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N. 72 - Dicembre 2013 (CIII)

UNO STRANO ZOO
Tra Immagini e slogan

di Giovanna D’Arbitrio

 

Immagini di falchi, falchetti, colombe, pitonesse, piragna, giaguari, caimani, grilli e grilini ultimamente hanno invaso le nostre menti a tal punto che non sappiamo se parliamo di politica o di uno strano zoo che suscita incubi. E che dire dei “rottamatori”? In questo sfascio totale, cosa avranno più da rottamare? Qui bisogna ricostruire!

 

Alcuni anni fa scrissi un articolo “Politica d’immagine” e rileggendolo mi sono chiesta cosa sia cambiato: nulla probabilmente, anzi forse lo scenario politico è oggi ancor più complicato e confuso.

 

Ecco l’articolo e lascio il giudizio ai lettori:

 

“In questi giorni molti hanno rimpianto la propaganda politica del passato che, fondata prevalentemente sulla comunicazione di tipo “verbale”, cercava di incidere sugli elettori almeno con una parvenza di razionalità e coerenza attraverso la presentazione di programmi politici ben definiti.

 

In Italia negli anni ’60 e ’70 le cosiddette Tribune Elettorali, condotte in Tv da bravi moderatori, come Ugo Zatterin, Jader Jacobelli, Villy De Luca, Ugo Vecchietti e altri, si svolgevano in tono piuttosto formale, ma pacato e “cronometrato” , per non far torto a nessun partito.

 

I giornalisti presenti poi ponevano educatamente delle domande, talvolta anche un po’ imbarazzati o emozionati davanti alle telecamere. Jader Jacobelli una volta affermò: “ Il servizio pubblico deve entrare nelle case con educazione, togliendosi le scarpe “. E allora i leader di grande spessore dei vari partiti facevano appassionare gli italiani alla politica, discutendo su temi e problemi seri.

 

Sono passati gli anni e dalla comunicazione essenzialmente verbale, siamo passati a quella basata su immagini accattivanti e persuasive che più delle parole s’imprimono con forza nella memoria delle persone, oppure su avvenimenti “sensazionali” o gossip di vario genere. Di tutto ciò si parla per ore ed ore, giorni e giorni e talvolta mesi, solo per distogliere l’attenzione da problemi seri, sollevando così un gran polverone che nasconde la verità e confonde le persone.

 

David Levi Strauss nel suo libro “Politica della Fotografia” analizza il rapporto tra i sistemi di Potere e quelli di produzione d’immagini che vengono manipolati ad hoc per vari obiettivi. Nell’introduzione al libro, inoltre, John Berger afferma che il caos estremamente tirannico e pervasivo nel quale siamo costretti a vivere, riduce tutto ad una versione “virtuale” della realtà da cui si trae una fonte infinita di profitti. La politica, insomma, sta diventando spettacolo e lo show ha bisogno di attori e attrici, pronti alla recita.

 

Ci chiediamo, tuttavia, se tutto ciò possa servire ad impressionare coloro che non riescono ad arrivare a fine mese, che perdono un posto di lavoro o devono emigrare, i piccoli imprenditori in difficoltà e le coraggiose persone che, con modeste attività, fanno salti mortali per sopravvivere, soprattutto al Sud dove tutto verrà stritolato ancora una volta da corruzione, criminalità, federalismo fiscale e crisi economica.

 

I giovani meridionali che lavorano nei paesi europei, inoltre, sono spesso costretti a sopportare battute ironiche o sprezzanti sull’Italia, giovani che con opportuni programmi politici potrebbero ritornare a casa e far “rifiorire” il Sud!

 

Siamo alla vigilia di importanti appuntamenti elettorali, eppure non abbiamo ancora sentito esposizioni chiare e ordinate di idee e programmi su problemi concreti e urgenti che richiedono soluzioni condivise sia nel nostro paese che in Europa.

 

Chi si preoccuperà ora di rilanciare l’immagine ITALIA all’estero, ormai così compromessa, trasformandola in quella di un paese proteso verso un positivo rinnovamento, un paese forte e coeso nel rispetto delle fondamentali libertà democratiche, dei diritti dei lavoratori e di quelli umani e civili di tutti gli esseri umani in genere?”.

 

Era il 2008 quando scrissi tutto ciò e non mi sembra che lo stile della politica italiana sia molto cambiato da allora. E anche se oggi giovani “rampanti” stanno cercando la scalata al potere, in fondo anche loro parlano poco di programmi e si avvalgono molto di slogan e immagini ad effetto per far presa sull’elettorato.

 

Ci chiediamo inoltre se sia davvero finito il cosiddetto berlusconismo, se finalmente potremo andare alle urne con una nuova legge elettorale, se nuovi leader italiani, possibilmente colti, preparati, con una buona conoscenza delle lingue straniere, saranno in grado di dare non solo una svolta alla politica del nostro Paese, ma anche di dialogare con competenza e dignità a livello internazionale.



 

 

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