N. 89 - Maggio 2015
(CXX)
IL SESSO ESTREMO DEGLI ETRUSCHI
LA TOMBA DEI TORI E DELLA FUSTIGAZIONE
di Federica Campanelli
Nella
necropoli
etrusca
di
Monterozzi,
a
Tarquinia,
tra
le
centinaia
di
splendide
tombe
ipogee
decorate
ad
affresco,
due
in
particolare
allettano
e
allo
stesso
tempo
turbano
l'occhio
del
visitatore:
la
celebre
Tomba
dei
Tori
e la
meno
nota
Tomba
della
Fustigazione;
ed è
presto
detto
il
perché.
Il
tema
della
sessualità,
si
sa,
è
sempre
stato
tra
i
più
gettonati,
specie
se
in
riferimento
a
una
civiltà
antica
di
2500
anni;
perciò
ci
interessano
le
sepolture
sopracitate.
Esse
offrono,
infatti,
un'esplicita
e a
tratti
funambolesca
trattazione
del
soggetto
erotico
in
tutte
(o
quasi)
le
sue
declinazioni:
omosessuale,
eterosessuale,
orgiastico,
mitico,
sadico...
Ma
se
quanto
afferma
Baudrillard
fosse
vero,
cioè
che
"non
c'è
oscenità
quando
il
sesso
è
nel
sesso",
sarebbe
allora
corretto
parlare
semplicemente
di
erotismo
dato
che
il
sesso
è
illustrato
in
un
luogo
di
riposo
eterno?
O,
per
onestà
intellettuale,
dovremmo
discutere
di
pornografia?
Insomma,
è un
dilemma
morale.
Ma è
figlio
del
nostro
tempo.
Specifichiamo
subito
che
la
stessa
parola
"pornografia"
non
ha
che
appena
250
anni,
e
questa
nozione
dovrebbe
bastare
a
sciogliere
ogni
dubbio.
Al
di
là
di
ogni
categorizzazione,
il
filone
tematico
a
sfondo
sessuale,
dalla
pittura
alla
letteratura
alle
scienze
sociali,
piace,
appassiona
e
incuriosisce
come
pochi
altri.
Nel
bene
e
nel
male.
Ma
torniamo
alle
sepolture
dello
scandalo.
La
Tomba
dei
Tori
(540-530
a.C.),
dedicata
a
tal
Aranth
Spurianas,
scoperta
nel
1982,
è
tra
le
più
antiche
e
meglio
conservate
della
necropoli.
È
composta
da
un
ampio
atrio
sulla
cui
parete
di
fondo
si
aprono
due
camere
affiancate.
Nello
spazio
compreso
tra
le
due
porte
d'ingresso
alle
suddette
camere
v'è
rappresentato
un
episodio
della
mitologia
greca:
l'agguato
di
Achille
al
principe
troiano
Troilo.
Ciò
che
alimenta
la
curiosità,
però,
non
è
tanto
la
passionale
impresa
di
Achille,
che
più
volte
rifiutato
sessualmente
decide
di
massacrare
il
giovane
troiano
oggetto
dei
suoi
desideri.
Sul
fregio
che
corre
sopra
le
porte
delle
camere
sepolcrali
si
svolgono
le
due
scene
che
ci
interessano
e
che
hanno
reso
celebre
la
tomba.
La
prima
scena,
a
partire
da
sinistra,
è
una
sorta
di
gang
bang
ante
litteram,
per
di
più
di
difficile
attuazione,
considerando
le
posizioni
quasi
impossibili
dei
felici
protagonisti:
un
uomo
in
piedi
penetra
una
donna
supina
di
fronte
a
lui.
La
donna
è
sdraiata
sulla
schiena
di
un
altro
uomo
carponi
che
–
per
dirla
con
eleganza
– è
in
assetto
itifallico.
Accanto
a
loro
siede
un
grande
toro
non
particolarmente
coinvolto
dall'evento
in
corso.
Questo,
infatti,
porge
il
suo
sguardo
verso
lo
spettatore.
Il
secondo
gruppo
erotico,
rappresentato
sul
varco
di
destra,
si
compone
di
due
uomini
impegnati
in
un
infuocato
rapporto
omosessuale
di
gusto
campestre.
Di
fronte
alla
coppia,
un
toro
itifallico,
dalla
testa
antropomorfa,
pare
voglia
travolgerli
con
la
sua
furia.
Gli
studiosi
si
sono
scatenati
nell'interpretare
tali
composizioni.
Al
di
là
della
probabile
funzione
apotropaica,
le
scene
rappresentate
offrono
anche
le
due
possibili
vie
del
piacere:
l'amore
eterosessuale
e
quello
omosessuale.
Tuttavia,
pare
che
quest'ultimo
venga
condannato
quale
pratica
deviante
e
corrotta
(il
toro
che
assiste
al
rapporto
tra
uomini
ha
un
piglio
minaccioso;
quello
prossimo
alla
scena
eterosessuale
appare,
invece,
mansueto).
Ma
c'è
di
più.
S'ipotizza
che
nella
scena
di
sinistra
manchi
un
quarto
personaggio
femminile
(eventualmente
cancellato
dal
tempo)
che
potrebbe
meglio
chiarire
il
ruolo
assunto
dall'uomo
carponi.
Infatti
non
convince
molto
il
suo
mero
ruolo
di
piano
d'appoggio:
egli,
in
realtà,
potrebbe
essere
in
procinto
di
praticare
un
cinnulingus
a
una
donna
sdraiata
supina
di
fronte
a
lui.
Una
composizione
barocca,
insomma.
C'è
da
notare,
infine,
che
nel
gruppo
omosessuale
l'uomo
sessualmente
attivo
è
somigliante
in
molti
particolari
al
Troilo
ritratto
nel
pannello
centrale.
Ecco
che
prende
forma
l'idea
che
l'intera
composizione
possa
essere
un'esplicita
offesa
propalata
ai
danni
dei
costumi
e
della
cultura
greca.
Adottando
questa
chiave
di
lettura,
Achille,
leggendario
eroe
greco,
passa
dal
ruolo
di
erastes
a
quello
di
eromenos,
cioè
da
'amante'
ad
'amato',
da
attivo
a
passivo;
egli,
il
Greco,
viene
quindi
sottomesso
e
punito.
La
Tomba
della
Fustigazione
è
stata
scoperta
negli
anni
'60
del
Novecento
ed è
datata
tra
VI e
V
secolo
a.C.
Si
presenta
a
camera
unica,
con
volta
a
doppio
spiovente
e
columen
centrale
decorato
a
rosoni
e
foglie
d'edera.
Sulla
parete
di
fondo
e su
quelle
laterali
sono
rappresentate
tre
finte
porte,
i
varchi
per
l'aldilà.
Nonostante
le
decorazioni
abbiano
nettamente
subito
il
deterioramento
del
tempo,
si
possono
ancora
leggere
le
figure
di
comasti
(musici,
cantori
e
danzatori)
di
chiara
ispirazione
greca
e
soprattutto
i
due
gruppi
erotici
che
hanno
ispirato
il
nome
del
monumento
funebre.
Entrambi
i
gruppi
sono
dipinti
sulla
parete
di
destra,
ognuno
ai
lati
della
finta
porta.
I
protagonisti
sono
tre:
una
donna
e
due
uomini.
La
composizione
più
"avvincente",
se
non
altro
perché
meglio
conservata,
è
quella
dello
scomparto
destro
della
parete.
I
tre
soggetti
qui
rappresentati
sono
intenti
in
una
pratica
orgiastica
venata
del
sadismo
più
classico.
La
donna
è
piegata
in
avanti,
incastrata
tra
i
due
uomini.
Questi
sono
applicati
l'uno
nel
sodomizzarla
e
fustigarla
con
una
verga,
e
l'altro
nel
ricevere
una
fellatio,
mentre
le
trattiene
la
testa
e la
colpisce
con
vigore
a
mani
nude.
Dai
pochi
ma
esaustivi
tratti
pittorici
superstiti
s'intuisce,
nel
complesso,
il
divertimento
sperimentato
dai
due
protagonisti
maschili.
La
passività
della
figura
femminile
–
qui,
come
nelle
altre
pitture
tombali
– è
invece
esasperata
fino
a
fare
della
donna
unicamente
un
oggetto
sessuale.
Il
secondo
gruppo
erotico,
quasi
del
tutto
compromesso
dal
degrado,
rappresenta
i
tre
personaggi
ancora
una
volta
in
assetto
orgiastico:
anche
qui
la
donna
appare
stretta
nella
morsa
virile
dei
protagonisti,
ma
in
questo
caso
è,
per
così
dire,
posseduta
ambo
i
lati.
L'iconografia
erotica,
sia
che
espliciti
la
presunta
lascivia
del
proprietario,
sia
che
abbia
o
meno
ruolo
apotropaico
o
"educativo",
di
certo
esprime
un
energico
simbolismo
in
netto
contrasto
con
la
morte;
ma
oggi,
con
il
senno
di
poi,
potrebbe
assumere
un
valore
aggiuntivo
universale,
poiché
manifesta
quanto
sia
estremamente
volubile
la
nostra
morale.