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CONTEMPORANEA


N. 8 - Agosto 2008 (XXXIX)

TEATRO E SVILUPPO URBANISTICO
UNA parte essenziale dell’identità cittadina ottocentesca

di Simone Ricci

Nell‘800 il teatro, con la sua sempre maggiore apertura anche al pubblico borghese, diventa una parte essenziale e fondamentale dell’identità delle città: un chiaro esempio di questa tendenza lo abbiamo a Vienna dove, accanto a un teatro che rimane un’esclusiva per la corte (Hoftheater), si costruisce nel 1888 un nuovo edificio rivolto a tutti, il Burgtheater.

Sicuramente il teatro,fra tutti gli edifici-simbolo della nuova era, svolge una funzione cardinale: spesso è lo sfondo di nuove piazze e, quando viene costruito e concepito per la prima volta, non ha mai una collocazione casuale, ma è il luogo che determina il baricentro cittadino.

Esso rappresenta il risorgere di un rinnovato orgoglio municipale della città, il più delle volte assolve a funzioni rappresentative di spettacoli lirici, ma diventa anche il motore pulsante di nuovi assetti urbanistici,come a Palermo dove nel 1860 vengono lanciati ambiziosi programmi edilizi.

Più frequentemente, però, il teatro viene per così dire "incastonato" nella trama della città: casi molto significativi in questo senso sono la Fenice di Venezia, il Liceu di Barcellona o la Scala di Milano.

Proprio quest’ultimo teatro è testimone di un’importante evoluzione: nel 1858 viene abbattuto il tratto di strada tra il fronte del teatro e la facciata incompiuta del Palazzo Marino.

Al teatro lirico e al municipio si vanno ad aggiungere la sede di una nuova banca e lo sbocco della nuova Galleria Vittorio Emanuele, la quale mette in relazione la piazza della Scala con quella del Duomo, ovvero i due poli urbani più rappresentativi.

Questo nuovo sistema di comunicazione va ad arricchirsi di caffé, ristoranti, negozi di lusso e sedi di importanti imprese commerciali, elementi che ne alimentano il flusso cittadino.

L’800 è per il teatro il secolo delle trasformazioni e degli adeguamenti tecnologici, di ampliamenti e rifacimenti per aumentarne la capienza.

Ormai il teatro non è più solo un "edificio di corte", ma un luogo accessibile a tutti coloro che possono affrontare la spesa di un palco.

Questa sorta di "democratizzazione" che coinvolge il teatro ne accresce il grado di popolarità e gradimento.

Necessità di ingrandimento e bisogno di accessibilità creano squarci nel tessuto preesistente: la creazione di slarghi, piazze, vie di accesso accompagna l’opera ottocentesca di adeguamento alle nuove esigenze.

Diversa è invece la ratio con cui vengono concepiti altri edifici, le cui forme si aprono libere sui quattro lati allo spazio urbano che li circonda: il nuovo teatro può così funzionare da perno per la sistemazione di un intorno urbano e da questo punto di vista l’Opéra di Parigi (episodio di maggior spicco delle nuove sistemazioni hausmanniane) e il Massimo di Palermo sono gli esempi più interessanti.

Persino nelle città costiere, là dove si ricerca un rapporto di continuità visiva e funzionale con l’acqua, il teatro rappresenta il primo tassello di un disegno a scala urbana che ingloba l’intero fronte-mare.

 

Riferimenti bibliografici:

 

G. Zucconi, La città dell’800, Roma 2001

 

 

 

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