[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 152 / AGOSTO 2020 (CLXXXIII)


filosofia & religione

RIFLESSIONI SULLA TECNICA E SULLE SUE EVOLUZIONI

Parte I / PANORAMICA STORICA

di Raffaele Pisani

 

Intendiamo porre l’attenzione su quell’attività dell’uomo che operando in base a conoscenze empiriche o a leggi scientifiche produce beni o servizi che si ritengono utili. Pur se esistono tecniche animali e anche vegetali, riteniamo che quella umana con il suo evolversi storico sia sostanzialmente diversa e solo a questa ci proponiamo di volgere il nostro sguardo.

 

Siamo gli eredi del pensiero greco, romano e cristiano ed è a questi che da principio intendiamo far riferimento, per poi passare al pensiero moderno e dare infine uno sguardo al tempo attuale, che spesso definiamo con tanti termini nei quali appare il “post” come prefisso.

 

Il riferimento ai pensatori del passato e del presente è un esercizio di umiltà, sappiamo bene di non aver scoperto niente, ma confidiamo che la nostra attenzione su questo o quel problema da essi sollevato possa offrirci qualche lume per capire il presente, per niente semplice, e affrontare il futuro con uno sguardo prospettico.

 

Già la mitologia narra del titano Prometeo, astuto nel sottrarre il fuoco che Zeus gelosamente conservava impedendone l’uso agli uomini e anche esperto nelle tecniche che generosamente insegnò all’umanità. Si narra pure dell’artigiano ateniese, Dedalo, il cui nome significa “ingegnoso”, autore di cose strabilianti, nel campo della tecnica come in quello dell’arte, che peraltro i Greci univano con lo stesso nome. La sua astuzia si dimostrò in varie occasioni. La fuga dal labirinto da lui stesso ideato e nel quale Minosse lo aveva rinchiuso è certamente la più famosa.

 

I Greci dell’età arcaica tenevano in grande considerazione queste forme di sapere e di agire, in seguito le cose cambieranno decisamente. Platone nella Repubblica metterà gli artigiani al grado più basso fra i cittadini, secondo uno schema piramidale che vedeva all’apice i sapienti e immediatamente sotto i guardiani. Gli schiavi naturalmente erano del tutto esclusi.

 

Aristotele nella sua opera di classificazione del sapere ha distinto le scienze in teoretiche, pratiche e poietiche. L’ordine è decrescente per rilevanza; le prime riguardano il sapere per se medesimo, le seconde il sapere che porta al retto agire morale e politico, le terze, quelle che a noi interessano per il presente discorso, concernono il sapere che porta al fare, al costruire.

 

Con il temine téchne si intende sia il lavoro dell’artigiano sia quello dell’artista, entrambi hanno a che fare con la poiesis, con la produzione. Il termine latino “ars” e l’italiano “arte”, ci hanno accompagnato per tutto il Medioevo fino ai nostri giorni, differenziandosi però per indicare le arti meccaniche e quelle liberali.

 

Sebbene affondino le loro radici nell’antichità, sarà con il Medioevo che le arti liberali del trivio e del quadrivio verranno a costituire la base imprescindibile della formazione dell’uomo di cultura. Il trivio, con la grammatica la retorica e la dialettica e il quadrivio, con la l’aritmetica, la geometria, la musica e l’astronomia preparano l’animo ad affrontare la filosofia, che a sua volta ha funzione ancillare nei riguardi della teologia.

 

Per le arti meccaniche basta frequentare le botteghe artigiane, che comunque non godono di alcuna considerazione tra i dotti. Ciò non impedirà che da questi luoghi vengano fuori artisti che compiranno opere meravigliose. Proprio per questo dal Rinascimento, anche se l’espressione è del XVII secolo, si cominceranno a differenziare le belle arti da quelle semplicemente utili.

 

A cavallo tra il XVI e XVII secolo, quando Galileo, scrutando il cielo inaugurava l’astronomia moderna, Francis Bacon (1561-1626) si poneva il problema della tecnica e la concepiva come mezzo per dominare la natura e per migliorare il mondo degli uomini. Il suo metodo di ricerca basato sull’osservazione e sull’induzione, senza riferimenti matematicamente misurabili, non ha avuto risultati epistemologici significativi.

 

Egli è stato piuttosto il profeta della tecnica, come è talvolta definito, si proponeva di osservare la natura in vista di applicazioni concrete, forse per questo più che ai corpi celesti era interessato ai materiali che l’uomo poteva usare per produrre oggetti utili. Nel suo Novum Organum, Bacone, così siamo soliti chiamarlo, diceva che “la scienza e la potenza umana coincidono, perché l’ignoranza della causa preclude l’effetto, e alla natura si comanda solo ubbidendole: quello che nella teoria fa da causa, nell’opera pratica diviene regola”. Quindi l’uomo che è “ministro e interprete della natura”, anche queste sono parole sue, non è il padrone assoluto: egli deve procedere rispettosamente e osservare metodicamente prima di agire.

 

Bacone e gli esiti della sua filosofia sono stati variamente interpretati. Il filosofo della scienza Karl Raimund Popper (1902-1994) dice che, se non propriamente Bacone, quanto piuttosto i risultati del suo pensiero hanno contribuito a creare l’idea di una sorta di religione della scienza che trasforma il mondo, concezione non priva di pericoli. Di parere diverso è Paolo Rossi (1923-2012), storico della filosofia, che però pare riferirsi direttamente a Bacone piuttosto che alla sua eredità di pensiero. Quest’ultimo infatti afferma che l’uomo si libera solo con la scienza e la tecnica che si pongono al servizio dell’umanità.

 

Nel Settecento vide la luce l’Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri. Già dal titolo si può intuire lo spirito la caratterizza. Con essa la tecnica, le arti meccaniche disprezzate in passato, hanno finalmente il loro riscatto. Nel Discorso preliminare troviamo scritto che “La società, se rispetta giustamente i grandi geni che la illuminano, non deve avvilire le mani che la servono. La scoperta della bussola è tanto utile al genere umano, quanto lo sarebbe alla fisica la spiegazione delle proprietà dell’ago magnetico”.

 

Diderot nell’Enciclopedia, trattando la voce “arte”, si pone contro il pregiudizio secolare che vedeva nel volgersi agli oggetti sensibili e materiali “una deroga della dignità dello spirito umano”.

 

L’Ottocento, specialmente a partire dalla seconda metà, vide uno sviluppo prodigioso del sistema industriale nei principali paesi europei, negli Stati Uniti e poi anche in Giappone. Se nei primi tempi della rivoluzione industriale tante realizzazioni tecniche erano state il frutto di geniali intuizioni, in seguito sono diventate applicazione ragionata di principi scientifici.

 

In questo periodo della storia sono cambiati i volti e soprattutto le dimensioni delle città e gli stili di vita della gente. Il trionfo della scienza trova presto applicazione in opere strabilianti: la Torre Eiffel che si protende verso il cielo con i suoi trecento metri di altezza e il taglio dell’istmo di Suez che unisce Mediterraneo e Oceano Indiano sono due esempi significativi, il primo simbolico, il secondo molto più gravido di conseguenze economiche e strategico-militari. Tutto ciò si accompagnava a nuovi problemi per una rilevante parte di popolazione, perlopiù esclusa dalla prosperità che essa stessa produceva.

 

La riflessione di stampo tecnocratico-positivista come quella marxista fanno comunque riferimento alla tecnica come cardine dello sviluppo sociale.

 

Sviluppo tecnologico e progresso umano non sono la stessa cosa. La Belle Époque è stata protagonista di entrambi, ma non sempre in maniera equilibrata; se è stata bella, non lo è stata certamente per tutti. Tante risorse per lo sviluppo tecnologico hanno riguardato gli armamenti e la tecnologia bellica è diventata centrale per gli stati, quasi tutti impegnati in una politica aggressiva.

 

Sarà il primo conflitto mondiale a far cadere quell’ingenua fede che vedeva nella scienza e nella tecnica la medicina per i mali del mondo.

 

Con qualche anticipazione, ancor prima del 1914, si è sviluppata una visione del mondo che metteva in evidenza i limiti e le contraddizioni della tecnica, per poi sfociare in quella che sarà definita come Letteratura della crisi. Durante e dopo il primo conflitto mondiale fino alle soglie del secondo, moltissimi letterati, filosofi, artisti e scienziati esprimeranno tutto il disagio, soprattutto europeo, che caratterizzerà quell’epoca.

 

Un grido di dolore dell’umanità e della stessa natura dilaniata dalla tecnica distruttiva della guerra è nella celeberrima Guernica, dipinta nel 1937 da Picasso, a qualche mese di distanza dal tragico evento. Ombre, tramonto, crisi, disagio sono termini che appaiono nei titoli di tante opere filosofiche e letterarie del periodo, solo a volte sono accompagnati da espressioni che fanno intravvedere delle speranze e delle timide prospettive per un futuro che comunque rimane incerto.

 

A titolo d’esempio riportiamo qualche brano che ci è parso significativo. Il primo è di Max Scheler, è tratto da Essenza e forme della simpatia, del 1923; in quel periodo il suo pensiero si stava distaccando da una visione cristiana e cattolica per andare verso una sorta di panteismo dinamico.

 

Spiega come l’Occidente con le sue radici cristiane, a loro volta inserite in quelle ebraiche, ellenistiche e romane, sia giunto a una concezione del mondo basata sulla incolmabile differenza tra Creatore e Natura. Ancor più: la natura viene vista come qualcosa da sottomettere. Perfino ciò che concerne l’uomo come istinto, debolezza, carne deve essere mortificato. All’ascesi della tarda antichità e del Medioevo è seguita nel mondo moderno una sottomissione della natura, vista semplicemente come mezzo, come risorsa priva di una dignità propria. Le eccezioni non sono mancate, si pensi al cammino del francescanesimo e anche al romanticismo, non accenna alla filosofia della natura rinascimentale che forse potrebbe costituire un’altra eccezione, tutto ciò comunque non ha cambiato la linea generale.

 

Ma l’uomo che sottomette la natura vuole utilizzare e sottomettere anche i propri simili, la rottura di quella simpatia universale non lascia nessuna oasi incontaminata. Una via d’uscita a questa situazione, nella quale il mondo industrializzato si trova invischiato, può essere conseguita se si saprà andare oltre i valori legati al piacere e all’utile e si incrementeranno quegli vitali, culturali e religiosi.

 

In Karl Jaspers, La situazione spirituale del tempo (1931), vediamo come la concezione del Dio trascendente e della creaturalità del mondo abbia fatto sì che quest’ultimo venisse spogliato del divino. Ai tempi in cui scriveva il riferimento era perlopiù all’Occidente nel quale l’uomo, ormai dimentico del Dio creatore, aveva intrapreso il dominio completo della natura trasformando il mondo in “una immensa officina destinata a sfruttare le sue materie prime e la sua energia”.

 

L’eliminazione del divino lascia un grande senso di vuoto nell’esistenza umana che gli enti, le cose del mondo, non possono soddisfare. Jaspers lascia aperte due prospettive radicalmente divergenti, egli afferma: “Noi viviamo in una situazione che dal punto di vista spirituale è incomparabile e grandiosa, perché ricca di possibilità e di pericoli; ma essa potrebbe – se nessuno è capace di mettersi all’altezza delle sue esigenze – diventare l’epoca più miserabile della storia, segnando lo scacco dell’umanità”.

 

Anche Bertrand Russell in Panorama scientifico, anche questo del 1931, evidenzia motivi di speranza accanto ad altri di timore. È chiaro che i termini scienza e sapere hanno assunto nella loro storia molteplici significati. Russell parla di una scienza manipolativa che si è sostituita a una precedente contemplativa. Si può conoscere per amare, come hanno fatto i primi sapienti; è pur vero che tante conoscenze hanno avuto dei risultati pratici, ma non era questo lo scopo principale. Con lo sviluppo della scienza moderna ha prevalso l’aspetto manipolativo e gli scienziati da amanti della natura sono diventati i suoi tiranni. L’uomo che prima era sottomesso alla natura ora pare volerla dominare fino al punto di essere sadico nei suoi confronti, è necessario più che mai che capisca i propri limiti e rispetti la sua antica padrona.

RUBRICHE


attualità

ambiente

arte

filosofia & religione

storia & sport

turismo storico

 

PERIODI


contemporanea

moderna

medievale

antica

 

ARCHIVIO

 

COLLABORA


scrivi per instoria

 

 

 

 

PUBBLICA CON GBE


Archeologia e Storia

Architettura

Edizioni d’Arte

Libri fotografici

Poesia

Ristampe Anastatiche

Saggi inediti

.

catalogo

pubblica con noi

 

 

 

CERCA NEL SITO


cerca e premi tasto "invio"

 


by FreeFind

 

 

 

 

 


 

 

 

[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]