[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

194 / FEBBRAIO 2024 (CCXXV)


contemporanea

WALTER RAUFF
SUL NAZISTA CHE DISPOSE i FURGONI CON CAMERE A GAS

di Simone Barcelli

 

Walter Rauff, spietato colonnello delle SS appartenente al servizio segreto nazista e dal 1943 responsabile del controspionaggio nell’Italia settentrionale, è ricordato soprattutto per le nefandezze compiute in Polonia e Ucraina nel 1941-1942.

 

Come direttore del dipartimento II D della RSHA, infatti, dispose e gestì la realizzazione dei furgoni speciali con camere a gas, camuffati da ambulanze, nei quali furono avvelenati col monossido di carbonio almeno centomila deportati, in buona sostanza quelli che non potevano essere proficuamente impiegati nel lavoro all’interno dei campi di concentramento di Sachsenhausen, Chelmno e Poltava.

 

Nel dopoguerra egli collaborò alla realizzazione della rete di fuga destinata ai connazionali, collegata in qualche modo alla Delegacion Argentina de Immigracion en Europa (DAIE), l’organizzazione creata nel 1946 che, nel giro di una decina d’anni, si sarebbe fatta carico dell’immigrazione in Argentina di decine di migliaia di persone ormai compromesse coi regimi totalitari dell’Asse.

 

Egli lo fece con l’avallo di Alois Hudal, Rettore del Pontificio Collegio di Santa Maria dell’Anima a Roma. Pare che i due, dopo essersi incontrati una prima volta a Roma, avessero mantenuto rapporti anche in seguito, con l’intermediazione dell’arcivescovo di Genova Giuseppe Siri.

 

Nel 1949 anche Rauff emigrò in Sud America: dopo una breve permanenza in Ecuador e in Argentina, riparò in Cile, dove a Punta Arenas rappresentò un’impresa che commercializza macchine per scrivere e impianti di precisione, e diresse un’azienda ittica di proprietà dei Braun Menendez, una potente famiglia di origini tedesche.

 

Egli continuò a svolgere negli anni quel che gli era sempre riuscito meglio, cioè incarichi di intelligence, stavolta per conto dei servizi segreti siriani, di quelli israeliani prima della nascita del Mossad, e infine per la Direccion de Inteligencia Naciónal (Dina), la polizia segreta cilena istituita durante la dittatura di Augusto Pinochet.

 

Rauff dal 1958 al 1962 collaborò anche con il Bundesnachrichtendienst (BND), il servizio informazioni della Repubblica Federale Tedesca, come rivela il giornalista Guido Caldiron: «Rauff disponeva d’ingenti risorse da investire. Denaro che– secondo quanto è stato ricostruito negli ultimi anni dallo storico tedesco Bodo Hechelhammer [dal 2010 al 2021 responsabile dell’Ufficio storico del BND, N.d.A.] – proveniva dalla Germania. Alcune autorità avrebbero versato a Rauff oltre 70 mila marchi tra il 1958 e il 1962 per la sua collaborazione con il Bundesnachrichtendienst, diretto all’epoca da Reinhard Gehlen. Del resto, che Rauff avesse qualche copertura, lo confermerà lui stesso, spiegando, in seguito, di essersi recato in Germania all’inizio degli anni Sessanta con un passaporto cileno su cui figurava la sua vera identità».

 

Tra l’altro, come risulta dagli stessi documenti desecretati nel 2011 dall’archivio del BND, egli fu anche protetto dal servizio segreto di Gehlen, che si assunse in parte le spese legali, dopo il suo arresto avvenuto il 19 dicembre 1962 da parte della polizia cilena, in esecuzione di un mandato d’arresto internazionale, a patto che distruggesse tutti i documenti e gli strumenti di spionaggio che avrebbero potuto smascherarlo come agente. Cinque mesi dopo la Corte Suprema cilena decretò la liberazione di Rauff, poiché i crimini contestati, dopo quindici anni, erano caduti in prescrizione.

 

Il governo cileno, successivamente, negò a più riprese la sua estradizione, richiesta da Israele e Germania Ovest, oppure la sua espulsione, reclamata dal Parlamento Europeo e dall’Inghilterra, tanto che Rauff morì in Cile, per un cancro ai polmoni, a settantasette anni.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Simone Barcelli, Le spie naziste degli Stati Uniti. I criminali di guerra tedeschi nell’intelligence Usa, Idrovolante Edizioni, 2023. 

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]