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N. 12 - Maggio 2006

LA BUROCRAZIA IN RUSSIA ALL'INIZIO DELL'800

Il ruolo dello stato e del suo apparato al tempo di Alessandro I

di Leila Tavi

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Interessanti teorie sul ruolo della burocrazia nella Russia zarista si trovano nei saggi di studiosi dell’Europa orientale come Hans-Joachim Torke e Walter M. Pintner.

 

In particolare Pintner è stato il primo storico a rielaborare all’inizio degli anni Settanta i dati contenuti nell’Archivio storico centrale di Leningrado, l’attuale San Pietroburgo, provenienti dai singoli formuliarnie spiski.

 

Durante il periodo zarista non furono mai pubblicate, e molto probabilmente neanche compilate, statistiche sull’origine sociale, l’appartenenza religiosa e il grado di istruzione degli impiegati civili.

 

Il lavoro di Pintner è basato sulla consultazione di 1.923 schede anagrafiche riguardanti i funzionari dello Stato tra il 1798 e il 1824. Uomini impiegati nell’amministrazione civile degli affari interni.

 

Nonostante l’apprezzabile lavoro di Pintner lo studio sul ruolo dello Stato e del suo apparato burocratico è stato materia di discussione e controversie sia in Russia che tra gli studiosi occidentali, soprattutto per le implicazioni politiche del concetto di Stato come centro del potere.

 

Negli anni Settanta la storiografia russa si è concentrata esclusivamente sulla politica di governo degli zar tralasciando la gestione degli apparati burocratici e i conflitti interni. Citiamo gli studi di N. M. Družinin, P. A. Zainchkovskij e E. D. Chermenskij.

 

Un altro filone, che ha avuto seguito fino ai nostri giorni con una fiorente letteratura anche in Occidente, è quello che ha analizzato gli influssi del sistema amministrativo dell’Europa nord occidentale sull’autocrazia russa. Molti degli storici marxisti, uno tra tutti Gerschenkron, hanno studiato l’assolutismo russo visto in chiave di un passaggio dalla società pre-rivoluzionaria a una società industriale e non come una monarchia assolutistica di tipo europeo.

 

Un ultimo e terzo gruppo ha concentrato i suoi studi sugli apparati governativi, la burocrazia vera e propria. Gli studiosi che si sono dedicati all’analisi dei meccanismi interni al governo  proprio per ridefinire l’autocrazia zarista e il suo ruolo nella storia della Russia. Torke e Pintner possono essere collocati in quest’ultimo gruppo.

 

Pintner sostiene che è necessario chiarire innanzitutto cosa si intende per “burocrazia” se ci stiamo riferendo a studi sulla storia della Russia; il termine ha infatti due accezioni, la prima meramente descrittiva che “denotes the government of a territory through a system of offices staffed by appointees loyal to either dynasty or state”, la seconda invece normativa, solitamente associata con gli scritti di Hegel e Max Weber.

 

Questa burocrazia è l’espressione della “rationalization of collective activity and is associated with the appearence of capitalism”.

 

Per Weber si può parlare di Stato-apparato solo se i burocrati sono al servizio della società, depoliticizzati ed efficienti. L’intera organizzazione è diretta da regole impersonali, gerarchia di ruoli, divisione razionale del lavoro e disciplina.

 

Si può parlare di un prototipo di Stato-apparato in Russia solamente con il regno di Alessandro I.

                                             

Nonostante le grandi riforme di Pietro I, i tempi non ancora maturi e la stessa messa in pratica della politica pietrina, hanno dimostrato infatti che durante tutto il Settecento in Russia i rapporti tra l’autorità statale e l’elite politica furono incentrati sulla ricerca di una nuova legittimazione del potere, che è avvenuta in Russia sul modello del primo idealtipo weberiano di potere: la legittimazione dello Stato russo è avvenuta nel Settecento attraverso l’accettazione dell’autorità basata sui costumi e tradizioni popolari.

 

Solo con il regno di Alessandro I si ristabilì un orientamento a cui Pietro avrebbe voluto ispirarsi, ma che non riuscì mai a mettere in pratica nella gestione dell’apparato statale, e che ha come modello l’amministrazione dello Stato prussiano e svedese.

 

Quello che O. A. Omel’chenko chiama il “processo della mimesi riformista” e che ha portato a una sorta di democratizzazione della burocrazia russa fino all’involuzione del 1825.

 

La burocrazia tra il 1762 e il 1802 era invece l’esatto opposto di quella prussiana o svedese; il dvorianstvo era dominato secondo Torke da una “ethically negative occupational solidarity” e da una ideologia dell’interesse proprio.

 

La pura forma di burocrazia nella Russia pre-rivoluzionaria esistette veramente soltanto tra il 1802 e il 1861.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Oleg Anatol’evich Omel’chenko, The system of State and law in Eighteenth-Century Russia and the political culture of Europe: some historical interactions, “Slavonic and East European review”, vol. 8, n. 2 (aprile 2002), p. 217-233

Daniel T. Orlovsky, Recent studies on the Russian bureaucracy, “Russian review”, vol. 35, n. 4 (ottobre 1976), p. 448-467

Walter M. Pintner, The social characteristics of the early Nineteenth-Century Russian bureaucracy, “Slavic review”, vol. 29, n. 3 (settembre 1970), p. 429-223

Hans-Joachim Torke, Das Russische Beamtentum in der ersten Hälfte des 19. Jahrhunderts, „Forschungen zur osteuropäischen Geschichte“, vol. 13 (1967), p. 7-345

 



 

 

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