N. 1 - Gennaio 2008
(XXXII)
Iraq: infanzia e violenza
ALLARME UNICEF per due milioni di bambini
di Matteo Liberti
I
bambini. Sono loro a pagare più di altri il
prezzo della violenza in Iraq, nell’ombra di
una poco nota emergenza umanitaria che da
anni affligge il paese: oggi sono circa in due
milioni a soffrire di malattie dovute in gran parte
alla malnutrizione, ed a ciò si aggiunge una quasi
totale mancanza di istruzione, di strutture
sanitarie ed un contesto quotidianamente pervaso da
violenza e insicurezza.
L'ultimo allarme lo ha lanciato l'UNICEF,
affermando da subito che nel 2007 centinaia di bambini
sono rimasti feriti o sono morti a causa della violenza,
mentre molti altri hanno visto morire i loro genitori.
I dati
UNICEF, contenuti nel rapporto Little respite for
Iraq’s children in 2007, dicono inoltre che
circa 25.000 bambini ogni mese sono costretti ad
abbandonare le proprie abitazioni al seguito delle
famiglie, nella speranza di sfuggire a violenze e
intimidazioni di ogni tipo.
Nel
dicembre 2007 erano stimati in 75.000 i bambini
costretti a vivere in campi profughi e rifugi
temporanei. Molti degli sfollati sono in età scolare, in
un paese dove sono già quasi un milione quelli che non
frequentano le scuole elementari. L'UNICEF sottolinea
che ben 220.000 bambini hanno dovuto interrompere
il loro percorso di istruzione nel solo 2007.
Gli orfani iraqeni sono invece calcolati tra i 3
e i 4 milioni, secondo il ministro per la pianificazione
e lo sviluppo. Considerando la maggior parte delle morti
violente riguarda gli uomini, anche il numero delle
vedove in continua ascesa. Secondo Nadira Habib,
un membro del comitato per la famiglia e
l’infanzia del parlamento iracheno, sono invece
solamente 470 i bambini che un sostegno dal governo.
Inoltre, nel solo 2007, sono stati 1350 i bambini
trattenuti dalla polizia o dalle autorità
militari per presunte violazioni alla sicurezza e
in migliaia sono stati feriti o sono morti durante
attacchi suicidi, bombardamenti, scontri a fuoco.
Anche
l’assistenza sanitaria è oggi un lusso,
particolarmente per quei bambini che vivono nelle zone
più periferiche. Fuori da Baghdad, solo un quinto
della popolazione ha a disposizione dei servizi fognari
funzionanti, problema che si aggiunge ad un altro ancor
più grave: l’accesso all'acqua potabile.
Tutto
ciò non può che condurre a cifre impressionanti di
mortalità infantile. Nel 2005 sono stati oltre
120.000 i bambini sotto i cinque anni morti in Iraq. A
tal proposito va ricordato che la cosiddetta U5MR
(Under 5 Mortality Rate, mortalità infantile
sotto i cinque anni) è considerata un indicatore
fondamentale del benessere infantile di un paese. Questo
dato in Iraq è stato nel 2005 di 125 morti su
1.000 nati sani. Negli USA, nello stesso periodo,
è stata di 7…
Ruolo
importante in questo dissesto lo gioca una
drammaticamente crescente malnutrizione,
drasticamente peggiorata in questi anni di invasione
statunitense. Si è passati da una percentuale del 4%
ad una di quasi 8% nei primi anni di guerra, per
arrivare nel 2007 al 25%... Un bambino su quattro
soffre, in Iraq, di malnutrizione cronica o acuta.
Purtroppo, però, questi sono solo numeri e parole,
inadatte a descrivere una situazione che quotidianamente
distrugge le giovani vite dei bambini iraqeni attraverso
sofferenze in Occidente ormai dimenticate.
Resta
una sottile vena di ottimismo: il rapporto UNICEF
afferma in conclusione che, nonostante la situazione sia
gravissima, si sta registrando una diminuzione
della violenza che sta dando possibilità agli
organismi internazionali di intervenire con maggiore
rapidità ed efficacia.
La
speranza è che quello dei bambini iraqeni diventi un
problema percepito come prioritario e non più come una
sorta di danno collaterale di un’assurda guerra.
Quando ripartirà
una speranza di futuro, lo farà da loro. |