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N. 21 - Settembre 2009 (LII)

ZIQQURAT

le scale del cielo
di Cristiano Zepponi

 

Il termine Ziqqurat (o Ziggurat, Ziqqurath, Ziggurath), derivato dal verbo zaqaru (“essere elevato”), designa la forma architettonica di una torre templare a base quadrangolare costituita da terrazze sovrapposte e digradanti verso l’alto.

 

Sulla sommità era infine presente un piccolo tempio, una cella o un santuario: una soluzione architettonica di origine sumera ma divenuta caratteristica dell’intera area Mesopotamica.


Queste strutture, costruite con blocchi o mattoni – materiali architettonici tipici della regione, ricca d’argilla e povera di legno e pietra – e capaci di raggiungere dimensioni maestose (la ziqqurat di Esagila vantava lati di 90 m. nella base quadrata e in altezza) sembrano cautamente distinguibili in 3 tipi diffusi nella regione: a) rettangolare a gradini, diffuso soprattutto nella zona meridionale; b) quadrato dotato di acceso con rampe, diffuso nella zona settentrionale; c) misto, con la base quadrata oltre all’accesso con scale ai piani inferiori e rampe ai superiori, che trova sublimazione nelle strutture babilonesi.


L’esemplare meglio conservato è quello di Urnammu ad Ur, datato 2550 a.C; nel bacino del Mediterraneo, invece, l’unico esempio conosciuto è quello dell’altare preistorico di Monte d'Akkoddi, in Sardegna.

 

Per quanto riguarda la loro funzione, invece, diverse sono le teorie proposte; alcuni parlano di osservatori astronomici, altri di monumenti funebri, altri ancora di sedi delle feste sacre all’inizio dell’anno agrario. Appare più soddisfacente però – come confermato da Erodoto nelle Storie (I, 181-83) - quella di W. Andrae: la ziqqurat andrebbe posta in stretta dipendenza con i tempi eretti al di sopra e nei pressi, dove la divinità risiederebbe e si mostrerebbe in momenti fissi e predeterminati del calendario liturgico.

 

Resti dello ziqqurat di Choqa zanbil, in Iran

 

La ziqqurat – casa terrestre della divinità – risulterebbe dunque il supremo sforzo di congiungersi alla dimora celeste, innalzandosi dal suolo e supplendo in questo modo alla mancanza di montagne nella regione.



 

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