N. 84 - Dicembre 2014
(CXV)
LA TREGUA DI NATALE
1914, MIRACOLO NELLE FIANDRE
di Giorgio Giannini
In
questo
anno,
in
cui
ricorre
il
centenario
dell’inizio
della
Grande
Guerra,
è
doveroso
ricordare
un
episodio,
poco
conosciuto,
di
fraternizzazione
tra
soldati
nemici,
inglesi
e
tedeschi,
avvenuto
il
giorno
di
Natale
del
1914
sul
Fronte
Occidentale,
nelle
Fiandre,
vicino
ad
Ypres.
La
Prima
Guerra
Mondiale
scoppia
alla
fine
dell’agosto
1914,
due
mesi
dopo
l’uccisione
a
Sarajevo
dell’Arcidica
Francesco
Ferdinando,
erede
al
trono
dell’Impero
Asburgico.
Nel
conflitto
sono
impiegate
in
larga
scala
nuove
armi
micidiali,
come
le
mitragliatrici,
i
cannoni
con
potenti
proiettili
esplosivi,
i
carri
armati
e
gli
aerei,
per
cui
i
combattimenti,
già
nei
primi
mesi
di
guerra,
hanno
causato
decine
di
migliaia
di
morti,
molti
dei
quali
giacciono
insepolti
nella
“terra
di
nessuno”,
tra
le
trincee
degli
opposti
schieramenti,
e
che
nessuno
recupera
per
paura
della
reazione
nemica.
La
visione
dei
corpi
in
putrefazione
è
uno
spettacolo
orribile
che
fa
meditare,
sull’assurdità
della
guerra,
gli
animi
sensibili
dei
soldati
degli
opposti
schieramenti.
Anche
il
nuovo
Papa
Benedetto
XV
(Giacomo
Della
Chiesa),
nel
suo
primo
discorso,
all’inizio
di
settembre
1914,
sottolinea
la
sua
amarezza
nel
vedere
l’Europa
«devastata
dal
ferro
e
dal
fuoco,
rosseggiare
di
sangue».
Inoltre,
il 7
dicembre
1914,
il
Papa
propone
ai
Governi
dei
Paesi
in
guerra
di
accordare
una
tregua
per
il
Natale,
che
però
è
respinta
da
tutti
gli
interessati.
Nel
dicembre
1914,
ci
sono
varie
iniziative
a
favore
della
Pace.
In
particolare,
un
centinaio
di
suffragette
inglesi
firmano
una
Lettera
aperta
di
Natale
(Open
Christmas
Letter),
indirizzata
Alle
donne
di
Germania
ed
Austria,
invitandole
ad
impegnarsi,
in
occasione
del
Santo
Natale,che
ricorda
la
nascita
di
Gesù,come
madri,
mogli
e
sorelle
dei
soldati,
per
far
cessare
quella
guerra
cruenta
e
quindi
per
far
ritornare
a
casa
i
loro
figli,
i
loro
mariti,
i
loro
fratelli.
Prima
del
Natale
1914
ha
piovuto
molto
e
nelle
trincee
i
soldati
sono
immersi
nel
fango.
Il
24
dicembre
la
pioggia
cessa
e la
sera
appare
la
luna
che
illumina
la
notte
con
il
suo
chiarore.
Quella
sera,
al
confine
tra
la
Francia
ed
il
Belgio,
nelle
Fiandre,
in
un
punto
della
parte
settentrionale
del
Fronte
Occidentale,
nella
zona
di
Ypres,
in
cui
si
fronteggiano,
a
poche
decine
di
metri,
soldati
tedeschi
ed
inglesi,
sui
parapetti
delle
trincee
i
soldati
tedeschi
pongono
piccoli
abeti,fatti
giungere
dal
Comando
Supremo,
adornati
alla
meglio
come
“alberi
di
Natale”,
e
delle
candele
accese,
che
illuminano
tutta
la
linea
di
quella
zona
del
Fronte.
Quindi,
i
soldati
tedeschi
iniziano
a
cantare
la
canzone
natalizia
Stille
Nacht.
I
soldati
inglesi,
che
stanno
nelle
trincee
a
poche
decine
di
metri
di
distanza,dopo
un
momento
di
esitazione,
iniziano
anch’essi
a
cantare
la
loro
canzone
natalizia
The
First
Nowell
the
Angels
did
say.
I
soldati
tedeschi
applaudono
e
cantano
O
tannembaum,
O
tannembaum.
Gli
inglesi
rispondono
cantando
O
come
all
ye
faithful.
I
tedeschi,
a
loro
volta,
cantano
Adeste
fideles.
Alla
fine,
tedeschi
ed
inglesi,cantano
insieme
questa
canzone
natalizia
che
tutti
i
cristiani
conoscono
e
cantano
in
latino.
All’alba
del
giorno
di
Natale,
alcuni
soldati
tedeschi
espongono
cartelli
con
la
scritta
Merry
Christmas
Englishman
(Buon
Natale
Inglese)
e
You
don’t
shoot,we
don’t
shoot
(Voi
non
sparate,noi
non
spariamo).
L’invito
è
accolto
con
entusiasmo
dai
soldati
inglesi.
In
seguito,
qualche
soldato
dei
due
schieramenti
inizia
timidamente
a
fare
cenni
di
saluto
con
le
mani
verso
le
linee
nemiche,
a
poche
decine
di
metri.
Poi,
alcuni
soldati,
inglesi
e
tedeschi,
escono,coraggiosamente,
dalle
proprie
trincee,
facendo
gesti
con
le
mani
in
segno
di
amicizia
(e
facendo
così
vedere
di
essere
disarmati);
alcuni
agitano
fazzoletti
bianchi
ed
altri
gli
oggetti
che
hanno
in
mano
e
che
vogliono
offrire
in
dono
ai
“nemici”.
Il
loro
comportamento
è
rapidamente
imitato
da
altri
commilitoni,che
a
loro
volta
escono
dalle
trincee
e
salutano
con
le
mani
i
loro
“nemici”,che
stanno
uscendo
dai
propri
ripari.
Ben
presto,molti
altri
soldati
escono
dalle
trincee
ed
avanzano
nella
terra
di
nessuno
( la
no
man’s
land
).
Escono
anche
Sottufficiali
ed
Ufficiali.
Alla
fine,
quasi
tutti
i
soldati
inglesi
e
tedeschi
di
quella
zona
del
Fronte
si
incontrano
nella
“terra
di
nessuno”:
si
scambiano
i
piccoli
doni
che
hanno
portato:sigari,sigarette,cioccolato,marmellata,
the,
caffè,
scatolette
di
cibo
delle
razioni
militari,bevande,vino,
whisky.
Alcuni
si
scambiano
i
bottoni,i
berretti
e le
insegne
delle
divise.
Altri
fanno
vedere
le
foto
dei
loro
familiari.
Si
scattano
foto
ricordo
insieme
con
i
“nemici”.
Nonostante
la
difficoltà
della
diversità
della
lingua,
tutti
riescono
a
comunicare
tra
loro
con
semplici
gesti.
Sembra
di
assistere
ad
un
incontro
di
“vecchi
amici”,
che
si
rivedono
dopo
un
lungo
periodo
di
tempo;
invece
si è
in
guerra,
al
Fronte,
dove
fino
a
poche
ore
prima
i
soldati
si
sono
ferocemente
combattuti
ed
uccisi.
Quindi,
i
soldati
stabiliscono,
di
comune
accordo,una
“tregua”
per
quel
giorno,dato
che
è
Natale,
e
che,
in
caso
di
ripresa
dei
combattimenti,
non
si
sarebbero
sparati
addosso,
ma
avrebbero
mirato
in
alto,”alle
stelle
in
cielo.
Poi
decidono
di
raccogliere
i
corpi
dei
commilitoni,
morti
negli
scontri
tremendi
dei
giorni
precedenti,
che
giacciono
insepolti
nella
terra
di
nessuno,
che
sono
sepolti
con
semplici
cerimonie
funebri,
alcune
delle
quali
vengono
fatte
“insieme”,
con
i
“nemici”.
In
almeno
un
caso,
i
soldati
inglesi
e
tedeschi,
riuniti,
leggono
un
passo
del
Salmo
23.
Così,
nel
giorno
di
Natale,che
è il
giorno
più
importante
dell’anno,
si
riesce
a
dare
una
sepoltura
a
migliaia
di
morti.
Alcuni
Ufficiali
inglesi
e
tedeschi
cercano
di
opporsi
a
questa
“fraternizzazione”.
Per
loro
è
lecito
fare
una
tregua
con
il
nemico
per
seppellire
i
morti;
invece,
è
reato,
punibile
con
la
pena
di
morte,
“familiarizzare
con
il
nemico”.
Molti
Ufficiali
minacciano
di
deferire
i
propri
soldati
alla
Corte
Marziale,
ma
non
riescono
ad
impedire
che
essi
si
incontrino
amichevolmente
con
i
“nemici”.
Infatti,la
volontà
dei
soldati
di
incontrarsi
e di
fraternizzare
è
più
forte
dei
divieti
delle
Leggi
e
dei
Regolamenti
militari.
In
effetti
quei
soldati,
anche
se
“nemici”,
sono
degli
esseri
umani,
con
una
testa,
che
ragiona,
e
soprattutto
con
un’anima
ed
un
cuore
che
esprime
dei
sentimenti;
di
“diverso”
hanno
solo
la
divisa
e la
lingua.
Si
organizzano
anche
partite
di
calcio
con
palle
“rimediate”,
fatte
con
stracci
legati
alla
meglio
o
semplicemente
con
i
barattoli
vuoti
delle
razioni
militari.
Ci
sono,però,tra
i
soldati,
anche
testimonianze
di
biasimo
per
quanto
è
accaduto.
La
“tregua”
si
estende
ad
altre
zone
del
Fronte
Occidentale
lungo
la
frontiera
franco-
belga,coinvolgendo
anche
soldati
francesi.
In
alcuni
settori,
la
tregua
dura
solo
il
giorno
di
Natale,
in
altri
continua
fino
a
Capodanno.
Alcuni
storici
ritengono
che
vi
abbiano
partecipato,
complessivamente,
alcune
decine
di
migliaia
di
soldati.
Dopo
la
tregua,
lentamente
riprendono
i
colpi
di
fucile
dalle
opposte
trincee,
ma
molti
soldati
fanno
attenzione
a
non
colpire
i
nemici.
Gli
Alti
Comandi,
di
entrambi
gli
schieramenti,
venuti
subito
a
conoscenza
della
tregua
di
Natale,
sono
profondamente
colpiti
da
quanto
è
accaduto,e
soprattutto
sono
molto
preoccupati
perché
temono
che
la
spontanea
“fraternizzazione”
delle
truppe
metta
in
crisi
non
solo
la
politica
bellicista
del
proprio
Paese
(alimentata
da
una
forte
propaganda),
ma
anche
le
strategie
militari,
con
il
rischio
di
compromettere
gli
obiettivi
della
stessa
guerra.
Pertanto,
si
attivano
subito
per
far
cessare
la
spontanea
pacificazione
e
fraternizzazione
delle
truppe,minacciando
di
applicare
il
reato
di
“tradimento”
ai
soldati
che
hanno
fraternizzato
o
fraternizzeranno
in
futuro
con
il
nemico.
Provvedono
inoltre
al
“ricambio”
delle
truppe
in
quella
parte
del
Fronte,
giustificandolo
come
un
normale
“avvicendamento”.
Così,
i
soldati
della
zona
di
Ypres
vengono
inviati
in
altre
parti
del
Fronte,in
Regioni
anche
molto
lontane,
dove
hanno
davanti
dei
“nemici”
che
non
conoscono
e
quindi
non
hanno
remore
a
combattere
contro
di
loro.
La
“fraternizzazione”
tra
soldati
nemici
del
Natale
1914
è
ignorata
da
tutti
i
giornali
per
alcuni
giorni.
La
notizia
è
finalmente
riportata
il
31
dicembre
1914
dal
quotidiano
americano
New
York
Times.
È
quindi
ripresa
da
alcuni
giornali
inglesi,
in
particolare
il
Times
di
Londra,che
la
pubblica
il 1
gennaio
1915,
ed
il
Daily
Mirror
ed
il
Daily
Sketch.
Si
pubblicano
dall’8
gennaio
negli
articoli
anche
foto
(ricevute
dai
familiari
di
soldati
al
fronte)
e
disegni
della
“fraternizzazione”
tra
i
soldati.
La
notizia
è
pubblicata
anche
da
alcuni
quotidiani
francesi.
In
alcuni
articoli
la
notizia
della
tregua
di
Natale,
è
riportata
con
accenti
di
biasimo
per
quanto
è
accaduto.
È
invece
ignorata
dai
giornali
tedeschi.
La
notizia
della
tregua
di
Natale
è
subito
messa
a
tacere
dalle
Autorità
Militari,
che
instaurano
una
rigida
censura
su
questo
argomento,
e
giungono
addirittura
a
negare
che
la
tregua
sia
realmente
avvenuta,
perché
il
fatto
avrebbe
potuto
favorire
la
“riflessione”
della
popolazione
sull’assurdità
della
guerra,
in
particolare
di
“quella
guerra”
orribile,
combattuta
con
i
“nuovi
armamenti”,
che
stavano
causando
centinaia
di
migliaia
di
morti.
Quindi,ben
presto,
dell’episodio
non
si
parlò
più.
Con
il
tempo
si
perse
addirittura
il
ricordo
di
quanto
era
accaduto.
Negli
anni
successivi
della
guerra,gli
Alti
Comandi
degli
opposti
schieramenti,per
evitare
che
si
ripetesse
la
“tregua
spontanea”
del
Natale
1914,
dispongono
frequenti
“rotazioni“
delle
truppe
nelle
varie
zone
del
Fronte,
per
evitare
che
fraternizzino
con
il
nemico
che
hanno
davanti.
Inoltre,
ordinano
all’artiglieria
di
effettuare
“bombardamenti
a
tappeto”
sulle
postazioni
nemiche
sia
il
24
dicembre,
vigilia
di
Natale,
che
a
Natale
ed a
Capodanno.
Ciononostante,
in
alcune
zone
del
Fronte
Occidentale,
ci
sono
incontri
amichevoli
tra
soldati
nemici,
senza
però
che
si
ripeta
la
“fraternizzazione”
di
massa
del
Natale
1914.
In
particolare,
una
tregua
si
verifica
nel
1915
nella
Regione
dei
Vosgi,
tra
soldati
tedeschi
e
francesi,
e
nel
1916
nella
zona
di
Vimy,
tra
soldati
tedeschi
e
canadesi,
con
canti
in
comune
e
scambio
di
doni.
Anche
sul
Fronte
Italiano
si
verificano
alcuni
casi
di
“fraternizzazione”
in
occasione
del
Natale
1916,
sia
non
combattendo,
sia
incontrando
gli
austriaci
e
brindando
insieme
con
essi,come
sui
monti
Kobilek
(Friuli)
e
Zebio
(Altopiano
di
Asiago).
Durante
la
guerra
si
verificano
anche
numerosi
episodi
spontanei
di
“solidarietà”
o di
amicizia
tra
“nemici”,
come
il
“non
combattere
durante
i
pasti”,per
poter
trascorrere
quei
pochi
minuti
in
pace
e
serenità.
Nel
1933,
con
l’avvento
del
nazismo,
lo
scrittore
teatrale
tedesco
Heinz
Steguweit
,
simpatizzante
nazista,scrive
la
piece
teatrale
Petermann
schliest
Frieden
oder
das
Gleichnis
vom
Deutschen
Opfer
(Petermann
fa
la
pace
o
l’allegoria
delle
vittime
tedesche),
nella
quale
descrive
in
termini
molto
negativi
la
tregua
di
Natale
del
1914.
Solo
molti
anni
dopo,
sulla
tregua
di
Natale
del
1914
scrive
qualche
storico,
che
ne è
venuto
a
conoscenza
attraverso
le
lettere
scritte
ai
familiari
da
soldati
che
ne
erano
stati
protagonisti
o
testimoni
.
In
particolare,
negli
anni
ottanta,
lo
storico
Americano
Stanley
Weintraub
scrive
Silent
Nigth:The
Story
of
the
World
War.
I
Christmas
Truce.
In
seguito,
il
giornalista
Michael
Jurgs
scrive
un
libro
basato
sulle
lettere,
diari,
fotografie
e
testimonianze
della
tregua
di
Natale,
tradotto
in
italiano
nel
2005
con
il
titolo
La
piccola
pace
nella
Grande
Guerra.Fronte
Occidentale
1914.
Un
Natale
senza
armi.
Anche
l’italiano
Antonio
Besana
scrive
nel
2009
La
tregua
di
Natale
del
1914.
La
tregua
di
Natale
del
1914
è
anche
ricordata
nel
film
del
regista
inglese
Richard
Attenborough
Oh!
What
a
Lovely
War
( O!
Che
bella
guerra!),
uscito
nel
1969
ed
in
numerose
canzoni:
Pipes
of
Peace,
il
16°
album
del
famoso
cantante
inglese
Paul
McCartney,
contenente
11
canzoni,
composto
nel
1982
e
registrato
(in
due
canzoni)
con
Michael
Jackson
nel
1983;
Christmas
1914
in
no
man’s
land
(Natale
1914
nella
terra
di
nessuno)
del
cantante
inglese
Mike
Harding
del
1989.
Il
giorno
di
Natale
del
1988,
il
quotidiano
Boston
Globe
riferisce,nella
rubrica
di
“cronaca”,
che
una
Radio
FM
locale
aveva
mandato
in
onda
la
canzone
sulla
“tregua
di
Natale”
del
1914,
dal
titolo
Christmas
in
the
trenches
(Natale
nelle
trincee)
del
cantante
americano
John
McCutcheon,
tratta
dal
suo
album
Winter
Solstice
del
1984,che
aveva
suscitato
l’interesse
di
molti
ascoltatori,
che
avevano
telefonato
all’emittente,
stupidi,dato
che
non
avevano
mai
sentito
parlare
di
quella
“tregua”.
Nel
1999,
i
cosiddetti
Khaki
Chums
(una
Associazione
per
il
Ricordo
Militare)
ricreano
ad
Ypres
la
tregua
vissuta
dai
soldati
nel
Natale
1914.
Nel
2005,
il
regista
francese
Christian
Carion
ha
tratto
dalla
tregua
il
film
Joyeux
Noel.
Una
verità
dimenticata
dalla
storia
(Merry
Christmas
nella
versione
in
lingua
inglese),
che
ha
partecipato,
fuori
concorso,
al
Festival
di
Cannes
nel
2005
e
nel
2006
è
stato
candidato
al
Premio
Oscar
ed
al
Golden
Globe
come
miglior
film
straniero.
Nel
2012,
l’opera
in
due
atti
Silent
Nigth,
di
Kevin
Puts,
basata
sulla
trama
del
film
di
Carion,
ha
vinto
il
Premio
Pulitzer
per
la
Musica.
Un
monumento,
a
ricordo
della
tregua
di
Natale
del
1914
è
eretto
l’11
novembre
2008
nella
cittadina
francese
di
Frelinghien,
al
confine
con
il
Belgio.
È
giusto
ricordare
quella
“fraternizzazione”
tra
soldati
nemici
in
occasione
del
centenario
della
Grande
Guerra,
che
il
Papa
Benedetto
XV
definì
una
inutile
strage
in
una
Nota
inviata
il 1
agosto
1917
ai
Capi
delle
Nazioni
in
guerra,
perché
la
“tregua
di
Natale”
del
1914
ci
insegna
che
anche
durante
i
conflitti
più
cruenti
ci
possono
essere
dei
momenti
di
solidarietà
e di
umanità
“tra
i
nemici”.
Infatti,
l’uomo
è un
essere
che
ragiona
non
solo
con
la
mente
ma
anche
con
il
cuore,
e
quindi
è
capace
di
compiere
gesti
di
grande
umanità,che
possono
sembrare
impossibili,
anche
nel
corso
di
un
conflitto
cruento
e
devastante
come
fu
la
Prima
Guerra
Mondiale.