N. 8 - Gennaio 2006
AUGUSTO
CESAR SANDINO
L’eroe del Nicaragua
di
Matteo Liberti
Augusto César Sandino,
celebrato come il simbolo dell'indipendenza del
Nicaragua, nella lunga battaglia contro la
presenza militare degli Stati Uniti, è il principale
eroe dello stato sudamericano, dove nacque il 18
maggio del 1895, nel villaggio di Niquinohomo.
Era
figlio di un coltivatore di caffè, Gregorio Sandino, e
di Margarita Calderón, un’indigena che svolgeva lavori
nella casa padronale.
Da bambino lavorò come raccoglitore di caffé nelle
piantagioni occidentali. Abbandonato dalla madre,
visse prima con la nonna e poi con il padre. Nel 1921,
in seguito all’uccisione di Dagoberto Rivas, il figlio
di un importante politico conservatore della città, il
Sandino abbandona Niquinohomo, per dirigersi verso la
costa del pacifico del Nicaragua e di li a La Ceiba,
in Honduras.
Nel 1922 giunge in Guatemala, muovendosi poi nuovamente
verso nord, verso il Messico, dove si stabilisce a
Cerro Azul, vicino al porto di Tampico.
Durante i suoi continui spostamenti attraverso le
terre del sudamerica, riuscì ad
osservare e studiare da vicino gli effetti sociali
prodotti dalla dominazione di tipo imperialista
esercitata dagli Stati Uniti, maturando una profonda
coscienza dei problemi del suo paese e del bisogno che
aveva di riappropriarsi del suo territorio e della sua
politica interna.
Fu lavorando
in una miniera che cominciò ad organizzare alcuni
gruppi di minatori unendoli nel nome della causa
antimperialista. Obiettivo principale, gli Stati
Uniti, che nell'agosto del 1925 ritirano le loro
truppe dal Nicaragua; rimasero però alcuni istruttori
militari che daranno organizzazione alla futura
Guardia Nazionale.
Nel 1926 Sandino tornò in patria,
nella città di Leon.
La pendenza
giudiziaria era caduta in prescrizione.
Quello stesso anno
Chamorro, leader dei conservatori, conquistò il potere.
Si rivedono nel paese le prime truppe statunitensi.
Nel novembre, con armi acquisite in Honduras, Sandino
ed un un gruppo di minatori attaccano senza successo
la guarnigione ad El Jícarom, volgendosi poi, anche
alla ricerca di armamenti migliori e di uomini, a
Cabezas di Puerto, dove incontrano le truppe liberali
guidate dal generale Moncada.
.
Nel
gennaio del 1927 alcune truppe nordamericane sbarcano
a Corinto; in febbraio Sandino si stabilisce a
Yucapuca ed inizia da San Juan di Segovia una campagna
militare ricca di vittorie. Il 12 maggio in una
circolare diretta alle autorità locali di tutti i
dipartimenti annuncia la sua determinazione a
continuare la lotta fino al ritiro completo e
definitivo delle truppe nordamericane di occupazione.
Il
1 di Luglio di 1927 Sandino stila il suo primo
Manifesto Politico, indirizzato alla nazione nicaraguense del Nicaragua dal suo accampamento di San
Albino.
.
Il
2 settembre di 1927 si costituisce l'Ejército
Defensor de la Soberania Nacional de Nicaragua.
In
dicembre si costituisce la Guardia Nazionale.
La guerra si chiude
momentaneamente con l'elezione a presidente di Moncada,
a voler rabbonire gli elementi liberali. La presenza
dell'esercito statunitense però resta viva e la lotta
antimperialista prosegue: Sandino elabora una
strategia di guerriglia moderna, trasformando il
conflitto con l'immane potenza militare ed economica
statunitense in una lunga e logorante guerra di
liberazione che presto si allarga a tutto il
territorio nazionale.
.
Il
15 febbraio di 1931 viene elaborato il manifesto
luz y verdad, dedicato ai membri dell'esercito
difensore e con un incipit che si rifaceva a dio:
"Impulsión
divina es la que anima y protege a nuestro Ejército,
desde su principio y
así lo será hasta su fin."
.
Nel
novembre del 1932, Giovanni Battista Sacasa viene
eletto presidente,
dopo un ennesimo patto di pacificazione,
ed
il generale Anastacio Somoza García alla direzione
della Guardia Nazionale.
Il
1 di gennaio del 1933 fu il giorno del trionfo della
causa sandinista, con il ritiro delle truppe
d'invasione nordamericane dal territorio nicaraguense:
Sandino viaggiò verso Managua in febbraio per firmare
il trattato di pace.
Il
20 maggio era di nuovo a Managua, per discutere con
Sacasa in relazione ai costanti attacchi della Guardia
Nazionale contro la sua gente. Cosi accadeva anche il
30 di novembre. I membri della Guardia Nazionale da
parte loro mantennero un risentimento contro Sandino
per la clemenza che secondo loro il il governo aveva
mostrato nei suoi confronti.
.
Il
21 febbraio di 1934, scendendo la collina da Tiscapa,
dopo una cena con Sacasa, Auguso Cesar Sandino venne
catturato ed assassinato, insieme al generale
Francisco Estrada e a Juan Pablo Umanzor.
L'omicidio fu voluto e gestito
da Anastasio Somoza García, con alle spalle il
ministro americano a Managua, Arthur Bliss Lane.
Poco prima anche il fratello Socrate aveva fatto la
stessa fine.
Poco
dopo, gli USA riconobbero la dittatura dei Somoza.
Il
23 agosto di 1934, il Congresso decretò un'amnistia
per tutti i crimini commessi dalla Guardia Nazionale. |