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N. 80 - Agosto 2014 (CXI)

Villa Torlonia, il polo museale
il novecento - PARTE III

di Silvia Mattina

 

Nel 1905  due eventi importanti sono da ricordare in quanto entrambi legati a un edificio, il Teatro, che malgrado la sua bellezza e la sua funzionalità non fu utilizzato dalla famiglia Torlonia.

 

Il 14 novembre 1905 la commissione dello Stato Italiano fa infatti eseguire una perizia ad Antonio Parisi, in merito all'esproprio previsto per una parte della villa in vista dei lavori di ampliamento di Via Nomentana. In essa vi è una dettagliata descrizione del teatro e della sua prima rappresentazione pubblica.

 

Il 6 maggio il giovane Giovanni organizzò il primo spettacolo nel Teatro di famiglia e fu subito un grande evento mondano come è riportato dalle cronache e dai quotidiani locali del periodo.

 

Il profilo di Agrippina è un'operetta in tre atti, così Giovanni inaugurò un luogo fino ad allora abbandonato e trascurato dalla famiglia per eventi non felici a loro legati, e diede il consenso a renderlo visitabile per la prima volta al pubblico, portando la villa agli antichi fasti del tempo di Alessandro.

 

Questo rimarrà un evento circoscritto a quel periodo perché poi Giovanni si ritirerà a vita privata nella Casina delle Civette.

 

La scoperta dell'esteso cimitero ebraico nell'area nord-ovest avvenne nel 1919 e portò ad una nuova mappatura e a un approfondito studio in quest'area, da parte di equipe di archeologi come Paribeni e Gismondi, con conseguente campagna di scavi ad opera di Padre Fasola.

 

Oggi l'accesso è consentito solo agli studiosi per motivi di sicurezza, anche se la comunità ebraica desidera aprire al pubblico queste catacombe, costituite da resti antichi di grande pregio e importanza, ma non sarà facile realizzarlo per la mancanza di sorveglianza fissa ventiquattro ore su ventiquattro sul sito in questione.

 

La villa ospitò Mussolini dal 1925 fino al 1943, quando fu occupata dalle truppe del comando anglo-americano che restituirono la villa alla famiglia solo nel 1947.

 

A questa data vi sono alcuni verbali e un inventario degli arredi presenti nei diversi edifici della villa con relativa specifica sulle condizioni di conservazione ed eventuali oggetti mancanti, come nel caso degli arredi interni degli ambienti del Teatro.

 

L'occupazione delle truppe alleate fu un evento funesto per la villa, in quanto causò gravi danni all'impianto delle strutture come anche all'apparato decorativo, per un uso sconsiderato e per nulla rispettoso del valore artistico di cui era portatrice.

 

Il ritorno dei Torlonia segnò un parziale ripristino delle strutture,anche se si preferì alla fine demolire alcuni edifici, come le Scuderie Vecchie gravemente manomesse e oggi ne sopravvive solamente una parte.

 

Alla morte di Giovanni nel 1938, la villa rimase disabitata per mancanza di eredi diretti fino al 1977, quando il Comune di Roma decise di acquisirla e dopo un anno di aprirla al pubblico con limitato accesso al Parco.

 

In questa occasione furono eseguiti alcuni rilievi, che risultano essere per alcuni aspetti non del tutto attendibili, mentre alcuni lavori di restauro delle decorazioni interne  furono mirate a bloccare l'avanzato stato di degrado della villa.

 

Gli investimenti consistenti per recuperare gli edifici arrivarono nel 1993, al seguito dei quali il Comune di Roma iniziò il recupero e la ristrutturazione di alcuni edifici: la Casina delle Civette, le Scuderie Nuove, il Villino Rosso, i Propilei  e il Villino dei Principi, il Casino Nobile, il Villino Medievale e la Limonaia.

 

Il completo ripristino si ebbe solo successivamente con il Teatro, la Serra e la Torre Moresca e la parte settentrionale del Parco.

 

La riabilitazione dell'aspetto originario della villa fu accompagnata anche dalla costituzione di un Museo della Scuola Romana, posizionato nel secondo piano del Casino Nobile.

 

Questo museo contiene 130 opere, tra dipinti, sculture e disegni degli artisti attivi a Roma intorno dagli '20 agli anni '40 del Novecento.

 

Allo stesso tempo si colloca al piano terreno dell'adiacente Casino dei Principi, l'Archivio cartaceo della Scuola Romana che ospita documenti autografi, riviste d'epoca, foto in bianco e nero delle opere.

 

Nei piani superiori del Casino dei Principi si organizzano invece, mostre temporanee riferite all'attività artistica di Roma e al contesto culturale della villa medesima.



 

 

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