Zizim, aspirante sultano
Alleanze tra la Chiesa di Roma
e principi ottomani
di Sara
Fresi
Egli era figlio terzogenito di
Mehemet II e fratello di Bajazette
II. Aveva 28 anni quando morì suo
padre. Era un bravo guerriero,
eccellente cacciatore e giovane
istruito. Parlava molto bene la
lingua turca, araba, persiana, greca
e italiana. Secondo alcune cronache
del tempo Zizim era abile nel
cavalcare come un vero maestro,
maneggiava con destrezza l'arco e la
sciabola.
Conservò sempre tutte le attenzioni
per la sola unica moglie, Maria
figlia di Eleazaro Re di Servia, da
cui ebbe due figli Caibug e Amuratte,
allevati con accuratezza dal
principe Zizim. Morto suo padre
Mehemet II, aspirò al trono, ma con
suo grande dispiacere fu eletto
sultano suo fratello Bajazette II, a
cui per altro apparteneva per
diritti di natura, perché era più
grande di età.
Questa fu la causa
principale che portò il principe a
sferrare molteplici attacchi al
fratello. Disperato per quegli
sfortunati tentativi di prendere il
trono, chiese asilo al Gran Maestro
d'Aubusson in Rodi. I Gerosolimitani
erano considerati nemici dei Turchi
e questa notizia suscitò rabbia e
sconforto nel sultano.
«Un
notevole avvenimento accadde nel
porto di Civitavecchia l'Anno 1489.
Il Turco Zizim fratello del Sultano
Bajazet uomo di stima presso i
Maomettani, che tanta gelosia recava
al trono di Costantinopoli, per
opera e maneggi del gran maestro
dell'Ordine Gerosolimitano da Rodi
fu con nobile scorta inviato verso
questo porto pontificio per essere
quindi mandato in Roma, e consegnato
al sommo pontefice allora regnante
Innocenzo VIII. Lo scopo principale
era quello, che il Papa lo ritenesse
presso di se, quasi in ostaggio, per
valersene in occasione in qualche
utile trattativa di pubblico
interesse.
Molto gradì il pontefice
di aver in mano un tal personaggio,
e ordinò a Leonardo Cibo suo nipote,
il quale presiedeva in quei dì alla
città di Civitavecchia, perchè
quello ricevuto fosse con tutti i
convenuti riguardi. Giunto infatti
Zizim nel 12 Marzo dell'anno
suddetto, tosto da Leonardo entro il
nuovo frabbricato della rocca, che
sopra abbiamo descritto, accolto
venne e trattato pomposamente.
Nel
seguente giorno seguito dai suoi e
dal consanguineo del Papa e da molti
della corte Romana, che gli si
mossero incontro, fece la sua
entrata in Roma ammesso in un
appartamento del palazzo Apostolico
che gli si destinò per sua
residenza.
Giovi qui riflettere, che Bajazet da Costantinopoli mirando
sempre con qualche apprensione il
fratello Zizim dimorante in Roma e
temendo di vederselo comparire alla
testa d'un armata contro di se,
cessò pel momento da ogni scorreria,
e dal perseguitare i Cristiani, in
modo che l'Italia si poté godere a
quei tempi d'una certa pace, ma poco
durò questa tranquillità, giacché il
famoso Zizim dato finalmente dal
Papa Alessandro VI, successore di
Innocenzo nelle mani di Carlo VIII
re di Francia il quale col suo
esercito passava in Napoli per indi
trasferirsi in Oriente a portar la
guerra contro lo stesso Bajazet,
fatalmente morì per istrada, ciò che
molto piacque all'Imperatore
Ottomano, e gli fè accrescere le
persecuzioni contro il
cristianesimo».
I fatti storici argomentati
chiariscono che Zizim aspirava a
diventare sultano, titolo invece
conferito a suo fratello maggiore.
Per questo motivo si affidò al
pontefice che acconsentì
all'alleanza con l'obiettivo di
formare una Sacra Lega contro
Bajazette II, sbalzarlo dal trono
per innalzarvi Zizim con gran
vantaggio delle potenze cristiane
interessate a instaurare accordi di
natura economica e politica.
Riferimenti bibliografici:
Storia di Civitavecchia dalla sua
origine fino all'anno 1848
scritta da Monsignor Vincenzo
Annovazzi Arcivescovo d'Igonio,
Tipografia Ferretti, Roma1853, pp.
261-262.
Dizionario Storico delle Vite di
tutti i Monarchi Ottomani; fino al
Regnante Gran Signore Achmet IV, e
delle più riguardevoli cose
appartenenti a quella Monarchia.
Dato alla luce da Vincenzo
Abbondanza romano e dal medesimo
dedicato all'Eminentissimo e
Reverendissimo Principe, il Signor
Cardinale D. Domenico Orsini
D'Aragona. Cavaliere del Regio
Ordine di S. Gennaro, e Protettore
dei Regni delle Due Sicilie presso
la Santa Sede, Per Luigi Vescovi
e Filippo Neri, Roma1786, Con
Licenza de' Superiori, p. 390.