N. 95 - Novembre 2015
(CXXVI)
GLI ULTIMI SARANNO ULTIMI
Precariato, maternità e lavoro
di Giovanna D'Arbitrio
Massimiliano Bruno, attore, sceneggiatore, autore teatrale, nonché regista cinematografico, ritorna sugli schermi dopo aver riscosso notevole successo con “Nessuno mi può giudicare”, “Viva l’Italia”, “Confusi e felici”.
Nel
suo
nuovo
film
“Gli
ultimi
saranno
ultimi”,
con
stile
tragicomico
(a
tratti
più
tragico
che
comico)
focalizza
la
sua
attenzione
sull’Italia
dei
vinti,
dei
precari
in
balia
di
disumane
politiche
sul
lavoro,
gente
onesta
e
volenterosa
che
si
accontenta
di
bassi
stipendi,
costretta
alla
fine
ad
abbandonare
un
posto
di
lavoro
(soprattutto
se
si è
donne
e
per
di
più
incinte),
a
rinunciare
anche
a
“quel
poco”
che
consente
una
vita
dignitosa.
Tratto
dall’omonimo
spettacolo
teatrale
di
M.
Bruno,
il
film
ci
racconta
la
storia
di
Luciana
Colacci
(Paola
Cortellesi),
donna
mite
e
volenterosa
che
vive
ad
Anguillara,
vicino
Roma,
dove
le
antenne
di
Radio
Vaticana
scaricano
la
loro
potenza
anche
su
oggetti
di
casa
che
diventano
diffusori
di
messe
e
preghiere,
oltre
che
di
pericolose
radiazioni.
Luciana
lavora
in
una
fabbrica
di
parrucche
come
precaria
in
attesa
di
rinnovo
di
contratto:
è
lei
che
con
il
suo
misero
stipendio
mantiene
il
marito
(A.
Gassman)
del
quale
è
molto
innamorata,
benché
sia
solo
un
simpatico
cialtrone
di
bell’aspetto,
pieno
di
idee
bislacche
per
guadagnare
danaro,
ma
refrattario
a
lavorare
“sotto
padrone”.
Quando
in
fabbrica
si
viene
a
sapere
che
è
incinta,
subito
viene
licenziata
e
così
per
lei
e il
marito
si
apre
un
baratro
economico
seguito
da
crisi
coniugale.
Disperata
e
piena
di
debiti,
la
mite
Luciana,
stanca
di
subire
soprusi,
si
ritrova
con
una
pistola
in
mano
con
la
quale
cerca
di
riavere
il
posto
di
lavoro,
mettendo
in
pericolo
la
sua
vita
e
quella
degli
altri.
Per
fortuna
la
storia
si
conclude
bene,
malgrado
ella
venga
ferita
in
modo
lieve
da
Antonio,
poliziotto
veneto
triste
e
mite,
trasferito
con
disonore
perché
odia
la
violenza
e
non
ama
sparare
con
facilità
(F.
Bentivoglio).
Alla
fine
ricordando
la
frase
del
Vangelo
“gli
ultimi
saranno
i
primi”,
Luciana
si
domanda
quando
ciò
potrà
avvenire.
Per
il
regista
dunque
“gli
ultimi
rimangono
ultimi”
nell’attuale
società
e
possono
contare
solo
sulla
solidarietà
di
buoni
amici
che
nel
film
per
fortuna
ci
sono.
Ottimi
caratteristi
interpretano
figure
minori
ben
delineate,
offrendo
una
variegata
galleria
di
personaggi:
Silvia
Salvatori,
Emanuela
Fanelli,
Giorgio
Caputo
e
Marco
Giuliani
(gli
amici),
Diego
Ribon
(il
sindacalista),
Duccio
Camerini
(padrone
di
casa),
Francesco
Acquaroli
(proprietario
della
fabbrica),
Ariella
Reggio
(mamma
di
Antonio),
Stefano
Fresi
(guardia
giurata),
Irma
Carolina
di
Monte
(la
parrucchiera).