[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

198 / GIUGNO 2024 (CCXXIX)


ambiente

TAOS HUM
Un brusio misterioso IN NEW MEXICO

di
Lorenzo Bruni
 

Immaginate di trovarvi nella condizione invalidate di sentire un rumore basso, continuo, che vi accompagni per tutto il giorno, dalla mattina fino alla notte, ogni giorno della vostra vita. Una situazione abbastanza invalidante, non vi pare?

 

Eppure, purtroppo, è proprio ciò che accade a una piccola percentuale della popolazione che risiede in alcune città, sparse per tutto il mondo. Questo rumore, chiamato anche brusio, o Hum, risulta impossibile da registrare, in qualsivoglia maniera, e a oggi non ha ancora spiegazione razionale: in poche parole, non si riesce a capire per quale motivo alcune persone siano in grado di sentirlo, mentre altre no, e soprattutto non siamo in grado di definire cosa lo produca!


Uno dei posti dove il fenomeno si è rivelato per primo è Taos, una città del Nex Mexico posta su un altopiano a 2.214 m di altezza, dove tra gli anni ’60 e ’80 una percentuale della popolazione che oscilla tra il 2% e il 4% iniziò a lamentare la presenza nell’aria di un rumore continuo, immutabile e di bassa frequenza: è stato descritto come molto simile a un camion a motore diesel acceso che attende coi giri al minimo. Presto il brusio di Taos causò gravi danni alla salute di questi individui: irritabilità, insonnia, vertigini, emicranie, perdita di sonno e concentrazione, ma anche perdita di sangue dal naso e dalle orecchie.

 

Dopo numerose proteste, nel 1993 una delegazione del Congresso americano incaricò l’Università del New Mexico di approfondire il fenomeno e cercare di stabilirne le cause: vennero effettuati rilevamenti acustici, geodinamici, magnetici ed elettromagnetici; nonostante le risorse messe in campo, non furono trovate spiegazioni al brusio e nel 1994 il governo americano ritirò i finanziamenti.


Taos non è l’unico posto nel quale si è registrato questo fenomeno: un altro molto famoso riguarda la città inglese di Bristol, dove nel 1979 la popolazione iniziò a sentire la sera un basso ronzio. Si ipotizzò che la colpa potesse essere attribuita alla vicina autostrada o alle fabbriche di Avonmouth, ma una apposita commissione, dopo mesi di ricerche, non pervenne ad alcuna conclusione. Caso simile a Kokomo, nell’Indiana, dove però si riuscì a ricondurre il brusio a due enormi ventole di raffreddamento delle fabbriche locali. Altre località dove l’Hum è stato registrato sono Windsor, in Ontario, Bondi in Australia, Minffordd nel Galles, alcune località della Costa Rida, e Ponte delle Alpi, in Italia, nella provincia di Belluno.


Negli anni sono state avanzate tantissime teorie riguardanti le origini dell’Hum, ma ancora non è possibile definire con certezza quale ne sia la causa.

 

Tra le più fantasiose ve ne sono alcune, ovviamente, che riguardano l’intervento diretto degli ufo o dei fantasmi, oppure c’è chi sostiene che il brusio sia dato dalle onde oceaniche che sbattono contro il fondale, o che si tratti di un lamento che proviene direttamente dal cuore della Terra e che sta ad anticipare una grave catastrofe. Senza approfondire troppo queste ipotesi, è comunque possibile soffermarsi sullo studio condotto dall’ex docente universitario Glen MacPherson, che nel 2012 ha creato un database online, il World Hub Map and Database, per raccogliere e catalogare le testimonianze inerenti il brusio e cercare di scoprire da cosa provenga. In base ai suoi studi, si è notato che l’Hum è udito da persone tra i 55 e i 70 anni, residenti nelle aree urbane; MacPherson scarta però la facile ipotesi dell’inquinamento acustico, dato che solo parte della popolazione lo sente.

 

Viene anche confutata la teoria del geo scienziato David Deming riguardo un segnale radio a frequenza molto bassa, tra i 3 Hz e i 18 Hz, come quello usato tra sottomarini: dato che gli uomini non sono in grado di udire rumori al di sotto dei 20 Hz, egli sosteneva che questa percentuale della popolazione ne fosse invece in grado. L’ipotesi, come anticipato, venne contestata dal ricercatore americano James Lin, secondo il quale l’effetto uditivo delle microonde richiede un segnale che viene pulsato e non può quindi produrre un ronzio costante. Lo studioso del suono Geoff Leventhall aveva pensato a elementi artificiali, come ventilatori su grandi edifici, compressori d’aria, motori diesel, autobus, pompe d’aria e acqua e cose simili; ma la maggior parte di queste fonti acustiche non esistevano negli anni ‘60 e sono state scartate.

 

Al momento, le due teorie considerate più valide sono quella degli infrasuoni, udibili grazie a determinate e non specificate caratteristiche ambientali, oppure a una patologia, derivante dall’acufene, che afferisce il soggetto, che possa essere di natura neurologica, oppure di irrigidimento del timpano. Ancora, però, si parla solo di ipotesi.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]