[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 202 / OTTOBRE 2024 (CCXXXIII)


arte

Zsófia Szilágyi, Január 2

Un'analisi intima di legami e DI transizioni

di Leila Tavi

 

Il debutto cinematografico alla Mostra Internazionale del Film di Venezia di Zsófia Szilágyi con Január 2, presentato in anteprima nella sezione Biennale College di Venezia 81, č una poetica esplorazione della separazione e delle sue ripercussioni emozionali su chi la vive e chi la osserva. Ambientato Nella mattina del giorno che segue l’inizio dell’anno, il film si snoda attraverso una Budapest malinconica, teatro delle inquietudini di Ági, protagonista della storia. La regista ci accompagna in un viaggio introspettivo, che si dipana per le strade della cittŕ e in un percorso emotivo che spazia tra l'intimo e il quotidiano, senza mai cadere nel melodramma.

 

Ági si muove in una cittŕ avvolta da un silenzio surreale, percorrendo un labirinto di architetture che riflettono la stratificata storia dell'Ungheria. Dai sontuosi palazzi staliniani, ricchi di dettagli e imponenza, l’ambiente si trasforma nei blocchi anonimi dell’epoca kruscioviana, piů funzionali e austeri. Attraverso questi paesaggi, il film ci conduce dal centro verso la periferia, fino a un modesto cortile con un’altalena, simbolo di un’infanzia minacciata dalla crisi familiare che si sta consumando tra le mura domestiche. Č qui che Ági ritrova Klára, sua amica di vecchia data, coinvolta in un doloroso divorzio che segnerŕ il passaggio definitivo verso una nuova vita. Ági si č messa a disposizione per aiutare l’amica con il trasloco.

 

Klára č una giovane donna tormentata, riflessiva, che tenta di mantenere un apparente ordine in un mondo che sembra crollarle intorno. Questo equilibrio instabile č incarnato dal suo comportamento nevrotico verso le cose materiali: gli scatoloni del trasloco, pieni di oggetti del passato, sono sistemate con cura maniacale, come se un'esatta disposizione potesse dare stabilitŕ al caos emotivo che sta travolgendo la giovane donna. Questa attenzione verso il "cosmo materiale" rappresenta, per Klára, un'illusione di controllo su una realtŕ sfuggente. Le parole che scambia con Ági durante i numerosi viaggi del trasloco, tra uno scatolone e l'altro, rivelano una vulnerabilitŕ dolorosa: il suo matrimonio ha perso ogni significato, eppure il legame che ancora sente con il marito č profondo, lacerante.

 

La macchina da presa di Zsófia Szilágyi cattura con sensibilitŕ le sfumature dei personaggi, amplificando il dramma psicologico che ognuno di loro affronta. Il contrasto tra i protagonisti e i loro familiari č netto: mentre la madre di Klára č preoccupata per il bene dei nipoti, i genitori di suo marito appaiono divisi, con una madre che accusa in modo tacito Klára della rottura e un padre che resta un punto fermo per la giovane, dimostrando affetto e supporto per il bene della famiglia. Le interazioni con loro delineano, attraverso sguardi e piccoli gesti, il peso di aspettative e giudizi sociali che rendono il divorzio una vera e propria battaglia morale.

 

 

In Január 2 la prospettiva di Ági č cruciale, poiché, anche quest’ultima č alle prese con una relazione a un bivio e affronta il trasloco dell’amica quasi come se fosse un’anticipazione di una possibile futura separazione con il suo compagno. Attraverso gli occhi di Ági, la regista introduce uno sguardo distaccato ma empatico sul dolore altrui, che diventa uno specchio in cui riflettere la propria crisi interiore. La macchina da presa segue i movimenti, lenti e complici, delle due donne e della cittŕ intorno a loro, in una danza di sguardi e silenzi che esprimono l'ineluttabile sofferenza della separazione e il senso di solitudine che ne deriva.

 

Január 2 č un film intimo e toccante, che riesce a catturare il fascino e la brutalitŕ dei cambiamenti nella vita. La regia di Zsófia Szilágyi, attenta ai dettagli, lascia spazio alle emozioni, al dolore che traspare nei piccoli gesti quotidiani e trasmette il dramma della fine di un amore e il timore di un futuro incerto. La regista riesce a dare vita a una narrazione autentica e umana, rendendo Január 2 un’opera sincera e coinvolgente. Con la sua riflessione sul significato della famiglia, del sacrificio e del dolore, il film si colloca come un’indagine psicologica sulla natura delle relazioni e su ciň che resta quando tutto sembra perduto.

 

english version:

 

"Január 2" by Zsófia Szilágyi

A Poignant Tale of Separation and Self-Reflection

 

Zsófia Szilágyi’s debut film, Január 2, premiered in the Biennale College section of the 81st Venice Film Festival, is a subtle exploration of separation and emotional aftermath. Set in a desolate Budapest on a January morning following New Year’s Day, the film captures the poignant journey of Ági, the film’s protagonist, as she navigates the quiet streets of Budapest, shrouded in a somber winter atmosphere. Through its carefully crafted scenes and nuanced portrayal, Január 2 presents an introspective tale, capturing the intimate moments of dissolution that, though painful, often define human relationships.

 

The storyline opens in the early morning as Ági drives through a silent city, with buildings that stand as witnesses to Hungary’s layered history: from grand Stalinist buildings with their ornate and commanding presence, the scene shifts to the stark, functional blocks of the Khrushchev era. The journey takes her to the outskirts, pausing at a modest courtyard with a swing, a poignant marker of a childhood endangered by the family crisis unfolding within. Here Ági meets Klára, an old friend going through the difficult process of separating from her husband. Together, they embark on a series of trips through the city, carrying boxes and memories from one home to the next, each journey revealing more about Klára’s fractured world and Ági’s introspective reflections.

 

Klára’s character is both intriguing and tragic. Desperately seeking order, she arranges her belongings meticulously, as though their precise placement could somehow stabilize her inner chaos. These trips are interspersed with glimpses of Klára's strained family relationships: her mother, who shows more concern for the wellbeing of her grandchildren, and her in-laws, who are divided in their feelings toward her choice. While her mother-in-law is distant and judgmental, her father-in-law remains a steadfast support, a testament to the complex emotional ties that persist despite the fractures within the family unit.

 

Zsófia Szilágyi’s direction brings forth the psychological turmoil of the characters with subtlety and grace. The camera intimately captures moments of silence and the weight they carry, creating a rhythm that mirrors the repetitive nature of their journey—a haunting sense of sameness that underscores the theme of unresolved pain. Klára’s new partner, who appears briefly, feels more like a fleeting escape than a solution, a reminder of how the familiar often overshadows the comfort found in new beginnings.

 

The perspective shifts between Ági’s empathetic observation of her friend’s pain and her own introspections. Ági’s own relationship is also faltering, and her journey with Klára presents her with an unspoken cautionary tale, one that may help her confront her own uncertainties. Szilágyi effectively uses the camera as an observer, maintaining a respectful distance yet capturing the intricacies of human emotion and the quiet resilience of her characters.

 

Január 2 emerges as a powerful narrative of transition, leaving a lasting impression through its subtle details and raw, understated performances. Szilágyi skillfully draws viewers into the intimate lives of her characters, crafting a tale of human vulnerability and resilience. Through its poignant portrayal of endings and new beginnings, the film stands as a testament to the complexity of human relationships and the quiet strength needed to move forward, even when the path is uncertain. 

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]