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N. 22 - Marzo 2007

LA RIVOLUZIONE DEI GAROFANI

25 aprile 1974

di Matteo Liberti

 

Il 25 aprile 1974 ci fu una gloriosa sollevazione dei militari portoghesi, culminata nella caduta del regime instaurato da Antonio de Oliveira Salazar.

 

Quest'ultimo, in qualità di primo ministro, aveva promulgato, nel 1933, una nuova costituzione per dar vita al cosiddetto estado novo, una tra le più lunghe dittature nella storia del vecchio continente, fondamentalmente ispirata allo stato fascista.

 

Marcelo Caetano, succeduto nel 1968 al dittatore ritiratosi per di salute, seppe grantire buona continuità a quel tipo di stato dittatoriale e populista.

 

In quella primavera, il Portogallo si trovava in uno stato di crescente isolamento a livello internazionale, con una persistente opposizione interna, ed era coinvolto fino al limite delle sue forze nella guerra coloniale contro i movimenti d'indipendenza nei suoi possedimenti in Africa e a Timor.

 

All'inizio dell'anno i soldati impegnati nella repressione nelle colonie erano circa 140.000, con un assorbimento di oltre il 40% del bilancio nazionale.

 

Il 25 aprile un movimento militare guidato soprattutto da capitani che usavano come distintivo i garofani, riuscì ad abbattere quel temuto regime, occupando prima Lisbona e poi le altre principali città del Portogallo.

 

Ecco come andarono le cose: nelle prime ore del 25 aprile 1974, la canzone di protesta proibita del famoso autore e poeta Jose' Zeca Afonso, Grandola Vila Morena, fu trasmessa dalla radio cattolica Radio Renascença.

 

La trasmissione di quella canzone era il segnale segreto per un gruppo di ufficiali ribelli battezzatesi Movimento delle Forze Armate, MFA.

 

La maggior parte di essi erano di estrazione marxista e fermi nell’opposizione al proseguimento della guerra coloniale in Africa e Asia.

 

Per la fine della giornata questi ribelli sarebbero riusciti ad abbattere una dittatura durata 48 anni.

 

Quando la notizia dell’avvenuto colpo di stato iniziò a girare, grandi folle si radunarono a Lisbona ed in tutto il paese per festeggiare la libertà ritrovata: nella capitale i mercati erano pieni di fiori, particolarmente... di garofani.

 

I cittadini di Lisbona cominciarono a donare quei garofani rossi ai propri militari, molti dei quali li introdussero dei loro fucili: quello divenne il più efficace simbolo di quella che è stata definita una favola rivoluzionaria, la rivoluzione dei garofani, un simbolo che fece presto il giro del mondo.

 

Quel giorno venne anche sancita la fine delle decennali guerre coloniali in Angola, Mozambico, Guinea, Capo Verde e Timor.

 

Ritornarono così in Portogallo migliaia di giovani soldati ed esiliati politici. Tornarono, tra gli altri, Mario Soares, capo del Partito Socialista rifugiato a Parigi, ed Alvaro Cunhal, capo del Partito Comunista esule a Mosca.

 

Diversamente dalla transizione spagnola verso la democrazia, in Portogallo non ci fu alcun processo lento o perlomeno graduale di riforma politica: dopo il riuscito colpo di stato, l’MFA si dovette confrontare con una vera e propria tabula rasa politico-istituzionale; si dovevano fare scelte fondamentali riguardo il nuovo tipo di governo, di economia e di società da realizzare.

 

Intanto si tornò a festeggiare il 1 Maggio, furono catturati i membri della famigerata polizia segreta, la PIDE (Polícia Internacional e de Defesa do Estado), e chiusa la sua sede al centro di Lisbona, divenuta ora museo della resistenza.

 

Ma il problema era che, nonostante l’apparente programma unitario impostato sulle cosiddette tre D (democracy, decolonization, development), l’MFA non era un corpo realmente unito: alcuni ufficiali volevano le  riforme, altri erano in favore di trasformazioni sociali di tipo radicale, altri ancora cercavano uno stato democratico e liberale.

In questo contesto, il generale Antonio Spinola divenne il capo della giunta militare.

 

Furono promesse riforme democratiche, ma non prima della completa vittoria della rivoluzione. Alla fine, seppure la preparazione militare dell’ MFA aveva condotto ad un colpo di stato rapido e ben riuscito, la sua mancanza di preparazione politica diede luogo ad un periodo di puro conflitto ideologico.

 

Nei due anni seguenti ci furono sei governi provvisori, due presidenti, un fallito tentativo di colpo di stato delle forze di sinistra e tre elezioni.

 

Cresceva intanto lo scontro tra le varie frange politiche, con l’attrito maggiore tra comunisti e socialisti.

Gli scontri ebbero spesso toni più violenti rispetto alla rivoluzione stessa.

 

La situazione rimase instabile per molti anni, con il paese invaso da milioni di coloni in fuga dalle guerre negli ex possedimenti, ma il percorso verso la democrazia era pur tuttavia stato intrapreso.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

http://www.uc.pt/cd25a/ing/ing.introd2.htm

http://www.geocities.com/CapitolHill/2594/PO1974.html

http://flag.blackened.net/revolt/ws99/portugal58.html

http://www.tmcrew.org/zonarischio/25_04_74/25_anni.htm

 



 

 

 

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