N. 138 - Giugno 2019
(CLXIX)
sui Mormoni in Italia
L’edificazione
del
Tempio
della
Chiesa
Mormone
a
Roma
di
Daria
Addabbo
Il
presente
progetto
fotografico
è
nato
contestualmente
ai
lavori
di
edificazione,
iniziati
nel
2010,
del
Tempio
della
Chiesa
di
Gesù
Cristo
dei
Santi
degli
Ultimi
Giorni
di
Roma,
uno
dei
tempi
più
importanti
d’Europa,
inaugurato
nel
gennaio
2019.
La
Chiesa
in
oggetto
rappresenta
una
confessione
religiosa
fondata
da
Joseph
Smith,
un
profeta
e
predicatore
americano,
che
nel
1830
pubblicò
Il
libro
di
Mormon.
Smith
disse
di
aver
tradotto
il
testo
da
“tavole
d’oro”
scritte
in
egizio
riformato,
una
sconosciuta
lingua
antica,
che
gli
erano
state
donate
da
un
angelo
di
nome
Moroni.
I
Mormoni
si
definiscono
cristiani,
anche
se
le
loro
credenze
li
allontanano
dalla
maggior
parte
delle
altre
confessioni.
Si
autofinanziano
attraverso
la
donazione
della
“decima”,
il
dieci
per
cento
dei
guadagni
annui
di
ciascun
membro:
pagare
questa
tassa
è
una
forma
di
sacrificio.
La
sfera
più
alta
della
gerarchia
mormone
è
costituita
da
un
presidente,
che
ha
il
titolo
di
“profeta,
veggente
e
rivelatore”
e da
12
apostoli,
chiamati
per
rivelazione.
Il
quartier
generale
della
Chiesa
è
nella
città
di
Salt
Lake
City,
nello
Utah,
Stati
Uniti.
Si
calcola
che
nel
mondo
siano
14
milioni.
In
Italia
la
Chiesa
di
Gesù
Cristo
dei
Santi
degli
Ultimi
Giorni
è
presente
fin
dal
1850.
Suddivisa
in
“pali”
(l’equivalente
delle
diocesi),
oggi
conta
26.000
fedeli.
L’incontro
con
alcuni
dei
membri
della
Chiesa
di
Roma
e di
Ladispoli
ha
permesso
di
raccontarne
la
sfera
privata,
la
geografia
intima,
nelle
loro
case,
con
le
loro
famiglie.
Ho
trovato
una
congregazione
religiosa
con
solide
regole,
rispettate
con
grandissima
disciplina.
Ma,
sebbene
dedichino
molto
del
loro
tempo
a
numerose
attività
di
formazione
religiosa,
che
avvengono
anche
all’interno
delle
mura
domestiche,
la
relazione
con
il
mondo
esterno
esiste.
Lo
sguardo
sul
mondo
dei
giovani
Mormoni
ha
messo
in
luce
un
aspetto
particolarmente
interessante,
suggerendo
una
domanda.
Cosa
significa,
per
un
ragazzo
nel
2017,
far
parte
di
una
comunità
religiosa
che
impone
grandi
restrizioni
e
precetti
a
cui
i
suoi
membri
devono
attenersi
con
rigore
(non
bere
alcol,
non
fumare,
non
bere
caffè,
eccitanti
in
genere,
non
assumere
sostanze
che
alterino
la
propria
coscienza…)?
La
sorpresa
è
stata
trovare
una
realtà
che,
al
di
là
degli
stereotipi
e
dei
pregiudizi,
non
si
prestava
a
immagini
scontate.