N. 122 - Febbraio 2018
(CLIII)
VICO DEL GARGANO, CAPITANATA
Sulla storia e SULle tradizionI
di Vincenzo La Salandra
Vico
Garganico
è
situato
a un
altezza
sul
livello
del
mare
di
439
metri,
sul
Gargano:
antico
villaggio
medievale,
fu
fondato
sull’antica
Civita,
o
Gargaro,
per
volontà
di
Sueripolo,
il
duce
degli
Schiavoni,
che
era
stato
lì
inviato
dall’imperatore
Ottone
per
scacciarne
via
i
Saraceni
(970
d.C.).
In
seguito
il
re
normanno
Guglielmo
II,
in
occasione
delle
nozze
con
Giovanna,
nell’anno
1177
le
dona
Vico
Garganico
con
altre
città
della
Capitanata.
Il
castello
venne
costruito
da
Federico
II,
per
scongiurare
possibili
attacchi
dal
mare.
Nell’anno
1270,
un
documento
riporta:
“castra
Vici,
Isquitellae,
cum
Canneto
fuerunt
assignata
domino
Raimundo
Isardo”.
Inizia
con
questa
frase
la
storia
feudale
di
Vico,
che
nel
corso
dei
secoli
sarà
feudo
di
diverse
famiglie:
i
Pipino,
i
Bugariello,
i
Carafa,
i
Caracciolo,
gli
Spinelli
e i
Tarsia,
per
poi
passare
al
regio
demanio.
Alla
metà
del
XVIII
secolo,
Vico,
fra
i
comuni
del
Gargano
eccelleva
non
solo
per
popolazione
ma
specialmente
per
l’abbondanza
di
istituti
religiosi:
c’erano
a
Vico
quattro
monasteri,
nove
chiese,
undici
chiesette
rurali,
sei
cappelle,
sette
benefici
semplici,
tre
confraternite
e un
monte
frumentario.
Molto
bella
e
oltremodo
suggestiva
è
inoltre
la
chiesa
Santa
Maria
Pura.
nell’agro
di
Vico.
Una
celebre
istituzione
settecentesca
della
città
è
anche
l’Accademia
degli
Eccitati:
sorta
il
primo
dicembre
1759
con
l’intento
di
accedere
gli
animi
delle
giovani
generazioni
all’amore
delle
scienze
e
per
incoraggiarli
e
aiutarli
nel
proseguimento
degli
studi,
sotto
la
protezione
della
Beata
Vergine
Maria
dei
Sette
Dolori;
il
luogo
di
riunione
di
questa
piccola
ma
celebrata
Accademia
era
la
sagrestia
di
Santa
Maria
del
Rifugio.
A
Vico
Garganico
fiorì
una
vita
culturale
significativa
nel
Settecento
e
nell’Ottocento:
Vico
ha
dato
i
natali
al
frate
Michelangelo
Manicone,
dei
frati
francescani
osservanti
minori,
nato
il 1
marzo
1745
e
morto
a
Ischitella
nel
1807.
Il
Manicone
scrisse
la
Fisica
Appula
in
cinque
tomi.
Fu
un
geologo
e un
geografo,
fisico
innovatore,
fine
naturalista
e
socio
del
Reale
Istituto
d’Incoraggiamento
di
Napoli.
Lasciò
molti
manoscritti
e
una
inedita
Statistica
generale
della
Capitanata.
Vico
aveva
una
popolazione
di
250
fuochi
nel
1532
e
212
fuochi
nel
1669;
l’anno
dell’Unità
1861,
8.273
abitanti,
e
8.218
abitanti
nel
1981.
Chiamata
ufficialmente
dal
1862
è
solo
Vico,
la
città
è
parte
integrante
del
Parco
Nazionale
del
Gargano
e
della
comunità
Montana
del
Gargano.
Il
comune
è
anche
conosciuto
con
il
nome
suggestivo
di
paese
dell’amore:
i
vicoli
del
borgo
antico
si
affollano
di
turisti
innamorati
e
alla
ricerca
del
famoso
Vicolo
del
Bacio.
Il
Vicolo
del
Bacio
è
nel
cuore
del
centro
storico,
vicino
alla
chiesa
di
San
Giuseppe,
ed è
uno
dei
simboli
della
città:
il
vicolo
è
largo
50
centimetri
e
lungo
circa
30
metri.
Veniva
utilizzato
dei
giovani
della
città
per
procedere
davvero
vicini,
un
vicolo
talmente
stretto
da
potersi
percorrere
in
due
solo
se
avvinti
in
un
abbraccio.
Speciale
l’occasione
del
14
febbraio,
il
giorno
si
San
Valentino,
che
è il
patrono
della
città
garganica.
Secondo
la
leggenda
del
paese
se
un
uomo
riesce
a
staccare
un
arancio
dal
baldacchino
processionale
del
Santo,
e lo
regala
alla
sua
innamorata,
il
frutto
diventerà
una
vera
pozione
d’Amore.
Oppure
il
succo
spremuto
dalle
arance
usate
in
processione,
sarebbe
un
elisir
implacabile
se
dato
da
una
ragazza
all’uomo
che
lei
desidera.
Concludiamo
con
la
leggenda
religiosa:
si
racconta
che
fu
lo
stesso
San
Valentino
a
scegliere
i
vichesi,
perché
il
capo
della
delegazione,
mentre
camminava
tra
le
catacombe
romane
per
scegliere
le
reliquie
di
un
santo
da
riportare
a
Vico
sul
Gargano,
urtò
contro
un
braccio
che
sporgeva
da
un
loculo,
e
quel
braccio
apparteneva
proprio
al
Santo
umbro,
e fu
così
che
le
sue
reliquie,
il
14
febbraio,
furono
prelevate
e
portate
nella
cittadina
garganica
dove
fu
costruita
una
chiesa
e un
altare
gremito
di
arance.
Tra
i
monumenti
del
paese
è
notevole
la
cinta
muraria,
e
sono
importanti
la
Chiesa
Matrice,
il
Palazzo
della
Bella,
il
Trappeto
medievale,
il
Castello
Normanno-Svevo
e la
Chiesa
di
S.
Maria.
Chiudono
il
nostro
quadro
descrittivo
di
Vico
la
Paposcia,
la
onnipresente
focaccia
rustica
garganica,
e i
famosi
sospiri,
i
dolci
rosa
di
San
Valentino
e
degli
Innamorati.