N. 53 - Maggio 2012
(LXXXIV)
IL CASO TYMOSHENKO
TRA POLITICA, SPORT E OPINIONE PUBBLICA
di Francesca Zamboni
Proprio
in
questi
giorni
è
tornato
alla
ribalta
un
nome:
Yulia
Tymoshenko,
ex
primo
ministro
dell’Ucraina,
nonché
attuale
leader
dell’opposizione
del
governo
Viktor
Yanukovich.
Una
donna
piena
di
energia
non
solo
nel
mondo
politico,
ma
anche
dietro
le
sbarre
del
carcere
da
dove
grida
la
sua
innocenza,
di
essere
stata
vittima
di
percosse,
soprusi
e di
un
piano
studiato
alla
perfezione
per
farla
fuori
dal
panorama
politico.
Le
accuse
a
suo
carico
sono
molto
pesanti:
si
va
dall’abuso
di
potere
fino
all’evasione
fiscale
per
quanto
concerne
un
contratto
stipulato
dalla
stessa
nel
2009
per
acquistare
gas
naturale
proveniente
dalla
Russia.
Una
mossa
giudicata
azzardata
che
avrebbe
comportato
un’ingente
perdita
per
l’Ucraina,
ovvero
oltre
quattrocento
milioni
di
dollari
e
una
condanna
a
sette
anni
di
reclusione.
Una
pena,
quest’ultima,
che
la
Tymoshenko
sta
scontando
dallo
scorso
ottobre
tra
problemi
di
salute
e
condizioni
precarie.
Adesso
che
la
donna
ha
dichiarato
di
aver
subito
maltrattamenti
all’interno
del
carcere,
con
l’ausilio
di
testimonianze
fotografiche
e
video,
l’opinione
pubblica
e
quella
politica
democratica
si
sono
unite,
chiedendo
non
solo
la
liberazione
dell’ex
primo
ministro
ucraino,
ma
anche
quella
di
altri
prigionieri
politici
ucraini.
I
lividi
mostrati
dalla
Tymoshenko
e lo
sciopero
della
fame
hanno
attirato
l’attenzione,
in
primis,
di
Angela
Merkel,
disposta
ad
annullare
un
appuntamento
importante
come
quello
degli
europei
di
calcio
2012.
Una
mossa
rafforzata
dal
commissario
UE
per
la
giustizia
Viviane
Reding,
che
ha
elegantemente
rifiutato
l’invito
che
la
voleva
presente
all’inaugurazione
dell’evento
calcistico.
Una
battaglia
inizialmente
tutta
al
femminile
che
col
tempo
ha
coinvolto
altri
volti
politici,
come
l’ex
premier
Silvio
Berlusconi,
il
ministro
degli
Affari
esteri
Giulio
Terzi
e
ultimamente
anche
lo
scrittore
e
saggista
polacco
Adam
Michnik.
In
ballo,
sono
entrati
non
solo
una
questione
di
colpevolezza
o
innocenza,
ma i
diritti
umani
e la
salute
di
una
donna
estremamente
peggiorata
e
che
avrebbe
rifiutato
un
eventuale
ricovero
in
una
clinica
berlinese,
per
mancanza
di
fiducia
nei
medici
scelti
dal
governo.
Ovviamente,
le
autorità
penitenziarie
smentiscono
quanto
dichiarato
dalla
donna,
ma
le
condizioni
della
Tymoshenko
non
possono
non
essere
prese
in
considerazione,
neanche
dal
mondo
del
calcio
che
proprio
fra
poche
settimane
darà
il
via
agli
Europei;
evento
noto
anche
come
Polonia-Ucraina
2012
e la
cui
fase
finale
si
svolgerà
appunto
in
Polonia
e
Ucraina
dall’8
giugno
al
1º
luglio.
Giancarlo
Abete,
presidente
della
Figc,
sostiene
che
“il
calcio
aiuterà
a
far
parlare
del
caso
di
Yulia
Tymoshenko”,
perché
in
effetti
lo
sport
spesso
si
fa
portavoce
delle
questioni
sociali,
fungendo
eccellentemente
da
cassa
di
risonanza
in
tutti
quei
casi,
dove
i
diritti
umani
sembrano
essere
calpestati
all’ombra
di
vicende
politiche
strumentalizzate,
ledendo
personaggi
scomodi.
Insomma,
l’invito
rivolto
al
presidente
Yanukovych
è
chiaro:
“liberare
Yulia
Tymoshenko”,
la
punta
di
un
iceberg
di
uno
dei
tanti
casi
che
porta
alla
luce
le
brutte
condizioni
dei
detenuti
nei
meandri
carcerari.