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N. 115 - Luglio 2017 (CXLVI)

TROPPO Silenzio suLLE violazioni dei diritti umani
LE GUERRE DIMENTICATE

di Giovanna D’Arbitrio

 

"Il più grande dei crimini, almeno il più distruttivo e di conseguenza il più contrario al fine della natura, è la guerra; ma non vi è alcun aggressore che non colori questo misfatto con il pretesto della giustizia”.

(Voltaire, Il filosofo ignorante, 1766)

 

Sul web appaiono spesso foto scioccanti e video drammatici di guerre che vengono puntualmente dimenticate dai Tg; almeno dalla gran parte di essi. Ultimamente ha fatto eccezione il conflitto in corso Siria, senz’altro "una voragine aperta nella coscienza dei primi decenni del XXI secolo”, come ha scritto lo storico Andrea Ricciardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio, in un articolo apparso su Famiglia Cristiana. Tuttavia, dovrebbe suscitare un certo allarmare il fatto che di molti altri conflitti si tenda invece a non parlare affatto.

 

Lo stesso Ricciardi, dopo aver mostrato orrore per le continue stragi di civili in Siria e la distruzione di molto patrimonio culturale dell'umanità ad Aleppo, sottolinea che nel frattempo altri conflitti non fanno più notizia. Le tensioni in Arabia Saudita e nello Yemen per esempio, dove continua la rivolta dei miliziani huthi mentre si registra una grave crisi umanitaria dovuta in primis alle epidemie di colera, con due milioni e mezzo di sfollati. In Sudan imperversa invece una sanguinosa conflittualità tra etnie che ha determinato l’emigrazione di un milione e mezzo di persone verso l'Etiopia e l'Uganda. Anche la Libia stenta a trovare stabilità, e continuano anche violenze e atrocità in Congo, così come nell'Ucraina orientale con la cosiddetta guerra del Donbass. E non mancherebbero ulteriori esempi di paesi in cui la pace sembra un miraggio ma dei quali i massa media non danno notizia.

 

"Il terrorismo e il radicalismo islamico sono senz’altro gravi problemi da affrontare, ma ci sono regioni intere da pacificare. E le guerre si eternizzano, non fosse per gli interessi economici e per il lucroso traffico di armi...", scrive Andrea Ricciardi. In un mondo globalizzato, caratterizzato da crisi ideologiche, derive etiche e massicce migrazioni (con il conseguente riacutizzarsi di razzismo e nazionalismo), il modello di conflitto inteso in senso classico è stato rimpiazzato da più focolai di guerra, guerriglia e quant’altro. E in tale tragico e variegato quadro è facile che cadano nell’oblio guerre e violazioni dei diritti umani (nonostante i segnali di allarme lanciati puntualmente da Amnesty International), almeno nelle frenetiche scalette dei Tg.

 

Dai dati presi dell’UNHCR (organizzazione dell’ONU per i rifugiati), si rileva che sono ben 47 gli Stati in guerra oggi nel mondo. Ebbene, un’informazione completa e "corretta" potrebbe contribuire a una maggior consapevolezza e condivisione, individuale e collettiva, utile a contrastare il sentimento di impotenza di fronte a tali situazioni, sollecitando la società civile, le istituzioni e le organizzazioni umanitarie a un impegno comune per modificare le troppo spesso distruttive strategie politiche globalizzate.

 

Medici Senza Frontiere ha giustappunto fatto appello a mass media e siti web chiedendo maggiore visibilità per le cosiddette guerre dimenticate (si veda, al riguardo, quanto contenuto nel rapporto Le crisi umanitarie dimenticate dai media): un tentativo di arginare la sistematica violazione dei diritti umani con il contributo dei mezzi di comunicazione.

 

Sensibilizzare l’opinione pubblica potrebbe d'altronde significare un condizionamento della classe dirigente ai fini per esempio dell’invio di aiuti umanitari in aree di crisi. O, ancora, del controllo sull’export di armi, di un maggior impegno nell’attivazione di politiche internazionali preventive, di un giornalismo più responsabile e meno legato al sensazionalismo, di una sollecitazione alla sobrietà nei paesi più ricchi per limitare lo sfruttamento delle risorse.

 

Una guerra non finisce semplicemente perché non se ne parla più, e l'indifferenza verso le quotidiane violazioni dei diritti umani non fa anzi che incrementare la linfa stessa delle guerre, a partire da quelle "dimenticate".



 

 

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