[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

194 / FEBBRAIO 2024 (CCXXV)


moderna

Zizim, aspirante sultano
Alleanze tra la Chiesa di Roma e principi ottomani

di Sara Fresi

 

Egli era figlio terzogenito di Mehemet II e fratello di Bajazette II. Aveva 28 anni quando morì suo padre. Era un bravo guerriero, eccellente cacciatore e giovane istruito. Parlava molto bene la lingua turca, araba, persiana, greca e italiana. Secondo alcune cronache del tempo Zizim era abile nel cavalcare come un vero maestro, maneggiava con destrezza l'arco e la sciabola.

 

Conservò sempre tutte le attenzioni per la sola unica moglie, Maria figlia di Eleazaro Re di Servia, da cui ebbe due figli Caibug e Amuratte, allevati con accuratezza dal principe Zizim. Morto suo padre Mehemet II, aspirò al trono, ma con suo grande dispiacere fu eletto sultano suo fratello Bajazette II, a cui per altro apparteneva per diritti di natura, perché era più grande di età.

 

Questa fu la causa principale che portò il principe a sferrare molteplici attacchi al fratello. Disperato per quegli sfortunati tentativi di prendere il trono, chiese asilo al Gran Maestro d'Aubusson in Rodi. I Gerosolimitani erano considerati nemici dei Turchi e questa notizia suscitò rabbia e sconforto nel sultano.

 

«Un notevole avvenimento accadde nel porto di Civitavecchia l'Anno 1489. Il Turco Zizim fratello del Sultano Bajazet uomo di stima presso i Maomettani, che tanta gelosia recava al trono di Costantinopoli, per opera e maneggi del gran maestro dell'Ordine Gerosolimitano da Rodi fu con nobile scorta inviato verso questo porto pontificio per essere quindi mandato in Roma, e consegnato al sommo pontefice allora regnante Innocenzo VIII. Lo scopo principale era quello, che il Papa lo ritenesse presso di se, quasi in ostaggio, per valersene in occasione in qualche utile trattativa di pubblico interesse.

 

Molto gradì il pontefice di aver in mano un tal personaggio, e ordinò a Leonardo Cibo suo nipote, il quale presiedeva in quei dì alla città di Civitavecchia, perchè quello ricevuto fosse con tutti i convenuti riguardi. Giunto infatti Zizim nel 12 Marzo dell'anno suddetto, tosto da Leonardo entro il nuovo frabbricato della rocca, che sopra abbiamo descritto, accolto venne e trattato pomposamente.

 

Nel seguente giorno seguito dai suoi e dal consanguineo del Papa e da molti della corte Romana, che gli si mossero incontro, fece la sua entrata in Roma ammesso in un appartamento del palazzo Apostolico che gli si destinò per sua residenza.

 

Giovi qui riflettere, che Bajazet da Costantinopoli mirando sempre con qualche apprensione il fratello Zizim dimorante in Roma e temendo di vederselo comparire alla testa d'un armata contro di se, cessò pel momento da ogni scorreria, e dal perseguitare i Cristiani, in modo che l'Italia si poté godere a quei tempi d'una certa pace, ma poco durò questa tranquillità, giacché il famoso Zizim dato finalmente dal Papa Alessandro VI, successore di Innocenzo nelle mani di Carlo VIII re di Francia il quale col suo esercito passava in Napoli per indi trasferirsi in Oriente a portar la guerra contro lo stesso Bajazet, fatalmente morì per istrada, ciò che molto piacque all'Imperatore Ottomano, e gli fè accrescere le persecuzioni contro il cristianesimo».

 

I fatti storici argomentati chiariscono che Zizim aspirava a diventare sultano, titolo invece conferito a suo fratello maggiore. Per questo motivo si affidò al pontefice che acconsentì all'alleanza con l'obiettivo di formare una Sacra Lega contro Bajazette II, sbalzarlo dal trono per innalzarvi Zizim con gran vantaggio delle potenze cristiane interessate a instaurare accordi di natura economica e politica.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Storia di Civitavecchia dalla sua origine fino all'anno 1848 scritta da Monsignor Vincenzo Annovazzi Arcivescovo d'Igonio, Tipografia Ferretti, Roma1853, pp. 261-262.

 

Dizionario Storico delle Vite di tutti i Monarchi Ottomani; fino al Regnante Gran Signore Achmet IV, e delle più riguardevoli cose appartenenti a quella Monarchia. Dato alla luce da Vincenzo Abbondanza romano e dal medesimo dedicato all'Eminentissimo e Reverendissimo Principe, il Signor Cardinale D. Domenico Orsini D'Aragona. Cavaliere del Regio Ordine di S. Gennaro, e Protettore dei Regni delle Due Sicilie presso la Santa Sede, Per Luigi Vescovi e Filippo Neri, Roma1786, Con Licenza de' Superiori, p. 390.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]