N. 10 - Marzo 2006
BERLINER
BLOCKADE E LUFTBRUECKE
L'utilizzo da parte dell'aviazione americana dei
douglas c-54, i rosinenbomber
di Leila
Tavi
Il
24 giugno del 1948 improvvisamente furono chiusi i
varchi intorno al settore occidentale di Berlino.
Mosca ordinò la chiusura totale per strade, ferrovie
e condotti d’acqua. Così iniziò la Berliner
Blockade, il blocco di Berlino. Quella che
seguì fu una delle più grandi operazione di soccorso
della storia.
Gli abitanti del settore occidentale temettero che gli
Alleati lasciassero Berlino, ma i consiglieri
dell’allora presidente statunitense Harry S. Truman,
tra cui Kenneth Hechter, optarono per la resistenza.
Il piano di creare un ponte aereo tra il settore di
Berlino controllato dagli Alleati e la
Besatzungszone (zona d’occupazione) americana
venne ideato dal Governatore statunitense della zona
d’occupazione americana il generale Lucius D. Clay.
Clay era infatti convinto, a ragione, che i Russi non
avrebbero mai scatenato un conflitto solo per il
possesso di Berlino e, nonostante la chiusura delle
vie di terra verso la città, l’accesso al settore
degli Alleati era garantito dal traffico aereo.
L’operazione Luftbrücke impegnò in pochi
giorni esperti di logistica per il coordinamento dei
voli e delle rotte e nutrizionisti per il calcolo
delle calorie giornaliere da garantire a milioni di
cittadini: 1750 calorie giornaliere a persona fornite
principalmente con cibo disidratato o in polvere,
leggero da trasportare e non facilmente deteriorabile.
Latte, uova e patate in polvere, per un totale
complessivo giornaliero di 1.500 tonnellate.
I
voli partivano da Lubecca, Faßberg, Francoforte sul
Meno e dalla cittadina della Bassa Sassonia Celle,
anche detta “Stadt des Lasters”, con le
sue oltre 2.000 prostitute, il più grosso bordello
della storia della Germania.
I
Sovietici ridussero drasticamente anche
l’approvvigionamento di gas ed elettricità per la
città, così oltre alle provviste alimentari gli aeri
americani e inglesi trasportarono anche carbone per il
fabbisogno energetico.
Da
un’operazione improvvisata per necessità si ideò un
piano preciso e minuzioso: il trasporto di 5.500
tonnellate di alimenti e materiali al giorno per un
totale di 330 aeromobili su Berlino, con una frequenza
di un volo ogni tre minuti.
Nell’aeroporto di Tempelhof, dove atterravano gli
aeri, lavoravano giorno e notte più di 4.000 persone.
Egon Bahr, giornalista, viveva a Tempelhof; così ha
commentato il periodo della Blockade: “Auch
die Amerikaner kannten das alte Lenin-Wort: Wer Berlin
hat, hat Deutschland und wer Deutschland hat, hat
Europa.”
[Anche gli Americani conoscevano il vecchio motto di
Lenin: Chi ha Berlino ha la Germania e chi ha la
Germania ha l’Europa].
Il
16 aprile 1949 ci fu l’acme: quel giorno atterrò un
aereo ogni 62 secondi per un totale di 12.900
tonnellate di beni di prima necessità.
Ma
non era soltanto la sopravvivenza dei Berlinesi che
premeva agli Americani, vollero sfruttare la
situazione per risollevare il morale dei cittadini
assediati; per poter far breccia nel loro cuore e non
essere più considerati come nemici, ma come
liberatori.
Il
tentativo dei Sovietici di offrire razioni di cibo ai
Berlinesi della zona ovest in cambio del consenso
scritto a far parte della zona est fu un fallimento
totale: solo il 5% della popolazione del settore ovest
firmò in cambio di una tessera alimentare.
La
propaganda degli Americani per risollevare il morale
dei Tedeschi era fatta anche di trasmissioni satiriche
e cabaret che prendevano di petto Mosca e il credo
comunista dagli studi della RIAS, che
trasmetteva dal lussuoso Rundfunk della
Kufsteiner Straße. La trasmissione “Stimme
Berlins”, la voce di Berlino, rese nota la
cabarettista Christina Ohlsen per la sua sagace satira
anticomunista. La radio diretta dalla fine del 1947
all’estate del 1949 da Bill Heimlich rientrava nell’
Operation Backtalk, una vasta operazione
di propaganda anticomunista.
Dopo aver licenziato molti in radio, sospettati di
essere “criptocomunisti” o agenti segreti
russi, Heimlich ebbe tra le mani un vero e proprio “politisches
Sprengstoff”, esplosivo politico, “da sparare
contro il settore est”. A causa delle frequenti
interruzioni di corrente, durante tutto il periodo del
blocco si trasmetteva attraverso dei mezzi militari
adattati per l’occasione con degli altoparlanti.
Ma
la peculiarità del periodo del ponte aereo tra giugno
1948 e maggio 1949 furono sicuramente i
Rosinenbomber (bombardieri di uva passa), come
furono chiamati dai Berlinesi gli aeri che
trasportavano provviste alimentari. Tra i piloti
americani che presero parte all’operazione ce ne fu
uno che passò alla storia: Gail Halvorsen.
I
modelli americani utilizzati furono il Douglas C-3, il
C-54 Skymaster, quello pilotato da Halvorsen, e il
C-47 dalla fine di giugno all’inizio di ottobre; gli
Inglesi utilizzarono i loro C-47, chiamati Dakota.
Il
volontario Halvorsen, dopo un incontro con un gruppo
di bambini tedeschi tra i 6 e gli 8 anni durante uno
degli scali a Tempelhof, rimase impressionato dalla
maturità e dal fatto che così giovani erano già in
grado di capire cosa veramente contasse nella vita.
Halvorsen ha ricordato durante una recente intervista
per la CNN come le parole di uno di quei bambini
l’avessero colpito in particolar modo: “Un giorno
avremo abbastanza da mangiare. Dacci solo un po’. Non
ci abbandonare se il tempo diventa brutto. Ce la
faremo lo stesso anche con poco da magiare. Un giorno
ne avremo a sufficienza. Ma se perdiamo la nostra
libertà non la riavremo mai più indietro”.
Halvorsen avrebbe voluto premiare quei bambini con dei
dolci, ma aveva solo un pacchetto di gomme con sé, che
il gruppo di circa trenta bambini si spartì
pacificamente senza azzuffarsi. Il pilota americano
promise loro che l’indomani avrebbe gettato dal suo
aereo in volo cioccolata e dolcetti a sufficienza per
tutti.
Halvorsen continuò con il consenso dei suoi superiori
il suo “candy bombing” su Berlino
quotidianamente utilizzando paracaduti in miniatura;
per i bambini era “der Schokoladen Flieger”,
l’uomo volante della cioccolata.
Il
12 maggio 1949 dopo accordi segreti tra gli Americani
e i Russi terminò il blocco. Il bilancio dell’intera
operazione di soccorso fu di 120 incidenti gravi: 31
piloti americani e 39 piloti inglesi morirono durante
i voli. I feriti trovati nel settore orientale furono
curati e restituiti alle truppe americane.
La
fine del blocco di Berlino segnò l’inizio della Guerra
Fredda.
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Riferimenti bibliografici:
.
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febbraio 2006,
http://www.zdf.de/ZDFde/inhalt/6/0,1872,2389414,00.html
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documentario, Germania, 1998
COLD WAR Chat: Retired Col. Gail Halvorsen Berlin
Airlift "Candy Bomber",
consultato il 27 febbraio 2006,
http://edition.cnn.com/SPECIALS/cold.war/guides/debate/chats/halvorsen/
Tamara Domentat, Christina Heimlich, Heimlich im
Kalten Krieg. Die Geschichte von Christina Ohlsen und
Bill Heimlich, Berlin, Aufbau, 2000
Sven Felix Kellerhoff, Kaugummi für West-Berlin,
consultato il 27 febbraio 2006,
http://www.welt.de/data/2005/10/31/796651.html
Imke Köhler, Flieger mit Kohlen und Kartoffeln.
Die
Berliner Luftbrücke,
consultato il 27 febbraio 2006,
http://www.br-online.de/wissenbildung/collegeradio/medien/geschichte/luftbruecke/hintergrund/doclink.pdf
Die Luftbrücke – Nur der Himmel war frei!,
documentario, Germania, 2005
Luftbrücke Berlin,
documentario, Francia, 1959
Dietrich von Thadden, Rias Berlin. Die Geschichte
einer außergewöhlichen Radiostation, consultato il 28
febbraio 2006,
http://www.riasberlin.de/rias-hist/riad-hist-thadden.html |