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N. 24 - Maggio 2007

Andrej Amalrik

Sopravviverà l’Unione Sovietica fino al 1984?

di Stefano De Luca

 

Tra il mese di maggio e quello di aprile del 1969, il giovane storico Andrej Amalrik scrisse il saggio intitolato Sopravviverà l’Unione Sovietica fino al 1984?, che trovò subito ampia diffusione nel samizdat e venne pubblicato nello stesso anno anche in Olanda e poi in altri Paesi occidentali.

 

Amalrik, nato nel 1938 a Mosca, dal 1959 frequentò la Facoltà di Storia dell’Università moscovita, dalla quale venne espulso nel 1963 a causa del suo studio I Normanni e la Russia di Kiev. Arrestato nel 1965, venne mandato in un campo di lavoro siberiano. Liberato nel 1966, raccontò la propria esperienza nel libro Viaggio involontario in Siberia. Il 31 dicembre del 1970 Andrejj Amalrik, in base all’art. 190/1, venne condannato dal Tribunale di Sverdlovsk a 3 anni di lager a regime speciale.

 

Il saggio Sopravviverà l’Unione Sovietica fino al 1984? prevedeva un crisi incombente del sistema sovietico, che avrebbe portato secondo l’autore alla scomparsa dell’URSS nell’arco di quindici anni, soprattutto a causa della minaccia cinese.

 

In Unione Sovietica la Rivoluzione aveva seguito tre tappe: internazionale, nazionale e militare-imperiale. Amalrik sosteneva che la Cina stesse ripercorrendo le stesse tappe, e che proprio negli anni Settanta sarebbe entrata nella terza fase, che l’avrebbe portata a scontrarsi molto più probabilmente con l’URSS che non con gli USA. Questo per considerazioni geopolitiche, in quanto “l’interesse primordiale della Cina è quello di estendere la sua influenza sui territori Asiatici, non sul continente Nord-americano”.

 

Prima di cominciare una guerra con l’URSS, la Cina avrebbe dovuto accumulare quantità considerevoli di armi atomiche, ed Amalrik sosteneva che le sarebbero occorsi dai cinque ai dieci anni per completare questo riarmo. Riteneva quindi che la guerra tra le due potenze sarebbe esplosa tra il 1975 ed il 1980. Verosimilmente, la guerra si sarebbe combattuta con armi convenzionali, in quanto l’utilizzo di quelle atomiche avrebbe prodotto la distruzione di entrambe.

 

Il riarmo atomico serviva alla Cina per impedire all’URSS di utilizzare in questo conflitto le proprie. Una guerra convenzionale con la Cina, sarebbe stata lunga e difficile, ed avrebbe indotto l’URSS a fare concessioni in Europa (riunificazione della Germania).

 

Internamente all’URSS, il potere sarebbe passato nelle mani di gruppi estremisti, ed il Paese si sarebbe disintegrato in un clima di anarchia e violenza.

 

Nella prima parte del saggio Sopravviverà l’Unione Sovietica fino al 1984?, Amalrik tenta invece di spiegare la nascente “opposizione politica al regime, o, in ogni caso, un germe di opposizione politica”.

 

Si trattava di un movimento sociale che aveva preso il nome di «Movimento democratico», che Amalrik tentava di definire. In base ai dati a disposizione di Amalrik, la composizione del «Movimento democratico» risulta suddivisa nel modo seguente:

 

scienziati (o aventi titolo accademico) 45%

artisti 22%

ingegneri e tecnici 13%

insegnanti, medici, giuristi, editori  9%

operai 6%

studenti 5%

 

Il suo scritto, sosteneva Amalrik, avrebbe suscitato nei sovietologi occidentali “lo stesso interesse che presenterebbe a degli ittiologi un pesce divenuto improvvisamente loquace”.

 



 

 

 

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