I The Doors nascono a
Venice Beach (Los Angeles), quando due studenti della
facoltà di cinematografia dell’università di UCLA,
discutono sulla bassa qualità delle lezioni e sulla
poesia. Quei due studenti sono Ray Manzarek e James
Douglas Morrison, ovvero Jim Morrison.
Manzarek, dopo aver
ascoltato “Moonlight Drive”, poesia appena scritta da
Morrison (che dopo qualche anno diventerà un singolo di
successo) cerca di convincerlo per formare un gruppo
rock, nonostante il giovane poeta fosse totalmente
inesperto di musica.
Trovare gli altri membri
della band non su difficile. Al tempo, Ray Manzarek
seguiva delle lezioni di meditazione trascendentale,
frequentate da due suoi amici che già facevano parte di
una band poco conosciuta. Il batterista John Densmore e
il chitarrista Robby Krieger. Convinti tutti, nascono
così i The Doors, nome ispiratogli da una celebre frase
di William Blake: “Se le porte della percezione fossero
spalancate, ogni cosa apparirebbe all'uomo come
realmente è: infinita.”
Nonostante qualche
incertezza iniziale, il feeling tra i quattro musicisti
cresce bene, soprattutto dal punto di vista umano, ma la
band era ancora incompleta. In quegli anni, le chitarre
ritmiche ritagliavano un ruolo fondamentale, soprattutto
per gli assoli, strettamente di competenza delle
chitarre e ai Doors mancava il bassista.
Numerosi provini furono
svolti, ma nessuno sembrava in armonia con il ritmo del
gruppo. Morrison, in particolare, valutava gli aspiranti
bassisti anche in base alla persona, in quanto non amava
l’idea di suonare con un elemento che mentalmente non
rientrava in una sintonia che il quartetto già aveva
saldamente creato.
Quasi in preda alla
disperazione, Manzarek decise di adattarsi a ricoprire
anche quel ruolo. Al suo organo, già difficilissimo da
suonare, aggiunse una tastiera e un sintetizzatore moog.
Mentre con la mano sinistra suonava l’organo, con la
destra suonava la tastiera, riuscendo a fare due assoli
contemporaneamente e a sostituire il basso in maniera
assolutamente inusuale all’epoca. Tale esperienza, gli
garantisce una bravura ed una tecnica estremamente
dotata. Ray Manzarek, infatti, è ancora considerato tra
i più bravi organisti mai esistiti, sicuramente il
migliore tra i viventi.
Bastò poco a capire che i
Doors non erano un gruppo “normale”. L’estro e la
particolarità dei suoi componenti era a prima vista
bizzarro.
John Densmore aveva uno
stile tutto suo. A differenza degli altri batteristi,
non seguiva il resto della band, ma direttamente il
testo delle canzoni, tanto da ridurre gli altri
componenti della band a star dietro alla sua batteria,
che, quasi sempre, sembrava la seconda voce del gruppo.
Dotato di un’incredibile tecnica, riusciva a non varcare
mai il confine tra il jazz, il blues e il rock, anche
grazie alla continua e maniacale esercitazione, che
spesso gli facevano perdere la cognizione del tempo. Il
suo modo di suonare, contribuì in maniera significativa
al cambiamento dell’approccio nel rock della batteria,
testimoniando che era possibile utilizzare tale
strumento come punto d’appoggio per gli altri strumenti
e di poter eseguire assoli in maniera molto più
frequente, senza dover cadere per forza nel ritmo jazz o
in rullate senza senso e prive di “anima”. Rendendo nel
confronto, quasi incapaci coloro che si limitavano a
suonare la batteria come strumento unicamente
d’accompagnamento.
Per convivere con l’organo
e la tastiera di Manzarek, Robby Krieger fu quasi
obbligato ad usare note lente e riff pacati, lasciando
trasparire una notevole influenza del flamenco, che per
anni aveva suonato fino allo nausea. Ne uscì fuori uno
stile rock inconfondibile e del tutto unico, capace di
amalgamarsi in maniera perfetta con l’estro e le
diversità degli altri strumenti. La sua bravura nel
saper suonare la chitarra slide e di poter svariare dal
blues, al rock, dal flamenco e alla musica indiana, gli
ha garantito una stima che ancora oggi gli viene
riconosciuta dagli esperti.
Il pezzo forte del gruppo
è Jim Morrison. Studente dallo stile di vita bohémienne
e dall’aria selvaggia, con una voce mistica e
ipnotizzante che rimane tra le più belle della musica.
Trae ispirazione per le sue poesie e canzoni dalle opere
di Blake, Huxley, Rimbaud, Nietzsche, dall’alcool e
dagli stupefacenti. Soprannominato il “Re Lucertola”,
viene acclamato molto di più come cantante che come
poeta, rendendolo incompreso e oppresso dalla fama e
dalle persone che gli stavano intorno. I suoi testi
mistici e poetici, accompagnati da una travolgente
musica, resero le canzoni quasi vitali e psichedelici a
tal punto da creare dipendenza, facendo diventare
Morrison, fonte di adulazione da parte dei fan, che
tutt’ora lo acclamano in maniera quasi religiosa.
Rendendo Jim Morrison uno dei frontman più celebri di
tutti i tempi e troppo spesso oscurando l’importanza e
la bravura degli altri membri della band.
L’album di debutto fu
subito un successo. Uscì nel 1966 con lo stesso nome del
gruppo “The Doors”, contenente pezzi ascoltati anche
cinquant’anni dopo e soggetti a cover, come “Light My
Fire”, “Break On Through” e “The End”, dei veri e propri
capolavori.
Continuano a lavorare
senza sosta e dopo qualche apparizione in tv e numerosi
concerti, l’anno dopo fu pubblicato il secondo album
“Strange Days”. Da molti ritenuto il miglior album della
band dal punto di vista musicale e vocale, e “When The
Music’s Is Over” ne è un esempio.
Pubblicano un album
all’anno, sfruttando al massimo la creatività di
Morrison e la voglia di non fermarsi mai, cercando di
migliorarsi di anno in anno, ma solo “L.A. Woman”
pubblicato nel 1971 riscuote lo stesso successo dei
primi album.
In quello stesso anno, nel
1971, Jim Morrison muore a Parigi, in circostanze mai
chiarite. Quel tragico evento segna così la fine di un
gruppo durato troppo poco e di un’artista geniale
bruciato dalla fama e da amici, fidanzata compresa, che
in realtà non facevano altro che renderlo solo.
I The Doors, rimangono una
delle band più importanti della storia della musica.
Estrosi musicisti in perfetta armonia tra loro, dando
vita ad una musica inimitabile e mai riprodotta in
maniera uguale, o almeno decente. Dai testi mistici e
illuminari… e “The Ghost Song” ne è un esempio: