N°
173
/ MAGGIO 2022 (CCIV)
attualità
VERSO UN SUICIDIO DELL'OCCIDENTE?
ALCUNE RIFLESSIONI
di Giovanna D’Arbitrio
Senza dubbio la guerra in Ucraina insieme a
pandemia, non ancora del tutto sconfitta, stanno
destabilizzando l’Europa e facendo crollare molte
certezze in un più solido e pacifico futuro. E anche
se molte nazioni chiedono di entrare nella Nato
temendo la violazione dei loro confini, in realtà
ciò non significa un rafforzamento dell’UE che
appare ancora divisa da interessi diversi, incapace
di trovare significativi spazi per proporre
alternative al conflitto, ammorbidendo i
contrapposti mondi delle grandi potenze di USA e
Russia (ora supportata dalla Cina).
Il libro di
Federico Rampini Suicidio Occidentale
cerca di analizzale le cause dell’attuale situazione
e viene così presentato: «Se
un attacco nel cuore dell’Europa ci ha colto
impreparati, è perché eravamo impegnati nella nostra
autodistruzione. Il disarmo strategico
dell’Occidente era stato preceduto per anni da un
disarmo culturale. L’ideologia dominante, quella che
le élite diffondono nelle università, nei media,
nella cultura di massa e nello spettacolo, ci impone
di demolire ogni autostima, colpevolizzarci,
flagellarci. Secondo questa dittatura ideologica non
abbiamo più valori da proporre al mondo e alle nuove
generazioni, abbiamo solo crimini da espiare. Questo
è il suicidio occidentale. L’aggressione di Putin
all’Ucraina, spalleggiato da XiJinping, è anche la
conseguenza di questo: gli autocrati delle nuove
potenze imperiali sanno che ci sabotiamo da soli.
Sta già accadendo in America, culla di un
esperimento estremo. Questo pamphlet è una guida per
esplorare il disastro in corso; è un avvertimento e
un allarme. Gli europei stentano ancora a capire
tutti gli eccessi degli Stati Uniti, eppure il
contagio del Vecchio continente è già cominciato.
Nelle università domina una censura feroce contro
chi non aderisce al pensiero politically correct, si
allunga la lista di personalità silenziate,
cacciate, licenziate. Solo le minoranze etniche e
sessuali hanno diritti da far valere; e nessun
dovere. L’ambientalismo estremo, religione neopagana
del nostro tempo, demonizza il progresso economico e
predica un futuro di sacrifici dolorosi oppure
l’Apocalisse imminente. I giovani schiavizzati dai
social sono manipolati dai miliardari del
capitalismo digitale. L’establishment radical chic
si purifica con la catarsi del politicamente
corretto. È il modo per cancellare le proprie
responsabilità: quell’alleanza fra il capitalismo
finanziario e Big Tech pianificò una globalizzazione
che ha sventrato la classe operaia e impoverito il
ceto medio, creando eserciti di decaduti. Ora quel
mondo impunito si allea con le élite intellettuali
abbracciando la crociata per le minoranze e per
l’ambiente. La questione sociale viene cancellata.
Non ci sono più ingiustizie di massa nell’accesso
alla ricchezza. C’è solo “un pianeta da salvare”, e
un mosaico di identità etniche o sessuali da
eccitare perché rivendichino risarcimenti. In
America questo è il Vangelo delle multinazionali, a
Hollywood e tra le celebrity milionarie dello sport.
In Europa il conformismo ha il volto seducente di
Greta Thunberg e Carola Rackete. Le frange radicali
non hanno bisogno di un consenso di massa; hanno
imparato a sedurre l’establishment, a fare incetta
di cattedre universitarie, a occupare i media.
Possono imporre dall’alto un nuovo sistema di
valori. La maggioranza di noi subisce quel che sta
accadendo: non abbiamo acconsentito al suicidio».
IL significativo sotto titolo già anticipa gli
obiettivi del libro: “Perché è Sbagliato
processare la nostra storia e cancellare i nostri
valori”. All’Introduzione seguono 6 capitoli che
si concludono con un Epilogo: 1) Columbus Day e la
storia come fiaba: Il Demone Bianco Contro gli
Angeli; 2) I Nuovi puritani e la Caccia Alle
streghe; 3) Antirazzismo; 4) Il nuovo Paganesimo:
l’A come religione; 5) Stremati dalla burocrazia: la
crisi del saper fare; 6) Disinformati a morte: non
solo fake news; 7) Il Blob e il processo alla nostra
ritirata globale.
Senz’altro lucido e scorrevole, ma è innegabile che
al di là delle ideologie Est-Ovest, destra-sinistra,
scontro di civiltà e così via, più banalmente “money
makes the world go round”: denaro e potere, il
costante obiettivo, divenuto ancora più invasivo
dopo colonialismo, neocolonialismo e globalizzazione
che ha segnato il pesante prevalere di economia e
finanza sulla politica.
Guardando il percorso dell’ Umanità sulla Terra,
nessun popolo o nazione può dirsi innocente. Le
guerre hanno sempre tormentato l’ Umanità e ogni
progresso è costato lacrime e sangue, in un continuo
ripetersi di vichiani corsi e ricorsi storici che
spesso hanno visto i vincitori battuti dai vinti e
viceversa. In un mio articolo su InStoria ho
espresso anni fa tali idee.
Oggi senz’altro siamo arrivati a un decisivo bivio
che può mettere a rischio tutto ciò che è stato
faticosamente conquistato in termini di democrazia,
libertà, diritti umani e civili e beni comuni. Non è
il libero commercio che si vuole criminalizzare, ma
quella degli egoistici profitti privi di etica e
rispetto per esseri umani e Natura.
Esempio molto attuale: la mancata liberalizzazione
dei brevetti per i vaccini anti-covid che hanno
fatto diffondere sempre più il virus nei paesi
poveri, generando varianti che hanno richiesto anche
quattro dosi in quelli ricchi, mentre negli altri
scarseggiano ancora.