TAOS HUM
Un brusio misterioso IN NEW MEXICO
di
Lorenzo Bruni
Immaginate di trovarvi nella
condizione invalidate di sentire un
rumore basso, continuo, che vi
accompagni per tutto il giorno,
dalla mattina fino alla notte, ogni
giorno della vostra vita. Una
situazione abbastanza invalidante,
non vi pare?
Eppure, purtroppo, è proprio ciò che
accade a una piccola percentuale
della popolazione che risiede in
alcune città, sparse per tutto il
mondo. Questo rumore, chiamato anche
brusio, o Hum, risulta
impossibile da registrare, in
qualsivoglia maniera, e a oggi non
ha ancora spiegazione razionale: in
poche parole, non si riesce a capire
per quale motivo alcune persone
siano in grado di sentirlo, mentre
altre no, e soprattutto non siamo in
grado di definire cosa lo produca!
Uno dei posti dove il fenomeno si è
rivelato per primo è Taos, una città
del Nex Mexico posta su un altopiano
a 2.214 m di altezza, dove tra gli
anni ’60 e ’80 una percentuale della
popolazione che oscilla tra il 2% e
il 4% iniziò a lamentare la presenza
nell’aria di un rumore continuo,
immutabile e di bassa frequenza: è
stato descritto come molto simile a
un camion a motore diesel acceso che
attende coi giri al minimo. Presto
il brusio di Taos causò gravi danni
alla salute di questi individui:
irritabilità, insonnia, vertigini,
emicranie, perdita di sonno e
concentrazione, ma anche perdita di
sangue dal naso e dalle orecchie.
Dopo numerose proteste, nel 1993 una
delegazione del Congresso americano
incaricò l’Università del New Mexico
di approfondire il fenomeno e
cercare di stabilirne le cause:
vennero effettuati rilevamenti
acustici, geodinamici, magnetici ed
elettromagnetici; nonostante le
risorse messe in campo, non furono
trovate spiegazioni al brusio e nel
1994 il governo americano ritirò i
finanziamenti.
Taos non è l’unico posto nel quale
si è registrato questo fenomeno: un
altro molto famoso riguarda la città
inglese di Bristol, dove nel 1979 la
popolazione iniziò a sentire la sera
un basso ronzio. Si ipotizzò che la
colpa potesse essere attribuita alla
vicina autostrada o alle fabbriche
di Avonmouth, ma una apposita
commissione, dopo mesi di ricerche,
non pervenne ad alcuna conclusione.
Caso simile a Kokomo, nell’Indiana,
dove però si riuscì a ricondurre il
brusio a due enormi ventole di
raffreddamento delle fabbriche
locali. Altre località dove l’Hum
è stato registrato sono Windsor,
in Ontario, Bondi in Australia,
Minffordd nel Galles, alcune
località della Costa Rida, e Ponte
delle Alpi, in Italia, nella
provincia di Belluno.
Negli anni sono state avanzate
tantissime teorie riguardanti le
origini dell’Hum, ma ancora
non è possibile definire con
certezza quale ne sia la causa.
Tra le più fantasiose ve ne sono
alcune, ovviamente, che riguardano
l’intervento diretto degli ufo o dei
fantasmi, oppure c’è chi sostiene
che il brusio sia dato dalle onde
oceaniche che sbattono contro il
fondale, o che si tratti di un
lamento che proviene direttamente
dal cuore della Terra e che sta ad
anticipare una grave catastrofe.
Senza approfondire troppo queste
ipotesi, è comunque possibile
soffermarsi sullo studio condotto
dall’ex docente universitario Glen
MacPherson, che nel 2012 ha creato
un database online, il World Hub
Map and Database, per
raccogliere e catalogare le
testimonianze inerenti il brusio e
cercare di scoprire da cosa
provenga. In base ai suoi studi, si
è notato che l’Hum è udito da
persone tra i 55 e i 70 anni,
residenti nelle aree urbane;
MacPherson scarta però la facile
ipotesi dell’inquinamento acustico,
dato che solo parte della
popolazione lo sente.
Viene anche confutata la teoria del
geo scienziato David Deming riguardo
un segnale radio a frequenza molto
bassa, tra i 3 Hz e i 18 Hz, come
quello usato tra sottomarini: dato
che gli uomini non sono in grado di
udire rumori al di sotto dei 20 Hz,
egli sosteneva che questa
percentuale della popolazione ne
fosse invece in grado. L’ipotesi,
come anticipato, venne contestata
dal ricercatore americano James Lin,
secondo il quale l’effetto uditivo
delle microonde richiede un segnale
che viene pulsato e non può quindi
produrre un ronzio costante. Lo
studioso del suono Geoff Leventhall
aveva pensato a elementi
artificiali, come ventilatori su
grandi edifici, compressori d’aria,
motori diesel, autobus, pompe d’aria
e acqua e cose simili; ma la maggior
parte di queste fonti acustiche non
esistevano negli anni ‘60 e sono
state scartate.
Al momento, le due teorie
considerate più valide sono quella
degli infrasuoni, udibili grazie a
determinate e non specificate
caratteristiche ambientali, oppure a
una patologia, derivante
dall’acufene, che afferisce il
soggetto, che possa essere di natura
neurologica, oppure di irrigidimento
del timpano. Ancora, però, si parla
solo di ipotesi.