N. 13 - Giugno 2006
SULLE TRACCE DI CRISTO
Tra mistero, fede e leggenda
di
Sergio Sagnotti
Oggi, come mai in passato la gente ha ricominciato a farsi
delle domande sulle origini della religione cattolica
e ad accentrare la propria attenzione attorno alla
figura di Gesù; ci voleva l’uscita del film “Il Codice
Da Vinci” tratto dal romanzo di Dan Brown a
riaccendere l’interesse sopito e a mettere in
discussione dei dogmi inattaccabili.
Ma chi era Gesù e come viene vista la sua figura nelle
altre dottrine religiose?
Storicamente la figura di Gesù non ha spazio nelle cronache
proprie del suo tempo ed è questo alone di mistero e
questa mancanza di prove storiche ad accendere dei
dibattiti sulla sua figura.
Secondo i Vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni)
Gesù era il figlio di Dio sceso sulla terra per
salvarci, ma negli altri Vangeli i cosiddetti
“apocrifi” la figura del Cristo è assai più complessa
e mistica con tratti quasi umani.
Nel Vangelo di Tommaso (Vangelo apocrifo), uno di quelli
ritrovati nel 1945 a Nag Hammadi in Egitto, forse il
più spirituale dei testi gnostici, la figura di Gesù
ha tratti umani, quasi un uomo con tutte le sue pecche
e le sue virtù, un maestro di vita, un rivoluzionario
e coraggioso che insegna la sua dottrina spirituale e
individualista a tutti i suoi discepoli.
In questo testo, dalle caratteristiche tipiche della
spiritualità orientale, sono presenti le parole che il
Maestro ha sviscerato al suo Discepolo Tommaso detto
“Didimo”, il gemello, per conseguire la salvezza
individuale tramite una ricerca interiore e senza
tramiti, il Regno è dentro di noi:
“Il Regno di Dio è dentro di te e tutto intorno a te.
Non è negli edifici di pietra e cemento. Spezza un
legno e io ci sarò, alza una pietra e lì mi troverai”
(Dal Vangelo di Tommaso).
Abbandonando la figura del Cristo “Guru” spirituale proprio
del Vangelo di Tommaso, troviamo anche un Cristo
“profeta” nella religione islamica.
Egli, secondo il Corano, non è il figlio di Dio, ma un
messaggero inviato dal Creatore per diffondere il
messaggio divino; sempre secondo i musulmani Gesù era
in grado di compiere miracoli, resuscitare morti,
curare gli infermi.
Ma, a differenza dei maggiori testi sacri cristiani, egli
non è morto sulla croce; è salito in cielo per volere
divino lasciando la sofferenza e la crocifissione ad
un “sosia” una sua immagine fallace…
Nel Corano il Cristo è citato in 15 sure su 114 chiamandolo
anche col nome di Ibn Maryan (figlio di Maria) egli
tornerà sulla terra ad annunciare la fine dei tempi.
Di Cristo nell’ebraismo non vi sono tracce, egli non è
citato da nessun a fonte propriamente ebraica, tranne
in qualche manoscritto di Giuseppe Flavio; la dottrina
ebraica non riconosce in Gesù né il Messia né
tantomeno il figlio di Dio in quanto nella fede
ebraica ortodossa la venuta del Salvatore non è ancora
arrivata.
La morte e la resurrezione erano degli accadimenti molto
frequenti soprattutto nelle religioni antiche, si va
dal Dio egiziano Osiride a Dioniso dal divino
mesopotamico Tammuz ad Apollonio ed è forse per questo
motivo che molti studiosi sono giunti a ritenere
addirittura inesistente la figura di Cristo e
“copiata” da testi religiosi arcaici la sua storia.
A supportare tale teoria c’è il mito di Dioniso, il culto
dionisiaco era presente in Palestina e in tutto
l’Impero Romano già nel XIII secolo, molti anni prima
la tradizione evangelica.
Dioniso fu concepito da una Vergine che secondo il volere
divino doveva essere il Salvatore del mondo, ella fu
costretta a fuggire in quanto il Re Kansa, giunto a
conoscenza della venuta del bimbo voleva la morte di
quest’ultimo e diede la caccia alla Vergine, ella fu
costretta a rifugiarsi da alcuni pastori alle falde
del Monte Meru dove avrebbe dato alla luce suo figlio
cioè il Salvatore.
E’ innegabile che le similitudini fra Dioniso e Cristo
siano molte…
Altre leggende orientali narrano di un Gesù non morto sulla
croce, ma in fuga verso l’India dove avrebbe vissuto
per molti anni e divulgato il suo verbo, nel paese
asiatico è anche presente un monumento funebre
chiamato “Tomba di Issa” (come viene chiamato Gesù dai
musulmani).
Altri ancora lo vedono sposo di Maria Magdala, quest’ultima
dopo la crocifissione del suo amato sarebbe fuggita in
Francia e avrebbe dato alla luce un figlio dal quale
sarebbe derivata la dinastia dei Merovingi.
Forse il mistero attorno alla figura di Gesù non verrà mai
svelato veramente a noi mortali, ma forse è per questo
motivo che dopo centinaia di anni questo argomento
interessa ancora milioni di persone ed è sempre al
centro del pensiero di pittori, scrittori, poeti e,
nel mondo attuale, di registi e critici. |