N. 36 - Dicembre 2010
(LXVII)
THE POLL DIARIES
Un film ispirato all’adolescenza della scrittrice Oda Schaefer
di Leila Tavi
Alla
quinta
edizione
del
Festival
internazionale
del
Film
di
Roma
è
stato
assegnato
il
premio
speciale
della
giuria
Marc’Aurelio
al
film
di
Chris
Kraus
Poll
(titolo
originale:
The
Poll
Diaries),
ambientato
in
Estonia
alla
vigilia
dello
scoppio
della
I
Guerra
Mondiale.
Protagonista
della
storia
è la
quattordicenne
Oda
Schaefer
von
Siering,
personaggio
liberamente
ispirato
alla
figura
della
prozia
del
regista,
Oda
Kraus,
che
scelse
come
nome
d’arte
quello
di
Oda
Schaefer.
La
scrittrice
si
cimentò
principalmente
con
feuilleton
e
radiodrammi,
ma
raggiunse
la
notorietà
in
Germania
negli
anni
Cinquanta
con
le
sue
poesie.
Figlia
del
giornalista
e
scrittore
Eberhard
Kraus,
con
origini
estoni,
nel
1933
sposò
lo
scrittore
Horst Lange.
Nel
1988,
anno
della
sua
morte,
non
ci
fu
nessun
tipo
di
riconoscimento
o
cerimonia
pubblica;
la
sua
stessa
famiglia,
membro
della
alta
borghesia
conservatrice
tedesca,
aveva
sempre
considerato
l’attività
della
poetessa,
cresciuta
con
valori
antifascisti,
lesiva
del
buon
nome
di
famiglia.
Chris
Kraus
scoprì
una
raccolta
di
versi
della
prozia,
per
caso,
in
una
biblioteca
e
riuscì
a
incontrarla
soltanto
nel
1987,
un
anno
prima
della
sua
morte.
Nel
film
Oda,
interpretata
da
Paula
Beer,
è
un’adolescente
sognatrice
e
introversa,
che
ha
perso
sua
madre
ed è
costretta
a
trasferirsi
con
la
sua
nuova
matrigna
e il
suo
fratellastro
russi
in
una
diroccata,
ma
suggestiva,
tenuta
estiva
di
famiglia,
chiamata
Poll,
sul
mar
Baltico,
in
Estonia.
Suo
padre,
Ebbo
von
Siering,
interpretato
da
Edgar
Selge,
è un
medico
che
studia
in
modo
maniacale
il
corpo
umano
e
che,
a
causa
dei
suoi
esperimenti,
è
stato
espulso
dalla
Facoltà
di
medicina
di
Berlino.
Oda
è
l’unica
di
famiglia
a
cui
è
permesso
l’accesso
al
suo
laboratorio
nella
tenuta,
ubicato
in
una
vecchia
segheria.
Lì
il
padre
le
insegna
a
sezionare
cadaveri
e a
conservarli
nell’alcool,
a
mettere
dei
punti
di
sutura,
svelandole i
segreti
dell’anatomia.
Per
Oda
è
normale
trascorrere
del
tempo
tra
le
provette
e
vasi
in
cui
la
osservano
macabramente
feti
deformi
e
teste
di
ex
galeotti.
Il
padre
di
Oda,
nella
sua
follia
di
conoscere
tutti
i
principi
dell’eugenetica,
ha
una
sola
regola:
“tutto
inizia
con
i
microbi
e
finisce
con
i
microbi”,
sebbene
abbia
aperto
centinaia
di
crani
non
è
capace
di
capire
la
mente
umana,
è un
uomo
insensibile,
violento,
senza
scrupoli,
in
cerca
di
fama
e
ricchezza.
Un
giorno
però
fa
la
sua
comparsa
nella
vita
della
ragazza
Schnaps,
un
mässaja,
ovvero
un
anarchico
estone,
interpretato
da
Tambet
Tuisk,
che
Oda
nasconde
nel
sottotetto
del
laboratorio
per
salvarlo
dai
soldati
russi
che
hanno
giustiziato
gli
altri
suoi
compagni
cospiratori.
Il
ragazzo
riesce
a
comunicare
con
Oda
perché
ha
imparato
il
tedesco
da
un
ufficiale
di
Riga
a
capo
della
prigione
in
Siberia,
dove
era
stato
rinchiuso
per
crimini
politici;
per
non
mettere
in
pericolo
la
vita
della
ragazza
non
le
vuole
rivelare
neanche
il
suo
nome,
si
fa
chiamare
semplicemente
Schnaps.
Con
lui
Oda
scoprirà
gl’ideali
anarchici
e
socialisti
e
imparerà
che
la
poesia
non
è
solo
arte,
ma
può
essere
impegno
politico
ed
espressione
della
sofferenza
di
un
popolo
a
cui
è
stata
sottratta
la
propria
terra.
Schnaps
desidera
che
Oda
non
diventi
una
melensa
scrittrice,
ma
un
lupo
che
porta
sempre
a
termine
tutto,
vede
in
lei
una
forza
e
una
determinazione
che
la
fanno
sembrare
ai
suo
occhi
una
piccola
“Napoleone”.
I
due
si
lasciano
andare
a un
amore
platonico,
che
sarà
drammaticamente
interrotto
dal
precipitare
degli
eventi
e
dall’imminente
scoppio
della
guerra.
Sullo
sfondo
sono
magistralmente
rappresentate
le
tensioni
sociali
tra
estoni,
russi
e
tedeschi
all’alba
del
primo
conflitto
mondiale.