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N. 95 - Novembre 2015 (CXXVI)

Valley Forge
Una storia di coraggio

di Giovanni De Notaris

 

Valley Forge era un piccolo villaggio rurale a 20 miglia nordest di Philadelfia tra le montagne nel sudest della Pennsylvania caratterizzato da 2.000 acri di foresta con fattorie e qualche edifico. Era una delle regioni della Pennsylvania più popolate dai coltivatori. Difatti la terra era talmente fertile e ricca di grano e bestiame da rifornire il mercato di parte del nord America. Per questo George Washington aveva scelto quel luogo per accamparsi durante l’inverno del 1777/78.

 

Le forze militari al momento erano composte nella zona da circa 12.000 unità. Ma l’esercito continentale non era più in grado di produrre artiglieria, munizioni, oltre che uniformi per i soldati. Mancava anche il materiale sanitario. I soldati erano tutti di origini modeste, e fu proprio grazie alle loro precedenti vite di stenti che riuscirono a resistere alle condizioni terribili di quell’inverno.

 

Il primo ordine che Washington diede fu di erigere delle baracche per l’acquartieramento delle truppe. Mentre gli ufficiali godevano di strutture con il pavimento in legno, i soldati semplici al contrario dormivano direttamente sulla nuda terra in baracche piccole e buie dove a stento vi entravano una dozzina di uomini.

 

L’accampamento si estendeva dal nord del fiume Delaware fino a Valley Forge e nel sud del New Jersey, per creare un perimetro di sicurezza. In realtà buona parte delle truppe rimaste, escludendo diserzioni o assenze per vari motivi, si riduceva a circa 5.000 uomini, ma ammalati e in pessime condizioni fisiche.

 

Molti dei cavalli morivano e le loro carcasse restavano a putrefarsi all’aria appestando l’ambiente e provocando altre malattie. Il tifo, la malnutrizione, la febbre, la dissenteria e il freddo uccisero infatti circa il 30% dei soldati.

 

Fu solo la presenza di Washington a Valley Forge a dare energia ai soldati sfiduciati, senza di lui infatti l’esercito continentale si sarebbe dissolto o ribellato. Mentre il 23 dicembre Washington chiedeva quindi più viveri al Congresso, si rendeva però anche conto che la valle era circondata da campi rigogliosi che potevano fornire cibo alle truppe.

 

Il problema era che alcuni fattori vendevano legalmente i viveri alle truppe inglesi che si trovavano a Philadelfia mentre i patrioti non avevano soldi per permettersi di acquistarli. Altri fattori invece si arricchivano vendendo la loro merce con il contrabbando al nemico, a prezzi maggiorati.

 

Washington non poteva accettare questa situazione. Pur comprendendo che alcuni di essi vendevano le merci per sfamare le loro famiglie, altri invece lo facevano solo per arricchirsi, mentre i soldati americani morivano. Non poteva tollerare i profittatori che si arricchivano sul sangue dei soldati.

 

Nell’autunno dello stesso anno infatti Thomas Mifflin, addetto ai rifornimenti, fu costretto alle dimissioni per incapacità gestionale, e al suo posto fu nominato Nathanael Greene. Washington gli ordinò quindi di confiscare alcuni animali dagli agricoltori per ucciderli e mangiarli. Nel febbraio dello stesso anno infatti circa 2.000 soldati morirono per una combinazione di diversi fattori come malattie, malnutrizione e freddo.

 

L’esercito sembrava dissolversi. Così Washington scrisse una lettera al Congresso proponendo un riorganizzazione totale dell’esercito con parametri più moderni e professionali.

 

La risposta venne però dall’altro lato dell’Atlantico. Quello che fece rinascere l’esercito a Valley Forge fu infatti la presenza del barone Friedrich Wilhelm von Steuben, un ex capitano dell’esercito prussiano durante la guerra dei sette anni che aveva fatto parte inoltre dell’entourage dell’imperatore Federico il Grande. Nell estate del 1777 Benjamin Franklin dalla Francia lo inviò in America dove ebbe il grado di tenente generale.

 

Giunto a Valley Forge, nel febbraio del 1778, von Steuben vide la tristezza della situazione: soldati quasi nudi, nessuna uniforme regolare, terribili condizioni sanitarie. Cominciò quindi a riformare la vita militare del campo.

 

300 ufficiali si erano dimessi e Washington aveva bisogno di von Steuben per insegnare la disciplina militare ai soldati. Il barone introdusse innanzitutto l’idea di un esercito professionale e Washington gli assegnò, tanto per iniziare, un centinaio di uomini da addestrare.

 

Il barone insegnò loro a usare le baionette, a camminare in marcia e in formazione, e a mantenere serrati i ranghi anche durante la ritirata. Fu in questo periodo inoltre che creò il suo “Blue Book”, un manuale di guerra che rimase in vigore fino alla guerra civile.

Nel gennaio 1778, intanto, il brigadiere generale James Mitchell Varnum, del Rhode Island, aveva proposto di creare dei battaglioni di soldati di colore.

 

Lo stato promise la libertà ai soldati che si sarebbero arruolati. Presto altri stati seguirono l’esempio, come il Massachusetts e il Connecticut. Ad agosto di quell’anno vi sarebbero stati circa 775 soldati di colore nell’esercito continentale; il 5% della forza totale.

 

Nello stesso inverno Washington sembrò essere sul punto di perdere il comando dell’esercito continentale, soprattutto a causa delle oscure manovre di Mifflin che per vendicarsi lo descriveva al Congresso come inadatto al comando.

 

Il generale rispose con una lettera, poi resa pubblica, dichiarando di essere più che disposto alle dimissioni se il Congresso lo chiedeva. Ma proprio grazie alla lettera, Washington riprese la stima di cui aveva sempre goduto. In realtà la sua autorità morale e militare non fu mai messa in dubbio dai suoi soldati.

 

Intanto la situazione dei viveri era migliorata dalla metà di febbraio. Mentre l’esercito continentale si riprendeva, nello stesso mese, Franklin in Francia era riuscito con le sue abilità diplomatiche a far riconoscere al paese europeo l’indipendenza americana. Cosicché in aprile Washington ricevette una promessa ufficiosa di alleanza da parte della Francia.

 

Per i suoi meriti von Steuben veniva nominato ispettore generale dell’esercito continentale nel maggio del 1778 e, nella primavera dello stesso anno, arrivarono finalmente anche gli aiuti dalla Francia che rimisero l’esercito in carreggiata.



 

 

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