N. 145 - Gennaio 2020
(CLXXVI)
VITTIME DIMENTICATE DEL REGIME NAZISTA
I
TESTIMONI
DI
GEOVA
-
PARTE
i
di
Giorgio
Giannini
I
nazisti
hanno
perseguitato
alcune
categorie
di
persone
perché
attentavano
alla
‘purezza
della
razza
ariana’,
come
gli
ebrei
e i
Rom,
altre
categorie
perché
turbavano
l’ordine
sociale
nazista,
come
gli
omosessuali,
i
malati
di
mente,
i
portatori
di
handicap,
i
senza
fissa
dimora,
gli
alcolizzati
e
infine
tutti
coloro
che
si
opponevano
al
loro
regime
per
motivi
ideologici,
come
i
comunisti
e i
socialisti.
Una
sola
categoria
di
persone
però
è
stata
perseguitata
per
ragioni
esclusivamente
religiose:
i
Testimoni
di
Geova.
Essi
erano
considerati
“oppositori”
del
regime
nazista
per
il
loro
comportamento,
motivato
dalle
loro
convinzioni
religiose.
Infatti,
non
votavano,
non
prestavano
il
prescritto
saluto
Heil
Hitler!,
non
onoravano
la
bandiera
nazista
e
non
la
esponevano
alle
finestre
delle
loro
case
quando
richiesto
e
soprattutto
rifiutavano
di
prestare
il
servizio
militare.
Su
una
Comunità
di
circa
20.000
fedeli,
oltre
6.000
sono
stati
arrestati
e
almeno
2.000
sono
stati
internati
prima
nei
Campi
di
rieducazione
e
poi
nei
Lager,
dove
circa
640
di
loro
sono
morti
per
le
malattie
e i
maltrattamenti
subiti,
mentre
circa
200
sono
stati
condannati
a
morte,
con
infamia,
mediante
impiccagione
o
decapitazione,
per
aver
rifiutato
di
prestare
il
servizio
militare
dopo
l’inizio
della
guerra.
La
loro
persecuzione
da
parte
del
nazismo
è
stata
studiata
da
pochi
storici
e
per
questo
si
può
ritenere
che
sono
‘vittime
dimenticate’
del
regime
nazista,
come
i
Rom,
gli
omosessuali
e i
disabili.
Studi
ben
documentati
però
sono
stati
fatti
dagli
stessi
Testimoni
di
Geova,
soprattutto
tedeschi,
sulla
base
delle
testimonianze
rese
da
coloro
che
sono
stati
internati
nei
Lager
e
sono
sopravvissuti.
Al
riguardo,
nel
1990
si è
costituita
a
Parigi
l’Associazione
europea
dei
Testimoni
di
Geova
ex
deportati
e
internati,
che
ha
curato
una
mostra
sulla
deportazione
nei
Lager
nazisti.
In
seguito,
questa
mostra
è
stata
ampliata
dai
Testimoni
di
Geova
tedeschi,
che
ne
hanno
curato
tre
diversi
allestimenti,
di
circa
50
pannelli
ciascuno,
con
i
seguenti
titoli:
I
Testimoni
di
Geova,
saldi
di
fronte
all’attacco
nazista;
Le
vittime
dimenticate;
Resistenza
spirituale
dettata
dalla
convinzione
religiosa.
La
mostra
è
stata
presentata
il 6
novembre
1996,
nel
Museo
del
Lager
femminile
di
Ravensbruck,
in
occasione
della
prima
visione
mondiale
del
documentario,
su
videocassetta,
in
lingua
tedesca
I
Testimoni
di
Geova,
saldi
di
fronte
all’attacco
nazista,
successivamente
tradotto
in
molte
altre
lingue,
compreso
l’italiano.
Da
allora,
la
mostra
è
stata
esposta
nei
principali
Lager
nei
quali
furono
internati
e
anche
nei
più
importanti
Musei
della
Resistenza.
La
repressione
prima
del
nazismo
Nel
periodo
successivo
alla
Prima
Guerra
Mondiale,
fino
all’avvento
del
nazismo,
gli
Studenti
Biblici
(Bibelforscher,
come
si
chiamano
in
quel
periodo
i
Testimoni
di
Geova)
sono
molto
attivi
in
Germania
e
diffondono
circa
100
milioni
di
copie
delle
loro
pubblicazioni,
ma
per
il
loro
intenso
proselitismo
religioso
in
pubblico
sono
oggetto
di
intolleranza
e di
repressione.
In
particolare,
sono
istruiti
ogni
anno
contro
di
loro
centinaia
di
processi
per
violazione
delle
norme
sul
colportaggio
(la
diffusione
di
materiale
religioso
evangelico).
La
situazione
migliora
nel
1930.
Infatti,
il
19
aprile,
il
Ministro
dell’Interno
del
Reich
invia
una
Circolare
agli
Uffici
di
Polizia,
precisando
che
l’Associazione
Internazionale
degli
Zelanti
Studenti
Biblici
(Internationale
Bibelforscher
Vereinigung-IBV)
persegue
scopi
essenzialmente
religiosi
e
non
svolge
alcuna
attività
politica;
pertanto
sono
da
evitare
incriminazioni
per
colportaggio.
Inoltre,
il
30
aprile
1930,
la
loro
Associazione
Wachtturm
(Torre
di
Guardia)
è
riconosciuta
come
organizzazione
filantropica.
L’anno
seguente,
dal
30
maggio
al
primo
giugno
1931,
si
svolge
a
Berlino
l’Assemblea
nazionale
dei
Bibelforscher
tedeschi,
con
la
partecipazione
di
circa
10.000
persone.
Il
26
luglio
1931,
all’Assemblea
mondiale
di
Columbus
(Ohio),
gli
Studenti
Biblici
adottano
il
nuovo
nome
di
Testimoni
di
Geova.
Pochi
mesi
dopo,
la
situazione
peggiora
nel
Land
della
Baviera.
Infatti,
il
18
novembre
1931,
le
autorità
di
Polizia,
in
applicazione
della
Legge
28
marzo
1931
sull’ordine
politico,
vietano
la
diffusione
dei
loro
scritti.
Il
12
maggio
1932,
il
ricorso
dei
Testimoni
è
respinto
dal
Ministero
dell’Interno
della
Baviera
perché
‘infondato’.
La
situazione
è
però
migliore
in
altri
Lander
tedeschi.
Il
15
giugno
1932
il
Tribunale
Amministrativo
di
Karlsruhe
(Baden-Wurttemberg)
riconosce
che
essi
non
rappresentano
alcun
pericolo
per
la
sicurezza
e
l’ordine
pubblico.
Un
riconoscimento
simile
è
fatto
il
14
settembre
1932
dalla
Polizia
di
Magdeburgo
(Sassonia).
Però
in
tutta
la
Germania
sono
in
corso,
nel
dicembre
1932
più
di
2.000
processi
per
colportaggio.
La
persecuzione
da
parte
del
nazismo
I
Testimoni
di
Geova
prendono
posizione
contro
il
nazionalsocialismo
sulla
loro
rivista
internazionale
The
Golden
Age
(“L’Età
d’Oro”)
dalla
fine
degli
anni
Venti.
Infatti,
in
un
numero
della
fine
del
1929,
si
legge:
“Il
nazionalsocialismo
è un
movimento
che
sta
agendo
(…)
direttamente
al
servizio
del
nemico
dell’uomo,
il
Diavolo”.
Inoltre,
sul
numero
del
4
gennaio
1933
(pochi
giorni
prima
della
salita
al
potere
di
Hitler,
il
30
gennaio
1933),
è
scritto:
“Incombe
la
minacciosa
ombra
del
movimento
nazionalsocialista”.
Poche
settimane
dopo
l’ascesa
al
potere
di
Hitler,
il
Governo
nazista
emana
un
Decreto
che
prevede
“misure
protettive
contro
gli
atti
di
violenza
comunista
che
mettono
in
pericolo
la
sicurezza
dello
Stato”.
Si
limitano
così
i
fondamentali
diritti
di
libertà.
Anche
i
Testimoni
di
Geova
vengono
perseguitati
perché
considerati
‘oppositori’
del
regime
nazista.
Il 7
marzo
1933
una
Nota
governativa
chiede
alle
Autorità
locali
se
sono
stati
presi
provvedimenti
contro
le
riunioni
e la
diffusione
degli
scritti
della
‘setta’.
Il
1°
aprile
1933
il
Ministro
dell’Interno
del
Reich
vieta
la
diffusione
delle
loro
pubblicazioni.
Per
reazione,
i
Testimoni
di
Geova,
dall’8
al
16
aprile
1933
organizzano
in
tutto
il
Paese
un
‘periodo
di
testimonianza’
e
distribuiscono
due
milioni
di
copie
dell’opuscolo
Die
Krise
(La
crisi),
richiamando
l’attenzione
dei
lettori
sul
pericolo
del
nazismo.
Contemporaneamente,
i
Testimoni
sono
messi
al
bando
in
vari
Lander
con
false
accuse,
in
primo
luogo
quella
di
‘cospirazione
contro
lo
Stato’.
In
particolare,
sono
accusati
di
essere
a
favore
del
sionismo
per
aver
ipotizzato
il
ritorno
degli
ebrei
in
Palestina.
Pertanto,
il
10
aprile
1933,
il
loro
Movimento
è
vietato
nel
Land
del
Meclemburgo,
il
13
aprile
in
Baviera,
il
18
aprile
in
Sassonia,
il
26
aprile
in
Turingia,
il
15
maggio
nel
Baden-Wurttemberg.
Il
24
aprile
1933
è
perquisita
e
sottoposta
a
sequestro
la
sede
tedesca
della
WatchTower
Society
(Società
della
Torre
di
Guardia),
che
è
l’Associazione
internazionale
del
Movimento,
a
Magdeburgo,
nella
quale
però
non
si
trova
alcun
documento
compromettente.
Pertanto,
pochi
giorni
dopo,
il
28
aprile,
la
sede
è
dissequestrata
e
riconsegnata
al
Movimento.
Il
26
aprile
1933
i
Testimoni
di
Geova
chiedono
alla
Cancelleria
del
Reich
un
incontro
con
una
loro
delegazione,
ma
la
richiesta
non
è
presa
in
considerazione.
Il 9
maggio
1933
il
Ministero
dell’Istruzione
della
Baviera
emana
una
Circolare
per
informare
le
scuole
dello
scioglimento
dell’Associazione
dei
Testimoni
di
Geova.
Il
24
giugno
1933
il
Movimento
è
sciolto
in
Prussia
e i
suoi
beni
sono
sequestrati.
Il
giorno
dopo,
si
riuniscono
a
Berlino
circa
7.000
Testimoni
di
Geova
che
approvano
una
Dichiarazione,
inviata
ai
membri
del
Governo
e a
tutti
i
funzionari
pubblici
per
spiegare
gli
scopi
esclusivamente
religiosi
del
Movimento,
nella
quale
è
scritto:
“La
nostra
organizzazione
non
è
politica
in
nessun
senso.
Insistiamo
solo
nell’insegnare
alla
gente
la
Parola
di
Geova
Dio”.
Il
24
luglio
1933
il
Movimento
è
sciolto
nel
Reich.
Nello
stesso
mese,
i
primi
Testimoni
di
Geova
sono
inviati
in
appositi
Campi
di
rieducazione,
per
essere
rieducati
perché
considerati
asociali,
come
i
Rom,
gli
omosessuali,
gli
alcolisti,
i
senza
fissa
dimora.
Oltre
ai
Campi
per
gli
uomini,
ci
sono
quelli
per
le
donne,
nei
quali,
spesso,
le
Testimoni
di
Geova
costituiscono
la
maggioranza
delle
recluse.
Il
21 e
il
24
agosto
1933
sono
bruciate
pubblicamente,
nelle
città
di
Magdeburgo
e di
Colonia,
tutte
le
pubblicazioni
e i
libri
trovati
nelle
sedi
dei
Testimoni
di
Geova
(circa
65
tonnellate).
Contro
questi
provvedimenti,
il
20
settembre
1933
l’Ambasciatore
degli
USA,
William
E.
Dodd,
invia
una
lettera
ufficiale
di
protesta
al
Ministero
degli
Esteri
del
Reich,
che
risponde
il
13
novembre
facendo
presente
che
l’Associazione
Wachtturm
(Torre
di
Guardia)
può
presentare
ricorso.
Sennonché
il
ricorso
era
stato
già
respinto
dal
Tribunale
Amministrativo
della
Prussia
il
15
luglio.
Il 9
giugno
1934
il
Ministro
della
Giustizia
della
Prussia
emana
una
Nota
con
la
quale
informa
che
il
Ministero
dell’Interno
ha
disposto
la
restituzione
dei
beni
sequestrati
al
Movimento.
Pertanto,
il
25
giugno
1934
il
direttore
del
Ministero
dell’Interno
ordina
a
tutti
gli
uffici
di
Polizia
di
restituire
i
beni
sequestrati
ai
testimoni
di
Geova.
Sono
però
vietate
sia
la
stampa
delle
pubblicazioni,
compresa
la
Bibbia,
che
le
riunioni
e il
proselitismo
religioso.
Migliaia
di
testimoni
subiscono
perquisizioni
domiciliari
e
molti
vengono
arrestati
o
internati
nei
Campi
di
rieducazione.
Nel
mese
di
giugno
iniziano
i
licenziamenti
dagli
Uffici
pubblici,
che
si
estendono
a
tutto
il
Reich
dal
primo
aprile
1935.
Il
13
settembre
1934,
però,
il
Ministero
dell’Interno
del
Reich
autorizza
la
stampa
della
Bibbia
e di
altre
pubblicazioni
a
carattere
religioso,
vietandone
però
la
distribuzione
pubblica.
Il 7
ottobre
1934
i
Testimoni
di
Geova
tedeschi
organizzano
una
nuova
protesta
collettiva,
inviando
in
massa
una
lettera
ai
funzionari
governativi,
nella
quale
annunciano
che
rimarranno
fedeli
ai
loro
principi.
Infatti
scrivono:
”C’è
un
netto
contrasto
tra
la
vostra
legge
e la
legge
di
Dio
(…)
Perciò
con
la
presente
vi
comunichiamo
che
a
ogni
costo
ubbidiremo
ai
comandamenti
di
Dio,
ci
raduneremo
per
studiare
la
sua
Parola
e lo
adoreremo
e lo
serviremo
come
ha
comandato”.
Per
reazione,
il
Furher
ordina
l’intensificazione
della
repressione
contro
i
seguaci
del
Movimento.
Inoltre,
il
17
novembre
1934
Hitler
dispone
che
la
sorveglianza
sui
Testimoni
di
Geova
sia
affidata
alla
Gestapo,
che
subito
allestisce
un
sistema
di
informazione
basato
soprattutto
sulle
delazioni.
Nonostante
i
divieti
di
pubblicare
e
diffondere
la
rivista
Torre
di
Guardia
e
ogni
altro
opuscolo,
nonché
di
fare
proselitismo
religioso
in
pubblico,
i
Testimoni
di
Geova
tedeschi
continuano
a
stampare
clandestinamente
(anche
libri
in
formato
così
piccolo
da
poter
essere
occultati
in
una
scatola
di
fiammiferi)
e a
importare
dall’estero
le
loro
pubblicazioni
e a
diffondere
le
loro
idee
tra
parenti,
amici,
conoscenti.
Lo
stesso
fanno
i
giovani
con
i
loro
compagni
di
classe
o di
gioco.
I
Tribunali
Speciali
condannano
molti
Testimoni
di
Geova
a
pesanti
pene
detentive
e
pecuniarie
perché
distribuiscono
pubblicazioni
e
fanno
proselitismo
religioso.
All’inizio
del
1935,
la
rivista
The
Golden
Age
denuncia
l’uso
della
tortura
da
parte
del
regime
nazista,
che
ricorda
i
metodi
usati
dall’Inquisizione.