A PROPOSITO DI TATToo
UN’ARTE SECOLARE PIÙ VIVA CHE MAI
di Alba Indiana
Dopo il successo delle scorse
edizioni, Roma torna a ospitare
(dall’11 al 13 ottobre) l’Urban Land
Tattoo Expo Roma, il più grande
evento italiano dedicato all’arte
del tatuaggio e alla street culture,
giunto quest’anno alla sua ottava
edizione. La sede ospitante è il
"San Paolo District", un centro
multifunzionale nato da un progetto
di riqualificazione urbana che ha
trasformato un’ex rimessa dell’Atac
in una location unica, dal
suggestivo fascino metropolitano.
Urban Land segna un momento
significativo non solo per la tattoo
art e i suoi protagonisti, ma per
l’intera comunità della street
culture, grazie a un programma
eccezionalmente ricco di eventi,
attività e live show che spaziano
dalla body art alla danza, dallo
sport alla musica, dalla pittura al
cibo, in cui ogni elemento celebra e
promuove il mondo urban.
Come ogni anno, al centro della
convention (sito di riferimento:
urbanland.it) c’è il "Tattoo
Contest", con la partecipazione di
oltre 400 artisti tatuatori
provenienti da tutto il mondo,
pronti a esprimere il loro
straordinario talento attraverso lo
stile che più li rappresenta. A
valutarli, una giuria di super
esperti, incaricata di premiare i
lavori migliori per ogni categoria
prevista, tra cui: New School, Micro
Tattoo, Lettering, Japan, Chicano,
Realistic, Cartoon, Dotwork,
Traditional e Ornamental.
In tale contesto, si segnala
inoltre, nello spazio museale,
l’esposizione fotografica “Emozioni
sulla pelle”, un progetto –
presentato per la prima volta in
Italia – che mette in mostra uno
straordinario lavoro di body suit
ispirato all’arte europea del tardo
XVII secolo. Già, perché l’arte del
tatuaggio non è certo cosa recente.
Le sue origini risalgono infatti a
migliaia di anni fa…
Le prime testimonianze archeologiche
di corpi tatuati provengono da
civiltà come quella egizia, con
mummie risalenti al 2000 a.C., e da
antiche culture europee, come
attesta l’uomo di Similaun, una
mummia rinvenuta nelle Alpi e
tatuata oltre 5.000 anni fa.
Inizialmente, i tatuaggi avevano un
profondo significato religioso,
sociale o rituale. Erano un modo per
identificarsi con un gruppo,
raccontare storie o proteggersi da
forze maligne.
Dopodiché, il tatuaggio fu spesso
associato a pratiche pagane e quindi
stigmatizzato. Nel corso del tempo,
ha assunto una connotazione diversa,
soprattutto in Occidente. Durante il
XVIII e XIX secolo, furono
soprattutto marinai, esploratori e
galeotti a portare avanti questa
tradizione, spesso associata a
storie di viaggi, avventure e
ribellione. Per molto tempo, l’arte
del tatuaggio è rimasta marginale,
collegata a sottoculture o contesti
specifici. Ma nonostante le fasi di
emarginazione, il tatuaggio ha
sempre attirato l’attenzione, fino
al grande cambiamento avvenuto nel
XX secolo, quando i tatuaggi sono
stati progressivamente “sdoganati” e
accolti nella cultura mainstream.
Grazie all’invenzione della macchina
elettrica per tatuare, la tecnica si
perfezionò e divenne più
accessibile. E se negli anni ‘50 e
‘60 il tatuaggio era ancora
associato a gruppi marginali, con la
rivoluzione culturale degli anni
‘70, tale arte si liberò dai suoi
stereotipi e iniziò a diffondersi
tra le masse. Rock star, attori e
celebrità hanno poi contribuito alla
diffusione di quest’arte, rendendola
accessibile al pubblico.
Oggi i tatuaggi non sono più simboli
esclusivi di appartenenza a
specifici gruppi sociali, ma
rappresentano una forma di
espressione personale. Dal
minimalismo ai disegni più
elaborati, il tattoo è diventato un
fenomeno di massa, praticato da
persone di ogni età ed estrazione
sociale, continuando a evolversi con
nuove tecniche e stili che
riflettono la diversità culturale e
l’innovazione tecnologica dei nostri
tempi.
In sostanza, i tatuaggi sono ormai
diventati un linguaggio universale,
capace di unire culture e
generazioni diverse, come attesta il
successo di Urban Land. Tornando a
tale contesto, è anche da segnalare
la presenza di performance dal vivo
“extra”, spaziando dalla scultura al
make-up artistico e dalla
ritrattistica alla musica, con tanto
di seminari e laboratori creativi.
Anche se, naturalmente, il cuore
della manifestazione sono proprio i
tattoo e la loro dirompente
componente estetico-comunicativa, in
grado di raccontare il nostro tempo
e le nostre ancestrali radici al
pari – e a volte più efficacemente –
di altre forme d’arte.