[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

194 / FEBBRAIO 2024 (CCXXV)


antica

TESEO E LA NASCITA DELLA DEMOCRAZIA ATENIESE
TRA MITO E STORIA

di Matteo Liberti

 

Teseo concepì un piano grandioso [...], radunò in città tutte le genti sparse per l’Attica e fece di un popolo fino ad allora disunito [...] un popolo coeso”. È così che lo storico greco Plutarco riassume un momento decisivo nella storia di Atene: quello in cui dal suo nucleo originario iniziò a sorgere una grande città destinata a illuminare il mondo. Tale storia affonda peraltro nel mito e spesso vi si confonde, tanto da iniziare con una contesa tra due divinità, Atena e Poseidone, e proseguire con le leggendarie gesta di un eroe, Teseo.

 

«Prima che nel V secolo a.C. Tucidide dettasse le regole con cui scrivere la storia, la gente di Atene raccontava sulle proprie origini vicende simili alle favole», spiega lo storico Valerio Massimo Manfredi, autore di Akropolis. La grande epopea di Atene (Mondadori). In particolare, il mito riferisce che, al momento della fondazione della città, la celebre dea della sapienza e il dio del mare se ne contesero la protezione nonché il diritto di dargli il nome. Affidarono quindi il giudizio finale ai suoi stessi abitanti, leggenda da leggersi come una sorta di “antipasto mitologico” del futuro governo democratico ateniese. Per ingraziarsi il popolo, Poseidone donò un cavallo, simbolo di vigore e coraggio, promettendo inoltre il proprio appoggio in guerra. «Atena, invece, batté il suolo con la sua lancia e ne fece germogliare una pianticella dalle foglie d’argento con piccole bacche scure. Era l’ulivo, pianta più nobile tra quelle che crescono sulle sponde del Mediterraneo, dai cui frutti si ricava il preziosissimo olio», continua Manfredi. Con esso la dea promise saggezza e pace, ed ebbe infine la meglio.

 

Storicamente, Atene iniziò a prendere forma concreta nel corso del II millennio a.C., quale centro miceneo il cui cuore corrispondeva all’odierna acropoli. I primi insediamenti sorsero in una posizione estremamente favorevole dell’Attica, regione protesa nel mar Egeo. In particolare, essi vennero alla luce in una fertile pianura – irrigata dai fiumi Cefiso e Ilisso – che ben si prestava alla produzione agricola, base dell’economia greca. Quest’area, inoltre, era protetta da più massicci montuosi – come quelli dell’Imetto e del Pentelico – che fungevano da ostacolo per i venti freddi provenienti da Nord-Est nonché per potenziali invasori. Non solo: tali alture erano ricche di pascoli e vi si potevano ricavare marmi e altri materiali da costruzione. A rendere ancora più prezioso il territorio, punteggiato da colline simili a quella dell’Acropoli, era il fatto che si aprisse a Sud-Ovest sul mare, affacciandosi sul golfo di Saronico. Questo abbondava di approdi naturali, soprattutto nell’area del Pireo, dove sorgerà non a caso il porto principale della città (suo vanto dal V secolo a.C.), distante una decina di chilometri dall’acropoli, ma oggi parte integrante della metropoli ateniese.

 

Nei primi secoli di vita Atene sarebbe stata retta da una serie di leggendari monarchi il primo dei quali fu Cecrope. Secondo la mitologia, il più celebre tra tutti fu però Teseo, figlio del sovrano ateniese Egeo e di Poseidone, unitisi nella stessa notte a sua madre Etra. Cresciuto lontano da Atene, venne a sapere delle proprie origini attorno ai sedici anni e mostrò subito il suo valore in una serie di imprese degne delle fatiche di un altro celebre eroe mitologico, Eracle, sconfiggendo le creature mostruose che infestavano l’Attica. «Teseo uccise animali feroci, assassini e predoni sanguinari», conferma lo storico. «Fu quindi accolto ad Atene con grandissimi onori, ma un’altra prova già lo attendeva: salpare alla volta di Creta per affrontate il Minotauro, mostro antropofago con testa taurina e corpo umano».

 

Tale bestia si nutriva periodicamente di giovani ateniesi, sacrificati per volere di Minosse, re di Creta da cui deriva il nome della civiltà minoica, fiorita nel II millennio a.C. e affermatasi come potenza di primo piano nel Mediterraneo. Quanto a Teseo, una volta sconfitto il mostro – aiutato in ciò da Arianna, figlia di Minosse che si era invaghita di lui e che gli diede un filo da srotolare nel labirinto per ritrovare l’uscita – tornò ad Atene e ne divenne sovrano, procedendo poi a una serie di cruciali riforme. Oltre a donare agli ateniesi le prime leggi democratiche e i primi monumenti, l’eroe avrebbe avuto il merito di riunire attorno al nucleo principale della città le molteplici comunità presenti nell’Attica.

 

Il processo di raggruppamento dei molti villaggi presenti nella regione, attribuito dal mito a Teseo, avvenne realmente ed è detto in storiografia “sinecismo”: da syn, “insieme” e oikos, “casa”. Atene divenne così un grande e potente centro, ricco di monumenti voluti secondo la leggenda dallo stesso Teseo. A lui è attribuita infine l’istituzione delle “Panatenee”, festa religiosa in onore della dea protettrice della città, e per tutto ciò, in talune versioni del mito, egli è indicato come il “vero” fondatore di Atene. La storica capacità degli ateniesi di tenere uniti più villaggi, con relativo riconoscimento di pari diritti politici, spiegherebbe invece perché qui e non altrove prenderà corpo la prima forma di democrazia.

 

Superata definitivamente l’epoca di Teseo e degli altri mitologici monarchi, Atene vide emergere la figura degli arconti, magistrati che avevano la massima autorità in ambito civile e militare. Provenivano dalle aristocrazie locali, si riunivano in un consiglio detto Aeropago (“collina di Ares”) e si giunse a nominarne nove ogni anno, ognuno con poteri specifici. Le lotte interne a quest’aristocrazia portarono peraltro a una prolungata instabilità politica, e in tale contesto giunse nel VII secolo a.C. l’opera del legislatore Dracone, che adottò severi provvedimenti per stabilizzare la situazione stilando uno dei primi codici penali della storia. Tuttavia, continuò a crescere la tensione tra le classi sociali disagiate e quelle dominanti, finché queste ultime nominarono arconte con pieni poteri un uomo di grande saggezza per varare le misure necessarie a pacificare gli animi. Si trattava di Solone, che nel 594 a.C. introdusse importanti riforme economiche e divise la cittadinanza in classi basate sul censo e non più sulla nascita. «La grande novità era la possibilità per i cittadini di passare a una classe superiore se il loro reddito fosse aumentato, accedendo così alla gestione della cosa pubblica», prosegue l’esperto. «Fu una rivoluzione: non c’era più una società immobile, legata al diritto di sangue, ma una società dinamica».

 

Il percorso democratico si interruppe alla metà del VI secolo a.C. allorché emerse la figura di Pisistrato, scaltro politico che sfruttò le faide tra fazioni aristocratiche per accattivarsi il popolo e instaurare un governo tirannico. Dopo la sua morte, a far rifiorire la politica ateniese ci pensò Clistene, ex arconte che nel 508 a.C. avviò una riforma democratica riorganizzando tra l’altro la polis in divisioni amministrative dette “demi”, anche se la democrazia “alla greca” era ben diversa da come la intendiamo oggi (la politica ateniese era riservata ai soli uomini adulti, escludendo sia le donne sia i residenti stranieri e gli schiavi).

 

In seguito, tra i leader democratici più celebri spiccò Pericle, che guidò Atene tra il 461 e il 429 a.C. investito dell’alta carica militare di strategos. Fu il momento di massimo splendore della città, vittoriosa nelle recenti guerre persiane – da cui uscì come potenza egemone sui mari – e ricca di fervori artistici e culturali. «In tale periodo si registrò una sorta di “miracolo greco” che coinvolse ogni aspetto della società e che ebbe il suo apice proprio ad Atene, dove fiorì tra l’altro la storiografia, dapprima con Erodoto, che fece da ponte con le opere epiche, e poi con Tucidide, la cui ricerca era basata sull’assenza di ogni divinità dalla narrazione», conclude Manfredi. E mentre il mito usciva dalla Storia, sull’Acropoli, nel cuore originario di Atene, prendeva forma il Partenone, maestoso tempio dedicato a quella dea Atena con cui tutto aveva avuto inizio, grazie a un albero d’ulivo e a una promessa di pace.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]