N. 23 - Aprile 2007
Vladimir Dudincev
‘Non di
solo pane’
di
Stefano
De Luca
La rivista sovietica ‘Novyj
Mir’ pubblicò, tra il settembre e l’ottobre del
1956, il romanzo di Vladimir Dudincev intitolato ‘Non
di solo pane’, nel quale l’autore dipingeva la figura
dal burocrate staliniano, o per meglio dire quella del
migliore tra i burocrati, Drozdov.
Questo personaggio,
funzionario ministeriale, era intelligente e pieno di
talento, ed era consapevole della sua funzione nella
società sovietica.
Si sentiva in una posizione
più elevata rispetto alla massa degli uomini comuni,
faceva parte del gruppo che detiene il potere, ma era
proprio da questa appartenenza che derivava il suo dramma.
Il mondo dei burocrati
dipinto da Dudincev vedeva i rapporti umani alienati
in uno schema di condotta regolato da specifiche norme
e regole, le quali allontanavano l’uomo dall’uomo.
“Non possiamo avere
amici qui”, diceva nel romanzo Drozdov alla moglie,
perché “un amico deve essere indipendente, e qui tutti
dipendono in qualche modo da me.
Uno mi invidia, un altro
mi teme, un altro sta con gli orecchi tesi, un altro
ancora cerca qualche vantaggio.
E’ l’isolamento, cara. E
quanto più saliremo, tanto più assoluto sarà questo
isolamento”.
Sua moglie era l’unico
antidoto che possedesse contro la solitudine. Per contro, nel romanzo è
presente la figura dell’ingegnere Lopatkin, il quale
come Drozdov sentiva una analogo senso di isolamento,
ma con motivazioni antitetiche.
Lopatkin si sentiva
escluso dalla casta dei forti, aspirava ad edificare
una nuova burocrazia, illuminata, più efficiente.
Il superamento del culto
della personalità avrebbe dovuto verificarsi mediante
l’avvento di una nuova e migliore aristocrazia
burocratica, escludendo così il corpo sociale dal
rinnovamento.
La moglie di Drozdov
avrebbe deciso di lasciare il marito proprio per
Lopatkin, il quale era capace di amarla come essere
umano, e non come Drozdov per non sentire la
solitudine che la sua posizione gli imponeva.
Così, sostiene Vittorio
Strada, ‘Non di solo pane’ è “il primo libro che con
intelligenza e coraggio affronta la problematica
proposta dal XXº Congresso del PCUS”.
Riferimenti
bibliografici:
Vittorio
Strada, Letteratura sovietica: 1953-1963, Roma,
1964 |