N. 31 - Dicembre 2007
Tolfa e il suo
territorio.
Archeologia e
storia
Il Periodo
Romano
- Parte III
di Antonio Montesanti
Periodo Repubblicano
Il forte calo demografico dei secc. V-III a.C. avrà termine solo
in piena età repubblicana, quando si
assisterà ad un notevole aumento della
popolazione con la nascita di nuove forme di
insediamento: i municipi e le ville
rustiche. La romanizzazione del territorio
dei Monti della Tolfa e il suo definitivo
inserimento nello stato romano sono
strettamente collegati alle vicende che
hanno interessato i due centri etruschi di
Caere e di Tarquinia, tra i quali il
complesso delle alture tolfetane ebbe
probabilmente la funzione di spartiacque e
tanto che la sua romanizzazione sarà
stata immediatamente successiva
all’assoggettamento dei due centri etruschi
a Roma.
La prima notizia tramite la
quale è possibile riconoscere il territorio
dei Monti della Tolfa influenzato da Roma
può essere posta intorno al 396 a.C., anno
in cui i Romani, presumibilmente, lo usarono
per andare a punire i Tarquiniesi delle
scorrerie eseguite nella campagna romana.
Caere intraprese le ostilità a partire dal 388 a.C. mentre
Tarquinia nel 356 a.C. i Romani ritornarono
nell’Ager di Tarquinia e presero con la
forza delle armi due cittadine etrusche:
Cortuosa e Contenebra.
Tre anni dopo ambedue le capitali etruschi si ritirano,
ricevendo, la prima, da Roma la cittadinanza
sine suffragio e la seconda,
stipulando una tregua di 40 anni fino alla
sua caduta che avviene probabilmente intorno
al 280 a.C.
Sembra abbastanza evidente
che l’azione romana contro Tarquinia fosse
diretta ai fini dell’occupazione del
territorio tolfetano in funzione delle sue
risorse minerarie.
Probabilmente già a partire dalla seconda metà del IV sec. a.C.,
la parte cerite dei Monti della Tolfa (Bagni
di Stigliano - Manziana - Canale Monterano)
entra a far parte dell’orbita romana. Il
controllo si concretizza con la fondazione
delle colonie di Pyrgi (264-245 a.C.),
Castrum Novum ed Alsium (247 a.C.
circa)
sulla costa. Durante la prima metà del II
sec. a.C. Roma presidia l’area già
controllata con la fondazione di
Graviscae, Forum Clodii e
Forum Cassi, nei territori sottratti a
Tarquinia e Caere.
Un importante asse viario, la “Via Cornelia”
attraversava i Monti della Tolfa, ricalcava
un’antica strada etrusca di collegamento tra
Tarquinia e Cerveteri. La strada basolata
romana alle Canepine, che verrà ripercorsa
nel medioevo da un tracciato a ciottoli,
seguiva il seguente itinerario: Stigliano –
Ponte di Ferro (Lenta) – Rota (lato S) –
Ponte delle Acacie (Verginese) – Pian della
Conserva (tagliata etrusca) – Grasceta dei
Cavallari – Ponte del Bernascone (Mignone).
Una serie di raccordi stradali secondari
formavano un reticolo interno di
collegamento per i centri minori e per gli
insediamenti rustici.
I centri abitati etruschi preesistenti
continuarono a sussistere quasi inalterati
in un primo periodo come attestano i pochi
resti rinvenuti: la popolazione, sporadica,
si concentra maggiormente lungo il bacino
del fiume Mignone. L’area, ormai
definitivamente romanizzata, probabilmente
usufruì delle assegnazioni graccane, come
attesterebbero le indagini e le ricognizioni
archeologiche di superficie nel rinvenimento
di consistenti tracce di divisione agraria.
Quest’intervento, che segna un momento di
ripopolamento e di ripresa economica, vedrà
il fiorire di un considerevole numero di
insediamenti rurali (casali e ville), in
qualità di centri produttivi che spesso
vanno a disporsi nei pressi dei siti di età
etrusca, con una conseguente sovrapposizione
ed un riuso dei materiali da costruzione e
delle strutture sepolcrali.
La relazione necropoli-villa viene ribadita
da contesti archeologici: forse a Tolfa area
urbana in località Sasso (?) ed in località
Monti (?), Poggio S. Pietro, Pian di
Stigliano, a SO di M. Orsara, a N del Fosso
del Pisciarello di S. Biagio, Ara del
Frassino, Riserva del Ferrone, Poggio
Fortino, Frassineta Franco, Poggio Li
Cioccati, Casaletti di Radicata, Capannone a
NE di Montisola (Rota) e ville isolate:
Fosso della Botte, M.Cerreto, a N di Fosso
del Muraglione, Campi S. Lucia, a NO di M.
Pascolaro, Poggio del Crocefisso, Il
Termine, la Castellina a N del Fosso della
Botte a N di Grotta Pinza sul Migone.
Altre ville più rilevanti sono quelle
individuate in località Macchia della
Freddara, Fontanaccia sulle pendici del M.
della Tolfaccia, in località Farnesiana, M.
Sant’Angelo, Casale dell’Aretta. Vi potrebbe
essere la possibilità di un insediamento
rustico a M. Castagno legato alla necropoli
del Fontanile della Nocchia.
Ville ed insediamenti romani
La posizione strategica occupata dai “Piani”
è confermata dal sito di Pian della
Conserva, apprezzata in età romana come
testimonia la presenza di una villa rustica
(con fornace) già nei primissimi anni del I
sec. a.C., che andò ad obliterare la strada
arcaica e che probabilmente cadde in disuso
come attesta un nucleo di tombe alla
cappuccina nelle immediate vicinanze.
Lo scavo della villa fu effettuato nel 1972
e permise di individuare la parte produttiva
mentre la parte residenziale resta tuttora
da scavare. L'ultima fase edilizia risale ad
età augustea ma in base ai reperti e alle
strutture si può essere certi di una
precedente fase di età repubblicana. Nella
parte scavata si individuano diversi
ambienti di cui uno adibito alla lavorazione
dell’olio, un cortile e una cisterna ed una
serie di ambienti più piccoli ma tutti
dediti alla produzione.
Gli scavi della metà degli anni ’50 hanno
individuato i resti dell'antica villa romana
con rinvenimenti vari (lucerne, frammenti di
intonaci, modanature e lastre
architettoniche di terracotta) avvenuti nel
corso degli anni.
Rinvenimenti di altro genere:
Il santuario “di confine” sorge a cavaliere
tra M. Mazza e M. Sassicari al confine con
il territorio di Tarquinia e lungo la strada
medievale della Dogana che, attraverso i
Monti della Tolfa conduceva a Viterbo. Gli
scavi hanno portato in luce un recinto di
blocchi con accesso porticato. Gran parte
del materiale restituito dagli scavi è
composto da ex voto raffiguranti
parti anatomiche e monete, databili alla
prima metà del III sec. a.C. Tra i materiali
sono da segnalare due teste di ispirazione
prettamente locale accanto ad altre di
tradizione figurativa ellenistica.
Nel 1978 durante l'allargamento di una
strada che correva sulle pendici di M. Lungo
fu messa in luce una sepoltura a inumazione,
probabilmente femminile, proprio sulla
sezione a monte della strada. La tomba, del
tipo a fossa, risultava in parte danneggiata
ma conservava al suo interno resti del
corredo funebre (nove vasi ed uno specchio).
La datazione del contesto è da porsi tra il
270 e il 240 a.C.
In età augustea si tenta di riorganizzare
gli abitati etrusco-italici di Caere e
Tarquinia senza particolare successo;
l‘evidenza archeologica testimonia la loro
perdita d’importanza ed il maggior successo
di colonie e municipi romani come Castrum
Novum e, in particolare, Forum Clodii
(San Liberato, c/o il Lago di Bracciano).
Questo periodo resta caratterizzato ancora
da ville rustiche, nasce il latifondo e
vengono realizzati impianti di dimensioni
medio-grandi che indicano una occupazione
piuttosto capillare, rivolta allo
sfruttamento del territorio come attestano
anche i rinvenimenti di ville a Santa Lucia
e Li Santi nonché resti di case coloniche
distribuite a Fontanaccia, Poggio Freddara,
Spizzicatore dove molti di questi
insediamenti avevano annessa una fornace per
la produzione di laterizi.
I secoli successivi (II e III sec. d.C.),
nel quadro della crisi generale che investe
l’Italia, vedranno una fortissima
contrazione ed uno spopolamento delle
campagne, una decadenza dei vecchi centri
abitati. Questo fenomeno si riscontra anche
negli insediamenti rurali che, in molti
casi, vedono un forte declino delle loro
attività: ad esempio, nella villa in
località Fontanaccia (Allumiere) va
lentamente scomparendo e definitivamente
abbandonata nel corso del VI sec.
Eppure i rinvenimenti archeologici
consentono di affermare che nei secoli III-V
d.C. le aree limitrofe a Forum Clodii
e nella valle del Mignone mostrano
un’interessante ripresa, forse e soprattutto
grazie alla fondazione di Centumcellae,
che ne promuoverà il popolamento.
Tombe a cappuccina sono riscontrate a M.
Bertone, laterizi bollati a Coste (o
Grottino) del Marano, Piana di Stigliano, M.
Sassetto, Casale di Cencelle, Poggio San
Pietro e Poggio Fortino; scodella in
sigillata africana, anello bronzeo e ricco
corredo aureo di tomba femminile scoperta
nel 1972 a Pian della Conserva, frammenti di
intonaci dipinti, modanature e lastre
architettoniche di terracotta dalla villa
dei Piani di Canale Monterano.
Abbiamo quattro tracce di epigrafi romane
che identificano altrettanti mausolei andati
perduti:
1. Località Frassineta (struttura ancora
visibile) su uno sperone prospiciente il
Mignone con dedica datato tra il I e il II
sec. d.C.
2. Lastra marmorea con iscrizione latina,
rinvenuta nel 1981 tra S. Ansino e la
Carlotta in località imprecisata databile
alla fine del III sec. d.C.
3. Blocco di marmo lunense con l’iscrizione
relativa ad un mausoleo di M. Piantangeli
dove era riutilizzato nelle mura posteriori
della chiesa medievale.
4.
Anche le
iscrizioni di M. Castagno erano reimpiegate
nel castrum medievale.
Tavola cronologica
397/6 a.C. |
Prima della caduta
Tarquinia aiuta Veio con
un’incursione in territorio romano
ma i tarquiniesi vengono ripresi
sulla via del ritorno. |
I Romani assediano e
prendono Contenebra e Cortuosa in
territorio Tarquiniese. |
396 a.C. |
Presa di Veio |
- |
394 a.C. |
Incendio gallico |
- |
358 a.C. |
Sconfitta di Roma da
parte di Tarquinia |
- |
357 a.C. |
Nuova sconfitta di
Roma da parte dei Tarquiniesi e dei
Fallisci |
- |
356 a.C. |
Incursione
falisco-tarquiniese presso ad
Salinas fermata dai romani |
- |
354 a.C. |
Vittoria di Roma su
Tarquinia |
- |
351 a.C. |
Tregue con Cere (100
anni) e Tarquinia (40 anni) |
Guerriglia di Roma
nei territori Tarquiniesi,
costituita da incendi e saccheggi |
308 a.C. |
Rinnovo della tregua
con Tarquinia (40 anni) |
Conquista romana di
un centro fortificato (frourion)
cerite |
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