moderna
TOMMASO
CAMPANELLA
SUL GRANDE FILOSOFO
della CIVITATE SOLIS
di Umberto Vitiello
Delle radici de’ gran mali del mondo
Io nacqui a debellar tre mali estremi:
tirannide, sofismi, ipocrisia;
ond’or m’accorgo con quanta armonia
Possanza, Senno, Amor m’insegnò Temi.
Questi princìpi son veri e sopremi
della scoverta gran filosofia,
rimedio contra la trina bugia,
sotto cui tu, piangendo, o mondo, fremi.
Carestie, guerre, pesti, invidia,
inganno,
ingiustizia, lussuria, accidia, sdegno,
tutti a que’ tre gran mali sottostanno,
che nel cieco amor proprio, figlio degno
d’ignoranza, radice e fomento hanno.
Dunque a diveller l’ignoranza io vegno.
Tommaso Campanella – poeta, filosofo,
teologoe frate domenicano– nasce a
Stilo, non lontano da Reggio Calabria,
domenica 5 settembre 1568, e muore a
Parigi il sabato 21 maggio 1639. Il nome
ricevuto al battesimo è Giovan Domenico.
Suo padre è un calzolaio. Non è né
agiato né istruito.
Nel 1582, quando hapoco più di tredici
anni Giovan Domenico Campanella è
attirato dagli studi e suo padre pensa
di mandarlo a Napoli presso un suo
fratello per fargli studiare il diritto.
Ma lui desidera seguire studi regolari e
gratuiti e decide, col consenso del
padre, di chiedere, molto probabilmente
non per vocazione, di frequentare il
corso di noviziato nel convento
domenicano della vicina Placanica.
Terminato il corso, quando non ha ancora
quindici anni pronuncia i suoi voti nel
convento di San Giorgio Morgeto e
assumeTommaso come nome di frate, in
onore del sommo teologo San Tommaso
d’Aquino, come ha più d’una volta
dichiarato. Non trascura gli studi
superiori di perfezionamento e segue
corsi a Nicastro dal 1585 al 1587 e
l’anno dopo, quando compie venti anni, a
Cosenza ha inizio il suo perfezionamento
teologico. Allo stesso tempo legge di
nascosto libri di Erasmo (1466-1536),
Ficino (1433-1499) e Telesio
(1509-1588).
Grazie a Bernardino Telesio, e graziein
particolar modo alla sua De rerum
natura iuxta, Tommaso Campanellasi
convince che la natura va indagata coi
sensi e la ragione per ciò che è
realmente e che non è valida solo la
filosofia scolastica. Telesio,
cosentino, muore nel 1588 nella sua
città, e Tommaso che in quell’anno è a
Cosenza va nel duomo e depone sulla sua
bara versi di ringraziamento in latino.
Poco dopo i superiori di Tommaso
Campanella vengono a sapere del suo
atteggiamento critico nei confronti di
quanto ha appreso nei corsi domenicanida
lui frequentati e decidono di
trasferirlo nel convento di Altomonte,
nel cosentino, centro di studi teologici
e scientifici. In questo convento lui
apprende segretamente del libro che il
napoletano Jacomo Antonio Marta ha
scritto contro Telesio, libro che lui
contesta con la Philosophia sensibus
demonstrata, la sua prima opera,
terminata nell’agosto del 1589 e
pubblicata a Napoli nel 1591.
Alla fine del 1589 Campanella da
Altomonte si trasferisce a Napoli, dove
è ospite dei marchesi del Tufo. A Napoli
approfondisce i suoi studi neoplatonici,
scientifici, alchemici e magici. Dopo
una discussione con Giovanni Battista
Della Porta (1535-1615) scrive De
sensu rerum
per dimostrare che il numero dei mondi è
infinito, che i pianeti sono abitati e
che il sole si avvicina gradatamente
alla terra, ma anche per discutere dei
sensi, dell’intelletto, dell’anima, del
mondo esterno e di magia.
Scrive inoltre De investigatione
rerum, per criticare i peripatetici
e i platonici che indicherebbero ai
giovani una via larga e non diretta per
la ricerca della verità.
Nel 1592 è messo sotto inchiesta dal suo
ordine e tra il 1594 e il 1595 viene
inquisito e torturato a Padova e a Roma.
Accusato di eresia, il processo
dell’Inquisizione di Roma lo condanna
per due anni agli arresti domiciliari in
un convento, dal 1595 al 1597. Alla fine
degli arresti domiciliari se ne torna in
Calabria, dove organizza una
cospirazione contro i governanti
spagnoli della sua regione, allo scopo
di fondare una società sulla comunità
dei beni, simile allo stato ideale
proposto da Platone.
Due cospiratori lo tradiscono e lui
viene catturato e trasferito a Napoli,
dove è incarcerato. Dichiarando malanni
mentali e mostrandosi folle, Tommaso
Campanella si salva dalla pena di morte,
tramutata in ergastolo.
In prigione a Napoli trascorre 27 anni e
vi scrive le sue operepiù significative,
tra cui La monarchia di Spagna
nel 1600, Aforismi Politici nel
1602,
Atheismus triumphatus nel
1605-1607,
Quodreminiscetur
nel 1606,
Metaphysica
1609–1623, Theologia 1613-1624,
Apologia di Galileo scritta nel
1616 e pubblicata nel 1622, e la sua
opera più famosa: La città del sole,
la repubblica universale da lui
ideata, un’opera filosofica nata il 1602
in volgare fiorentino, tradotta nel
1613-1614 in latino e pubblicata il 1623
a Francoforte con il titolo
Civitas
Solis. Idea reipublicae.
Opera di carattere utopistico, smile per
molti aspetti alla Repubblica di
Platone, la sua trama si svolge con un
dialogo tra l’Ospitalario, cavaliere
dell’ordine di Malta, e il Genovese,
nocchiero di Cristoforo Colombo.
Nel 1626, con una intercessione presso
Filippo IV di Spagna da parte
dell’arcivescovo Matteo Barberini,
futuro papa Urbano VIII, Tommaso
Campanella racquista una parte di
libertà. Scarcerato, deve tuttavia
rimanere a Roma sotto controllo dal
Sant’Uffizio. Viene liberato
definitivamente nel 1629.
Nel 1634 è di nuovo accusato di eresia e
di comportamento antispagnolo, e per
salvarsi da una nuova condanna si
trasferisce a Parigi. Nella capitale
francese viene accolto nel convento di
Saint-Honoré, conosce e viene protetto
dal cardinale Richelieu ed è finanziato
dal re Luigi XIII per la pubblicazione
dei suoi scritti.
In onore del Delfino di Francia, il
futuro Luigi XIV, alla sua nascita
avvenuta a Saint-Germain-en-Laye il 5
settembre 1638, compone in latino la sua
ultima opera, l’Ecloga
in principis Galliarum Delphini
admirandam nativitatem.
L’anno dopo, il 21 maggio 1639, Tommaso
Campanella muore a Parigi. Aveva 70
anni. |