N. 5 - Maggio 2008
(XXXVI)
Le
speranze di Taiwan volano su ali cinesi
incontro tra Siew e Hu Jintao
di
Stefano Crescenzi
Circa alla metà di aprile si è svolto un incontro che può
essere definito senza troppa retorica “storico”.
Difatti, per la prima volta dal 1949, il
Vicepresidente in pectore di Taiwan, Vincent Siew, e
il presidente della Repubblica popolare cinese, Hu
Jintao, si sono incontrati al margine del Boao Forum
per l’Asia.
I commenti della stampa internazionale e non sono stati i
più disparati: da coloro che presagiscono una rottura
del ghiaccio fra i due Paesi, a coloro che invece
avvertono i vertici di Taiwan della trappola che sarebbe
stata loro tesa da Pechino.
I sostenitori di tale visione, fanno notare come per il
governo cinese le recenti elezioni presidenziali
svoltesi a Taiwan, che hanno sancito la vittoria del
candidato del Kuomintang, Ma Ying-jeou, sul presidente
uscente, si sia presentata la storica occasione di poter
esercitare un controllo più diretto sull’isola di
Formosa, che da sempre la RPC rivendica come parte del
suo territorio.
Per chi ha avversato questo incontro, esso viene paragonato
ad una nota metafora cinese, del malato che chiede una
prescrizione medica ad un fantasma (ossia una persona
che cerca di aiuto ma si rivolge a qualcuno che invece
gli procurerà solo del male).
È probabilmente la particolare storia personale del
prossimo presidente Ma, il quale assumerà la carica di
presidente formalmente soltanto verso metà maggio, nato
ad Hong Kong da genitori cinesi, e le sue idee a
riguardo della gestione dei rapporti con Pechino, che si
prospettano come l’occasione di un cambiamento radicale
in cui egli riallacci importanti e più strette relazioni
(economiche soprattutto) con la Cina, a cui poter far
seguire un’evoluzione anche sul piano dei rapporti
politici.
A Pechino, l’elezione di Ma, è stata interpretata come la
possibilità migliore che sia mai capitata negli ultimi
decenni per far sentire il proprio peso sull’isola.
Anche se un peso la Cina lo gioca in maniera vistosa per
quanto riguarda il profilo economico; esso è stato
infatti il principale (e l’unico) argomento di
conversazione fra Vincent Siew e Hu Jintao: la RPC è il
primo partner commerciale di Taiwan, la quale, per
rilanciare la sua economia oramai stagnante da anni, ha
deciso di puntare sul turismo (cinese in primo luogo),
cercando di raggiungere una rapida intesa per il
ripristino dei collegamenti aerei diretti fra le due
sponde dello stretto (ufficialmente interdetti proprio
dai dirigenti del Kuomintang nel lontano 1949, data
della ritirata dei nazionalisti cinesi sull’isola di
Formosa).
In aggiunta a tale proposta, Siew ha anche chiesto alla
controparte cinese di incrementare il flusso di turisti
cinesi che potranno visitare Taiwan, provando la via del
rilancio economico con lo sviluppo del settore
turistico. Di conseguenza, nei piani del nuovo
presidente taiwanese dovrebbero aumentare i flussi di
investimenti diretti ed indiretti verso entrambe le
parti. Una strategia di rilancio che dipende senza
dubbio dalla volontà di collaborazione della Repubblica
popolare cinese.
Nel corso di questo primo incontro, accusato di non essere
stato affatto paritario, in quanto Vincent Siew si
presentava da privato cittadino, come capo di una
organizzazione privata, non governativa per la
promozione del commercio con la Cina, non sono stati
affrontati, come largamente prevedibile, temi legati
alla situazione politica e contenziosa fra i due Stati.
Ma un simile evento ha rinforzato le speranze di quanti,
gli alleati statunitensi in primo luogo, spingono da
anni per la ripresa di un dialogo stabile e cooperativo
fra i due storici nemici.
Abbandonate, per ora, le retoriche separatiste e le
tattiche di aperto contrasto con la RPC, molti
osservatori nazionali ed internazionali si aspettano da
nuovo presidente di Taiwan un netto miglioramento dei
rapporti fra le due nazioni, e una diminuzione delle
tensioni nell’area.
L’incontro fra Siew e Hu può essere interpretato come un
chiaro indicatore che se entrambe le parti sono
preparati e predisposti ad un maggiore pragmatismo,
molti passi in avanti assai importanti possono essere
intrapresi per costruire un rispetto reciproco ed
incrementare l’interazione fra i due Paesi. |