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N. 108 - Dicembre 2016 (CXXXIX)

eFFETTO TRUMP E TIMORI GLOBALI
DAL PROBLEMA DEI MIGRANTI AL RUOLO DELL'EUROPA

di Giovanna D'Arbitrio

 

È ormai prossimo l’insediamento ufficiale di Donald Trump alla Casa Bianca, e qualcuno appare ancora sgomento, come gli Stati Uniti avessero d’improvviso dimenticato i valori rappresentati dalla tanto amata statua della Libertà, nonché i versi impressi sotto di essa?! Ecco The New Colossus, la poesia dedicata alla Statua della Libertà dall’ebrea Emma Lazarus nel 1881:

 

Qui, dove si infrangono le onde del nostro mare
Si ergerà una donna potente con la torcia in mano
la cui fiamma è un fulmine imprigionato, e avrà come
nome Madre degli Esuli

 

Il nuovo Presidente appaga invece gli impulsi più razzisti e populisti di americani ed europei. Ma non solo: stupisce per esempio il plauso di Grillo che ha definito il trionfo di Trump come il più grande “Vday” contro l’establishment e ha trovato addirittura similitudini con il suo movimento.

 

Credo che tra i grillini ci siano anche tante persone oneste che desiderano un cambiamento, ma devono assolutamente chiedere chiarimenti a Grillo su questioni essenziali, come migranti, Europa e politica estera. Aggiungo, inoltre, che Trump ha davvero espresso opinioni razziste, maschiliste, guerrafondaie, idee poco rispettose verso clima, ambiente e quant’altro, quindi il fatto che egli faccia paragoni tra Trump e il suo movimento ci sembra davvero assurdo.

 

Ora c’è chi spera che Trump, abbandonando i toni accesi e aggressivi della campagna elettorale, venga a più miti consigli, ma altri guardano con preoccupazione ai personaggi scelti per formare il suo staff e si pongono inquietanti domande sul futuro che ci attende. Purtroppo dietro la vittoria di Trump non ci sono solo crisi economiche, pancia vuota e ignoranza, c’è di più.

 

Democrazia e libertà sono in crisi a livello mondiale per effetto della globalizzazione pilotata da economia e finanza: le nostre scelte sono sempre più limitate in un mondo dove le ideologie (in particolare quelle di sinistra) sono tramontate e le differenze tra schieramenti politici si riducono, come si può notare anche dai candidati proposti.

 

Ci stiamo abituando a votare per un certo candidato solo perché rappresenta un pericolo minore rispetto ad un altro, come si suol dire “il meno peggio”, ma purtroppo poi può anche accadere che chi è “pessimo” trionfi.

 

La sovranità popolare e quella nazionale dei popoli hanno minor peso anche nei paesi cosiddetti “civili” e a quanto pare anche la vittoria di Trump è dovuta alla regola “winner takes all” in base alla quale anche per pochi voti di differenza un candidato può aggiudicarsi “tutti i grandi elettori” (o delegati) di uno stato: H. Clinton è stata sconfitta, pur avendo ottenuto un maggior numero di voti popolari.

 

Massimo Franco nel suo libro Imperi Paralleli afferma che le elezioni Usa hanno fatto emergere diverse Americhe, intrappolate in due aspetti dominanti: il suprematismo bianco e xenofobo, incarnato da Trump, che gioca sulla crisi economica e strizza l’occhio ambiguamente a Putin, il laicismo di Hilary Clinton che mescola appartenenza all’establishment e attenzione alle fasce più deboli.

 

Mala tempora! Che fine stanno facendo le libertà democratiche? Quale sarà la posizione di Trump verso l’Europa? E la sua intesa con Putin che significato avrà? Che fine farà la debole e poco compatta Ue, stretta tra le due grandi potenze di Usa e Russia?

 

Avevamo sognato un tempo un’Europa forte e coesa, faro di civiltà democrazie e libertà nel mondo e ora siamo sopraffatti e delusi dagli scenari politici internazionali dominati più da interessi economici che da alti ideali e concrete soluzioni per migliorare le condizioni di vita sul pianeta Terra.

 

Non ci resta che augurarci che le forze positive e costruttive europee non si lascino sopraffare e che in qualche modo siano preservati i valori democratici di pace, libertà, pari opportunità, diritti civili e umani, beni comuni e quant’altro.



 

 

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