N. 19 - Dicembre 2006
BOHR
E HEISENBERG
Fine di un'amicizia sullo sfondo del
nazismo
di
Federica Campanelli
Il 6 febbraio 2002 è stato un giorno che ha fatto discutere
in molti paesi del mondo.
Fu la data dell’inaspettata (e anticipata) pubblicazione di
alcune lettere che il danese
Niels Henrik David Bohr,
tra i padri fondatori della fisica dei quanti e
premio Nobel nel 1922, scrisse all’indomani
della seconda guerra mondiale ad un suo vecchio
discepolo, amico e prezioso collaboratore: il fisico
tedesco Werner Karl Heisenberg.
Heisenberg è conosciuto principalmente per l’invenzione
della meccanica matriciale a cui seguì
il suo celebre principio d’indeterminazione,
formulato nel 1927; anch’egli premio Nobel, ricevuto
esattamente dieci anni dopo il proprio
mentore, nonché protagonista del
programma nucleare tedesco della
Germania Nazista.
L’importanza delle lettere, peraltro mai spedite al
destinatario, risiede nella misteriosa e brusca
rottura della storica amicizia che legò i due fisici
per 19 anni.
Nel settembre del 1941 Heisenberg e Bohr ebbero in effetti
un incontro (nella Danimarca occupata) che coincise
con l’epilogo della loro relazione.
Cosa accadde quel giorno?
Prima di affrontare la questione, facciamo una
piccola premessa circa quella che è conosciuta come l’era
atomica: questa ebbe inizio già nel
1939 quando
Otto
Hahn,
Fritz Straßmann e Lise Meitner
scoprirono la fissione nucleare portando avanti le
prime sperimentazioni eseguite dal giovane gruppo di
fisici italiani capeggiato da Enrico Fermi,
noto ai più come quello dei ragazzi di via
Panisperna.
Da quel momento in poi fu chiaro che il processo svelato
poteva essere sfruttato non solo per la produzione di
energia, ma anche per la creazione di ordigni di
potenza elevata: uno strumento appetibile, in grado di
piegare intere popolazioni: uno strumento che la
Germania di Hitler non poteva farsi mancare.
Il citato programma nucleare tedesco, preteso dal
Terzo Reich, era teso appunto alla ricerca
e costruzione di armi nucleari, avvalendosi della
personalità di Werner Heisenberg come guida di un
selezionato gruppo di fisici nucleari.
Se fino ad allora Werner
Heisenberg e Niels Bohr avevano vissuto nutrendo
reciproca stima, bastò un solo giorno affinché si
ritrovassero lontani: dal colloquio avvenuto nel 1941
emersero evidentemente elementi che sovvertirono gli
equilibri.
"Le sue parole
(scrisse successivamente Bohr riferendosi al collega tedesco) mi
diedero netta l'impressione che, sotto la sua guida,
in Germania sarebbe stato fatto tutto il possibile per
sviluppare armi atomiche".
La motivazione che condusse Heisenberg fino in
Danimarca
pare sia stata proprio la rivelazione del programma
nucleare in corso presso l'Istituto
Kaiser Wilhelm. Il programma era
speculare a quello degli Alleati denominato
progetto Manhattan, a cui Lo stesso Bohr
avrebbe partecipato in seguito.
Dalle lettere pubblicate emerge però la versione di Bohr,
secondo cui Heisenberg non si stava limitando alla
divulgazione del programma, stava piuttosto cercando
di convincere il collega a far parte del gruppo
tedesco…
Si legge a tal proposito in uno scritto del 1958: "Caro
Heisenberg, ricordo perfettamente quando all'Istituto
di Fisica di Copenaghen ci dicesti che sarebbe stato
stupido da parte nostra avere delle speranze circa la
sconfitta della Germania e quindi rifiutare tutte le
offerte tedesche di collaborazione".
L’Istituto Niels Bohr di Copenaghen (www.nbi.dk/NBA/papers/docs/cover.html)
ha scelto il web per rendere pubbliche i 12 documenti
e, come accennato prima, si tratta di un inaspettata
anticipazione: le lettere in possesso della famiglia
Bohr erano state al principio collocate presso
l'archivio dell’omonimo Istituto, con il proposito di
renderle comuni non prima del 2012, vale a dire a
cinquant'anni dalla sua morte.
A condurre la famiglia Bohr a concedere le lettere al mondo
intero con largo anticipo fu l’enorme interesse
suscitato dalla recente commedia teatrale
Copenaghen, del drammaturgo inglese Michail
Frayn, costruita proprio sul dialogo avvenuto in
Danimarca tra i due scienziati.
Ma cosa spinse effettivamente Bohr a mettere su carta i
contenuti del colloquio di quel giorno?
Precedentemente al fisico danese,
Heisenberg ebbe modo di fornire la sua
versione dell'incontro attraverso appunti datati 1957
e destinati al giornalista Robert Jungk, autore
del testo Brighter than a Thousand Suns.
Quanto affiora da ciò è che, in occasione della visita,
egli avrebbe si sottoposto a Bohr il piano nazista per
lo sviluppo della bomba atomica, ma mai avrebbe
cercato di dissuadere l’amico, ben lungi dal tentativo
di coinvolgimento.
Fu proprio un estratto del libro di Jungk che turbò Niels
Bohr conducendolo a proporre la sua realtà dei fatti.
L’ipotesi per cui ci fossero dettami morali e non interessi
politici alla base delle intenzioni del fisico tedesco
è abbracciata da molti, tra cui Frayn: le versioni
pro-Heisenberg asseriscono che egli cercasse di
trasmettere agli Alleati, tramite Bohr, preziose
informazioni sullo stato del programma.
Il risultato della pubblicazione delle lettere, dunque, più
che fare chiarezza sui fatti ha rivelato l’esistenza
di versioni altamente contrastanti. Il dibattito sulla
questione posta non ha ancora avuto un esito ben
preciso, ed a causa della mancanza di testimoni
difficilmente si potrà giungere ad una soluzione
valida.
Ciò che in seguito accadde è Storia.
Il programma nucleare tedesco fallì.
Come è noto fu il Progetto Manhattan, diretto
dal fisico americano
Robert
Oppenheimer, a costruire effettivamente
la prima
bomba atomica (uranio-235),
denominata in codice Little Boy e sganciata (a
conflitto oramai terminato da mesi) sulla città
giapponese di Hiroshima il 6 agosto 1945.
Solo tre giorni dopo, venne fatta esplodere Fat Man
(plutonio-239),
a Nagasaky.
Werner Heisenberg non assistette mai in prima persona
all’evento più catastrofico della storia.
Egli e ad altri nove scienziati tedeschi, tra cui Otto
Hahn, vennero catturati dagli Alleati il 3 luglio 1945
e condotti nella villa inglese Farm Hall (dove
avvennero registrazioni continue delle conversazioni
in atto).
Bohr, danese, di madre ebrea, collaboratore degli Alleati;
Heisenberg, tedesco, al servizio del Terzo Reich.
Pare sia stata la Storia a rendere alla fine nemica
una delle migliori e straordinarie coppie di menti che
il secolo scorso ci abbia donato. |