N. 139 - Luglio 2019
(CLXX)
WILLIAM WORDSWORTH
IL
Bambino
è
Padre
dell'Uomo
di
Giovanna
D’Arbitrio
William
Wordsworth
(1770-1850)
fu
il
grande
poeta
inglese
che
insieme
al
suo
amico
Samuel
Taylor
Coleridge
pubblicò
le
Lyrical
Ballads
nel
1798,
primo
manifesto
del
romanticismo
britannico,
nonché
del
naturismo
ispirato
dalle
idee
di
Rousseau
e
dal
Neoplatonismo.
Decisamente
innovativa
la
sua
poesia
centrata
su
storie
di
personaggi
umili
e
temi
della
vita
quotidiana,
narrati
con
un
linguaggio
semplice
e
immediato.
Wordsworth,
Coleridge
e
Southey,
affascinati
dalla
cornice
paesaggistica
del
Distretto
dei
Laghi,
furono
denominati
Lake
Poets
e
considerati
iniziatori
del
cosiddetto
Romanticismo
etico
(1798-1832)
della
prima
generazione,
mentre
alla
seconda
appartennero
George
Gordon
Byron,
Percy
Bysshe
Shelley
e
John
Keats.
Due
sono
le
poesie
di
Wordsworth
che
esprimono
in
modo
semplice
e
chiaro
non
solo
le
idee
romantiche,
ma
anche
il
naturismo
di
forte
impronta
neoplatonica
e
immanentistica:
The
Rainbow
(L’Arcobaleno),
The
Daffodils
(I
Narcisi),
versi
meravigliosi
sgorgati
dall’ammirazione
per
i
suggestivi
spettacoli
naturali
offerti
dal
Lake
District,
dove
egli
era
nato
nel
1770
(Cockermouth)
e
dove
trascorse
la
maggior
parte
della
sua
lunga
vita.
Tutta
la
sua
poesia
appare
pervasa
dall’amore
per
la
Natura
che
con
il
suo
magico
richiamo
lo
attira,
l’affascina,
lo
induce
alla
riflessione,
donandogli
preziosi
insegnamenti.
Sotto
l’influsso
delle
idee
del
Rousseau
e
della
filosofia
neoplatonica,
arricchite
dalle
sue
personali
esperienze,
elabora
una
visione
panteistica
in
cui
la
“presenza
divina”
è
qualcosa
di
immanente
e
visibile
nel
creato.
Secondo
lui,
è
proprio
questa
grande,
divina
forza
del
mondo
naturale
che
fa
progredire
l’Uomo
attraverso
i
tre
stadi
della
vita:
l’infanzia,
la
gioventù,
la
vecchiaia.
L’infanzia
è la
fase
più
importante,
poiché
in
essa
l’innocenza
e
la
“reminiscenza”
di
una
dimensione
soprannaturale
prenatale,
consentono
di
intuire
senza
sforzo
le
armoniose
leggi
della
natura.
Le
positive
emozioni
sperimentate
in
tenera
età,
preservate
poi
dalla
memoria,
aiuteranno
l’essere
umano
a
crescere
e a
progredire
spiritualmente
nelle
fasi
successive:
“il
bambino
è
padre
dell’uomo”,
scriverà
in
uno
dei
suoi
versi.
Anche
il
poeta,
dotato
di
grande
sensibilità,
riesce
a
comporre
spontanei
versi
attingendo
al
prezioso
tesoro
delle
emozioni
recollected
in
tranquillity,
ricordate
in
tranquillità,
cioè
prima
assimilate
dalla
memoria
e
poi
rielaborate
e
riscoperte
dall’anima
in
un
momento
di
pace.
Nei
versi
di
The
Rainbow,
Wordsworth
descrive
ciò
che
prova
di
fronte
a un
meraviglioso
arcobaleno:
egli
sente
balzare
il
cuore
in
petto
a
quella
vista,
si
ricorda
poi
che
provò
la
stessa
intensa
gioia
da
bambino
e si
augura
che
ciò
possa
ripetersi
sempre
per
tutta
la
vita,
altrimenti
meglio
sarebbe
per
lui
morire.
Così
scrive:
My
heart
leaps
up
When
I
behold
A
rainbow
in
the
sky:
So
was
it
when
my
life
began,
So
it
is
now
I am
a
man,
So
be
it
when
I
shall
grow
old
Or
let
it
die!
The
Child
is
father
of
the
Man…
Le “emozioni
ricordate
in
tranquillità”
ritornano
nella
significativa
poesia
The
Daffodils,
in
cui
i
narcisi,
come
gioiosi
esseri
viventi,
danzano
nella
brezza
sotto
il
sole,
lungo
le
sponde
di
una
baia:
Along
the
margin
of a
bay,
Ten
thousand
saw
I at
a
glance,
Tossing
their
heads
in
sprightly
dance...
Il
poeta
li
ammira,
ma
non
si
rende
subito
conto
dell’arricchimento
spirituale
che
la
Natura
felice
gli
sta
donando.
Sarà
soltanto
dopo,
mentre
riposa
tranquillo
nel
suo
letto,
che
quei
gioiosi
fiori
ritorneranno
alla
vista
del
suo
“occhio
interiore”,
nella
pace
beata
della
solitudine.
Allora
il
suo
cuore
si
riempirà
di
gioia
e
danzerà
con
i
narcisi:
For
oft,
when
on
my
couch
I
lie,
In
vacant
or
pensive
mood,
They
flash
upon
that
inward
eye
Which
is
the
bliss
of
solitude;
And
the
my
heart
with
pleasure
fills,
And
dances
with
the
daffodils.
Versi
stupendi
che
ci
invitano
ad
amare
la
Natura
e a
scoprire
in
essa
una
misteriosa,
“divina”
presenza
che
dona
serenità
e
armonia.
In
quei
luoghi,
in
effetti,
tra
dirupi
e
laghi
del
Cumberland,
fanciullo
infelice,
attraverso
lunghe
passeggiate
a
contatto
con
la
natura,
placò
le
angosce
causate
dei
primi
tristi
eventi
della
vita,
come
la
perdita
di
entrambi
i
genitori
e le
difficoltà
finanziarie
che
ne
seguirono.
Chiuso
e
ribelle,
egli
stesso
affermò
che
la
Natura
“lo
iniziò
alla
vita”,
aiutandolo
a
uscire
da
una
profonda
tristezza.
Studiò
al
St.
John’s
College
di
Cambridge,
e
nel
1790
andò
in
Francia
dove
si
entusiasmò
per
le
idee
democratiche
della
Rivoluzione
e
s’innamorò
di
Annette
Vallon,
dalla
quale
ebbe
una
figlia,
Caroline.
La
brutalità
del
Regime
del
Terrore
e
successivamente
le
mire
imperialistiche
di
Napoleone,
tuttavia,
lo
delusero
a
tal
punto
che
lasciò
la
Francia
e
ritornò
in
Inghilterra.
Ripudiò
per
sempre
gli
ideali
rivoluzionari
e si
spostò
in
seguito
su
posizioni
sempre
più
conservatrici,
anche
se
continuò
a
mostrare
pietà
e
sentimenti
umanitari
verso
i
poveri.
Nel
1798
pubblicò,
insieme
a
Coleridge,
le
già
citate
Lyrical
Ballads
e
nel
1799
sposò
Sarah
Hutchinson,
dalla
quale
ebbe
cinque
figli.
Tornato
alla
fine
nel
suo
amato
Lake
District,
con
la
sua
famiglia
e la
sorella
Dorothy,
sua
valida
collaboratrice,
negli
anni
che
seguirono
scrisse
le
opere
migliori
e il
suo
capolavoro
The
Prelude.
La
vita
continuò
a
infliggergli
prove
dolorose,
come
la
morte
del
fratello
(annegato
in
mare)
e di
due
figli,
Thomas
e
Catherine,
la
grave
paralisi
della
cara
Dorothy;
nello
stesso
tempo
tuttavia
la
vita
gli
regalò
fama,
ricchezza
e
onori
fino
alla
morte,
avvenuta
nel
1850,
all’età
di
80
anni.