N. 135 - Marzo 2019
(CLXVI)
la Transiberiana d'Italia
Storia di una ferrovia
di Alfredo Incollingo
Il
10
dicembre
2011
è
stata
dismessa
definitivamente
la
linea
ferroviaria
che
si
dipanava
tra
Abruzzo
e
Molise,
o
meglio
quella
che
partendo
da
Sulmona,
in
provincia
de
L'Aquila,
arrivava
a
Carpinone,
a
pochi
chilometri
da
Isernia.
L'ultimo
treno
partì
dalla
stazione
abruzzese
alle
16.00
e
arrivò
a
Castel
di
Sangro
alle
17.22,
ripartendo
alle
18.45.
Da
allora,
la
tratta
è
stata
chiusa
al
traffico
passeggeri
e
merci
e
solo
un
importante
progetto
turistico
delle
Ferrovie
dello
Stato
ha
impedito
l'abbandono
totale
di
quelle
antiche
e
ingegnose
infrastrutture.
Quando
venne
realizzata,
infatti,
vi
era
la
necessità
di
attraversare
un
territorio
proibitivo.
Si
registravano,
inoltre,
frequenti
e
abbandonati
nevicate
e
temperature
tra
le
più
basse
del
regno.
Per
questi
motivi
venne
soprannominata
Transiberiana
d'Italia.
La
stazione
di
Pescocostanzo-Rivisondoli,
in
pieno
territorio
abruzzese,
è il
punto
più
elevato
della
linea
e
raggiunge
i
1268,
82
metri
sul
livello
del
mare.
Già
i
Borboni
avevano
progettato
la
realizzazione
di
un
collegamento
tra
la
costa
tirrenica
e
adriatica
del
loro
regno
che
attraversasse
l'Abruzzo
e il
Molise.
Avevano
compreso
con
lungimiranza
il
grande
potenziale
industriale
e
economico
delle
ferrovie,
costruendo
per
primi
in
Italia
una
linea
ferroviaria
nel
1839,
che
collegava
Napoli
a
Portici.
Nonostante
le
numerose
risorse
finanziarie
e
umane
spese
dai
sovrani
partenopei
per
concretizzare
i
loro
propositi,
si
registrarono
molte
difficoltà
nel
progettare
una
strada
ferrata
in
grado
di
attraversare
l'impervio
Abruzzo.
I
primi
governi
italiani,
volendo
unificare
la
Penisola
dal
punto
infrastrutturale,
ripresero
i
progetti
borbonici.
Il
piano
venne
approvato
ufficialmente
con
la
legge
n°
5002
del
29
luglio
1879,
promossa
dall'allora
ministro
ai
lavori
pubblici
Angelo
Baccarini.
Si
vincolavano
così
le
risorse
economiche
per
la
costruzione
di
nuove
tratte
ferroviarie
in
tutto
il
Paese.
Adempiendo
a
questa
normativa,
il
Consiglio
dei
Lavori
Pubblici
del
Regno
d'Italia
approvò
nel
1885
il
progetto
per
la
messa
in
opera
della
Transiberiana
italiana.
Il
tracciato,
lungo
129
km,
ha
come
punto
d'origine
la
città
di
Sulmona,
adagiata
nella
Conca
Peligna
e
sovrastata
dai
monti
della
Maiella,
e
termina
a
Isernia,
congiungendosi
a
Carpinone
con
la
rete
ferroviaria
molisana.
Costeggia
i
paesi
di
Canzano,
Pettorano
sul
Gizi,
Campo
di
Giove,
Roccaraso,
in
Abruzzo,
arrivando
poi
in
Molise
e
toccando
i
borghi
di
Carovilli
e
Sessano.
La
Transiberiana
d'Italia
si
inseriva
a
sua
volta
in
un
progetto
infrastrutturale
più
ampio,
costituendo
una
sezione
vitale
dei
collegamenti
tra
Pescara
e
Napoli.
Fino
alla
chiusura
della
linea
nel
2011,
è
stata
l'unica
via
ferrata
nel
Centro
Italia
tra
la
costa
adriatica
e
quella
tirrenica.
I
cantieri
furono
aperti
nel
1892
e si
conclusero
ben
cinque
anni
dopo,
con
l'inaugurazione
del
18
settembre
1897.
I
progettisti
e
gli
operai
dovettero
affrontare
le
basse
temperature
dei
monti
abruzzesi
e le
loro
elevate
altitudini.
Nonostante
non
si
fosse
riusciti
a
ridurre
i
tempi
di
costruzione,
gli
ingegneri
ferroviari
risolsero
brillantemente
le
gravi
difficoltà
incontrate
durante
i
lavori.
Ben
25
chilometri
della
ferrovia
sono
costituiti
da
viadotti,
per
superare
burroni
e
dislivelli,
e da
gallerie,
che
oltrepassano
montagne
e
speroni
rocciosi.
La
più
lunga,
che
si
estende
per
2
chilometri,
attraversa
il
massiccio
della
Maiella
tra
le
stazioni
di
Campo
di
Giove
e
Palena.
Agli
ingegneri
impegnati
nel
cantiere
si
palesarono
ben
presto
problemi
fino
a
quel
momento
sottovalutati:
le
abbondanti
e
stagionali
nevicate.
Si
percepì
l'urgenza
di
dotare
la
Transiberiana
di
difese
contro
le
improvvise
e
violente
slavine.
Le
sezioni
più
esposte
a
questi
fenomeni
furono
così
rinforzate
con
gallerie
paravalanghe
artificiali
e
con
muri
protettivi.
In
alcuni
casi
le
pendici
delle
montagne
vennero
rimboschite
con
vaste
piantagioni
di
pini,
in
modo
tale
da
bloccare
l'enorme
massa
di
neve
che
lentamente
scivolava
a
valle.
Danneggiata
durante
la
seconda
guerra
mondiale,
quando
nel
1943
i
soldati
tedeschi
in
ritirata
distrussero
con
la
dinamite
tutti
i
viadotti,
venne
riaperta
nel
1960.
Dal
1897
la
Transiberiana
d'Italia
ha
permesso
a
decine
di
comunità
montane
di
uscire
dall'isolamento
in
cui
versavano
da
secoli.
Nonostante
la
chiusura
al
traffico
passeggeri,
che
è
avvenuta
gradualmente,
la
linea
ferroviaria
è
stata
inserita
tra
le
tratte
italiane
di
interesse
turistico.
Regolarmente,
ogni
mese,
un
treno
d'epoca,
percorre
la
Transiberiana
da
Sulmona
verso
il
Molise.
Riferimenti
bibliografici:
Maggi
Stefano,
Le
ferrovie,
Il
Mulino,
Bologna,
2017;
Trivellini
Gianni,
Ferrovie
del
Molise.
Dalle
prime
rotaie
alla
Venafro
Rocca
d'Evandro,
Cosmo
Iannone
Editore,
Isernia,
2001.