanna (32),
Manitta Giuseppe (54),
Marchese Claudio (23),
Marfisi Daniela (10),
Marfisi Tiziana (5),
Mazzel Rita Giovanna (37),
Mazzel Erta Dora Erica (48),
Mignani Maria Assunta (30),
Molteni Annino (59),
Morici Paolo (Assistente di volo Itavia) (39),
Norrito Guglielmo (37),
Ongari Lorenzo (23),
Papi Paola (39),
Parisi Alessandra (5),
Parrinello Carlo (43),
Parrinello Francesca (49),
Pelliccioni Anna Paola (44),
Pinocchio Antonella (23),
Pinocchio Giovanni (13),
Prestileo Gaetano (36),
Reina Andrea (34),
Reina Giulia (51),
Ronchini Costanzo (34),
Siracusa Marianna (61),
Speciale Maria Elena (55),
Superchi Giuliana (11),
Torres Pierantonio (32),
Tripiciano Giulia Maria Concetta (45),
Ugolini Pierpaolo (33),
Valentini Daniela (29),
Valenza Giuseppe (33),
Venturi Massimo (31),
Volanti Marco (36),
Volpe Maria (48),
Zanetti Alessandro (18),
Zanetti Emanuele (39),
Zanetti Nicola (6).
Analizzando cosa c’è dietro a queste persone, vediamo
la vita di tutti i giorni. Una vita normale, dopo
tutto. Di chi va in aereo per i suoi motivi e lo usa
per andare più rapidamente. Nessuno credeva in un
periodo come quello che viviamo attualmente, fatto di
una compagnia di bandiera che trema per il bilancio
tremendamente in perdita oppure con addetti ai bagagli
che alleggeriscono i medesimi .
Come scrivere di questa vicenda senza ricorrere in
frasi già sentite od espressioni troppo ricorrenti?
Non è facile e chiedo fin da ora il perdono di chi
leggerà. Non sono un giornalista, né uno scrittore. In
questo periodo ho avuto modo di vedere un film sulla
vicenda: “Il muro di gomma”. In seguito ho assistito
alla rappresentazione di Marco Paolini “I-TIGI CANTO
PER USTICA” e, per concludere, il 27 giugno scorso ho
seguito il programma di Giovanni Minoli “La storia
siamo noi”.
La visione, in particolare di “I-TIGI CANTO PER USTICA”,
mi ha colpito molto. La bravura di Paolini l’avevo
apprezzata quando avevo visto la rappresentazione sul
disastro del Vajont. Però stavolta mi sono sentito più
coinvolto. E’ troppo vicina a me come fatto storico.
E’ troppo quanto è accaduto e che nessuno, ancora
adesso, non abbia pagato per quanto è stato.
Semplicemente, è troppo.
Non voglio mettere immagini dell’aereo, perché sono
qualcosa che non potrebbe spiegare a sufficienza cosa
sia successo quella sera. Ma non solo quella sera.
Gravi fatti ci sono stati anche negli anni successivi,
tuttavia era comodo celarli come notizie non rilevanti
e si è tirato sopra un sipario di silenzio.
Comodo non parlare di verità in questo Paese chiamato
Italia.
Un paese che usa gli eroi nello spazio di un mattino
per celebrarsi, ma che tende a dimenticare chi rimane.
Nel caso di questa vicenda, i parenti delle vittime.
Non tutte hanno avuto un corpo da piangere.
Spesso hanno dovuto accontentarsi di un bagaglio, un
oggetto, quanto il mare aveva reso loro. Anzi, mi
correggo, quanto dal mare è stato recuperato e
dichiarato in seguito. Infatti i soccorsi non
arrivarono la sera stessa dell’evento (mi rammarico
dell’utilizzo di questo termine, ma non voglio
ripetermi nel dire “strage”, o “tragedia” o altro…),
bensì la mattina successiva.
Nessuno ha detto di esservi stato quella notte, ma è
altrettanto vero che se vi fosse stato qualcuno, quel
qualcuno si è guardato bene dal dichiarare ciò che
fece.
81 vicende umane, 81 vite spezzate.
Troppi sussurri di presunta verità. Troppi urli per
nascondere la verità.
Troppi silenzi imposti.
Parole non dette, parole non scritte.
Sono qui, con queste parole scritte non come protesta,
ma come esposizione di un qualcosa di interiore. Un
qualcosa di interiore che voleva essere espresso e non
tenuto nascosto.
Riferimenti bibliografici:
Marco Paolini
I-TIGI CANTO PER USTICA
Marco Paolini “Vajont”
http://www.stragi80.it/fattievittime/vittime.html |