[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

181 / GENNAIO 2023 (CCXII)


contemporanea

RICORDANDO WILLIAM BUTLER YEATS
Tra aneliti di libertà e mistiche atmosfere

di Giovanna D’Arbitrio

 

In questi tempi duri in cui ci dibattiamo tra pandemia e guerra in Ucraina, tempi in cui la libertà e la vita stessa sulla Terra sembrano essere minacciate, ci vengono spesso in mente i versi di grandi poeti, come quelli di Pasqua 1916, scritti dal poeta irlandese, William Butler Yeats, che lottò per l’indipendenza dell’Irlanda e fu anche senatore dello Stato Libero d’Irlanda negli anni Venti del Novecento.

 

Ci sembra giusto ricordare che il 24 aprile 1916, durante la Pasqua, i repubblicani guidati da Patrick Pearse e James Connolly occuparono Dublino e proclamarono la Repubblica e l’indipendenza dalla Gran Bretagna. Purtroppo dopo sei giorni di combattimenti, la rivolta fu repressa nel sangue e i suoi leader furono catturati e giustiziati.

 

Yeats era un convinto repubblicano e conosceva molti dei protagonisti della rivolta, ma era anche un convinto pacifista che non amava la violenza. La feroce repressione e l’esecuzione di Patrick Pearse, James Connolly, Tom Clarke, Seán Mac Dermott, Joseph Plunkett, Éamonn Ceannt, Thomas MacDonagh e altri, tuttavia, fu per lui un terribile shock, forse accentuato da un senso di colpa per non aver partecipato alla rivolta: espresse pertanto in versi la consapevolezza che dal sacrificio di quei rivoltosi, la causa indipendentista avrebbe tratto maggiore forza. E così scrisse: «A terrible beauty isborn» (Una terribile bellezza è nata).

 

Considerato uno dei più grandi poeti vissuti tra ‘800 e ‘900, William Butler Yeats, nato a Dublino nel 1865, ottenne il Premio Nobel per la Letteratura nel 1923 con la seguente motivazione: «Per la sua poetica sempre ispirata che con alta forma artistica ha dato espressione allo spirito di un’intera nazione». In effetti fin dall’inizio le sue opere appaiono profondamente radicate nell’amore per il suo paese, nonché nel desiderio di indipendenza e libertà dal dominio inglese.

 

Primogenito del pittore John Butler Yeats e di Susan Pollexfen, a due anni si trasferì con la famiglia da Sandymount, Dublino, alla contea di Sligo e poi a Londra dove frequentò la Godolphin School. In seguito tornò a Dublino e proseguì i suoi studi all’Erasmus Smith High School. Nel 1885 cominciò scrivere le prime poesie, pubblicate su Dublin University Review.

 

In questa prima fase la poesia di Yeats è impregnata di miti e folklore irlandese: frequenti visite alla contea di Sligo rappresentano una vera e propria immersione nella popolazione rurale, con i suoi miti e leggende. Dal 1887 visse a Dublino, pur recandosi spesso a Londra e pubblicando documenti letterari e folkloristici della sua terra, come Fairy and Folk Tales of the Irish Peasantry, Representative Irish Tales, e poesie come Mosada, a dramatic poem, The Wanderings of Oisin and Other Poem, liriche suggestive che rivelano in particolare l’influsso del romanticismo, la sua passione per i temi magico-spirituali, peculiarità del suo stile, caratterizzato da sincerità di emozioni, nonché chiaro intento di riportare in vita lingua e letteratura irlandesi.

 

Incoraggiato da Lady Augusta Gregory, infatti, fondò il movimento Irish Celtic Revival. Nel 1904 insieme ad altri scrittori, tra i quali Sean ‘O Casey, John Millington  Syngee Padraic Column, inaugurò l’Abbey Theatre in cui andarono in scena anche le sue opere teatrali, centrate sia sugli aneliti alla libertà dell’Irlanda, sia sulla Londra di fine ‘800. Tra I suoi drammi ricordiamo Cathleen Ni Houlihan The Land of Heart’s Desire, The Shadowy Waters, Deirdre.

 

Considerato ormai caposcuola dei nuovi poeti irlandesi, Yeats pubblicò Various Legends and Lyrics, The Celtic Twilight, Men and Women, Dhouls and Faieries. Seguiranno altre raccolte tra cui The Rose e The Wind Among the Reeds. La prima raccolta è un mix di temi epici irlandesi e idee platoniche sull’amore spirituale che rivelano il suo animo romantico in uno stile musicale e uso di simboli evocativi. Nella seconda raccolta esplode l’amore struggente per Maud Gonne, una giovane volitiva e passionale che Yeats aveva conosciuto a Londra nel 1889. S’innamorò perdutamente di lei e le chiese ripetutamente di sposarla, benché ricevesse continui rifiuti. In seguito Maud sposò il nazionalista John MacBride e Yeats la giovane Georgie Hyde-Lees (1917).

 

Genio poliedrico, Yeats tuttavia conquistò fama mondiale con le liriche in cui la sua originale figura di poeta emergeva tra sincere emozioni e mistiche atmosfere. Affermò: «La vita ha due volti, uno scoperto agli occhi di tutti, l’altro velato e poeta è quegli che sa cogliere il momento in cui i due volti s’avvicinano fino a confondersi in uno solo, quegli che sa vedere attraverso, non con gli occhi».

 

Si interessò alle idee visionarie di Percy Bysshe  Shelley, di William Blake e a quelle teosofiche: divenne membro della società rosicrociana The Hermetic Order of The Golden Dawn. L’elemento magico e misterioso è presente anche nelle novelle, come The Secret Rose e The Tables of the Law, mentre le sue idee filosofiche ed esoteriche sono espresse nei saggi di Ideas of Good and Evil, Per amica silentia Lunae, A Vision, nonché in opere di carattere autobiografico, come Dreams and Reveries, The Cutting of an Agate, The Trembling of the Veil.

 

Puro sognatore, ma anche realistico uomo politico, dal 1922 al 1928 fu senatore nella libera Irlanda e quando nel 1923 gli fu conferito il Premio Nobel per la letteratura, la sua arte era già universalmente riconosciuta. Scrivendo senza sosta per 50 anni, senza mai cristallizzarsi in schemi chiusi e formali, seguì i nuovi climi artistici e spirituali della sua epoca, imponendovi la sua originale impronta. Yeats riuscì a cogliere in modo sublime le suggestioni del decadentismo e del simbolismo francese rielaborandole con gusto estetico.

 

Negli ultimi anni della sua vita la sua lirica si arricchì di possente tensione spirituale e grande capacità linguistica, maturata anche grazie all’amicizia con i poeti e scrittori Ezra Pound e Thomas Eliot, James Joyce e Virginia Woolf. Purtroppo nella fase più matura l’atmosfera sognante si attenua e lascia il posto a una visione tragica della condizione umana: pessimismo e incombente vecchiaia, tuttavia, trovano una compensazione nell’evasione artistica esprimente altalenanti stati d’animo. Il suo stile, inizialmente ricco di simbolismi e dettagli, si evolve verso un linguaggio più semplice e una perfetta armonia tra immagini ed emozioni, con gran varietà di ritmo e metrica.

 

Dopo i sessant’anni, affetto da disturbi cardiaci e respiratori, si trasferì In Italia, a Rapallo, continuando a scrivere poesie, drammi e saggi fino alla fine della sua vita. Morì a Cap Martin in Francia nel 1939 e fu sepolto a Roquebrune, ma nel 1948 la sua salma fu trasferita a Sligo che egli stesso aveva definito come “il posto che più di ogni altro ha influenzato la mia vita”.

 

Sulla sua tomba, situata ai piedi del monte Ben Bulben, si leggono i versi tratti dai suoi Last Poems: «Cast a coldeye/ On Life, on Death/ Horsman, pass by!»(Getta uno sguardo impietoso/ Sulla Vita, sulla Morte/ Cavaliere, prosegui).

 

Mi sembra giusto concludere con una famosa poesia, L’isola del lago di Innisfree, (a Sligo), un luogo a lui molto caro, in cui evidenzia un profondo desiderio di pace che sento di condividere in pieno in questo difficile momento: «Mi alzerò e andrò ora, e andrò a Innisfree/ lì costruirò una piccola capanna, fatta di argilla e canne: / Nove filari di fagioli lì avrò, un alveare per le api da miele,/ E vivrò da solo nella radura rumorosa di api./ E lì avrò un po’ di pace, perché la pace viene calando piano,/ calando dai veli del mattino a dove canta il grillo;/ Lì la mezzanotte è tutto un barlume, e il mezzodì uno splendore purpureo,/ E la sera piena di ali di passeri./ Mi alzerò e andrò ora, perché sempre notte e giorno/ Ascolterò l’acqua del lago sciabordare con lievi suoni presso la riva;/ Mentre sto in piedi sulla strada, o sul selciato grigio,/ L’ascolto nel più profondo del cuore».

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]