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filosofia & religione


N. 111 - Marzo 2017 (CXLII)

Breve storia del sufismo islamico
l'esoterismo musulmano e i suoi protagonisti - Parte I

di Vincenzo La Salandra

 

Con il termine sufismo si definisce l'aspetto esoterico o la corrente mistica dell'Islàm. Molti studiosi dell'Islàm se ne sono occupati in modo vario ed articolato scrivendo importanti storie complessive e illuminanti sintesi: è cruciale ricordare almeno Nicholson, la Schimmel, Stoddart e Nasr, mentre in Italia è doveroso citare almeno Martino Mario Moreno, con la sua ormai classica Antologia della mistica arabo-persiana, e Alberto Ventura, che ha di recente pubblicato un completo ed esauriente volumetto (L'esoterismo islamico, Milano 2017).

 

In questi scritti si tenterà di ripercorrere la storia del sufismo islamico attraverso i suoi grandi protagonisti.

 

È possibile fornire preliminarmente una definizione storica ed etimologica del sufismo secondo al-Bīrūnī nel Kitàb tahqìq mà li’l-Hind min maqùla maqbùla fi’l-‘aql aw mardùla: “L’opinione dei Sūfī non è diversa. Sūfī sono i saggi, poiché sūf significa in greco sapienza e la parola filosofo significa ‘amico della saggezza’. Quando anche in Islām vi fu chi si accostò alle dottrine dei filosofi, assunse il nome e fu chiamato faylasūf. Questo termine non fu sempre ben compreso e alcuni l’hanno connesso etimologicamente alla parola suffah, come se i Sūfī fossero simili a quei compagni di Muhammad che sono chiamati ‘Ahl-assuffah. In seguito, per errore di pronuncia, si giunse a far derivare la parola sūfī da sūf, la lana di capra. Il poeta ‘Abu ‘l-Fath al-Bustī ne ha dato la migliore interpretazione:

 

Da lungo tempo si discute intorno al senso della parola sūfī

E si pensa che derivi da sūf che è lana

Ma io intendo nella parola un giovane che è sāfī o puro.

Sāfī divenne Sūfī e designa una classe di pensatori”.

 

Questa citazione apre la serie dei sufi che saranno i protagonisti di questa rubrica, a cominciare da Tustari e Ahmad Yesevi.

 

Abu Muhammad Sahl ibn Abdallah al-Tustari (818-896) era un importante mistico persiano che condusse una via solitaria e riservata: sono piuttosto esigue le informazioni biografiche che abbiamo sulla sua figura. Sicuro il suo esilio da Tustar (oggi Ahwaz), sua città d'origine, a Bàsra a causa di rilevanti divergenze teologiche sorte con gli ulamà locali. Per Tustari la contrizione, ovvero il pentimento che fa seguito alla riconciliazione con Dio, rappresenta un dovere morale che ciascun credente è tenuto ad osservare in ogni istante della vita; questo concetto trovava forti opposizioni da parte degli ulamà persiani.

 

Tustari non ha lasciato nessuno scritto ma le sue massime furono raccolte dal suo discepolo Muhammad ibn Salim (m. 909), che compilò il Libro delle 'mille sentenze' del suo maestro: questa raccolta di ibn Salim è coerente e sistematica e si colloca alla base della scuola teologica Salimiya. Una delle caratteristiche principali di questa scuola teologica sta nell'importanza attribuita alle tecniche di introspezione finalizzate ad 'espatriare dal mondo' per arrivare a stabilire un rapporto diretto con Dio.

 

La Salimiya è nota anche per l'invito all'obbedienza fedele ai riti, per l'imitazione dei gesti del Profeta, e per l'invito alla contrizione incessante. Alcune immagini escatologiche legate alla figura di Tustari e trasmesse dalla Salimiya sono legate peraltro allo gnosticismo: vale come esempio illuminante il riferimento alla 'colonna di luce' che sorge dalle masse adoranti ed è simbolicamente composta da tutte le anime dei santi, passati e futuri. In direzione della 'colonna di luce' deve rivolgere il suo sguardo interiore il mistico. A sintetizzare il pensiero di Tustari è utile ricordare almeno una delle mille sentenze: "Gli uomini sono addormentati; quando muoiono si svegliano; quando si svegliano si pentono; quando si pentono il pentimento non giova più".

 

Ahmad Yesewi (m. 1166) è certamente uno dei maggiori mistici turchi. Nacque a Yasi nel Turkestan e a soli sette anni venne istruito da un certo Baba Arslan. In seguito alla morte di Arslan, il nostro si recò a Bukhara ponendosi sotto la guida dello sheikh Yusuf Hamadani. Dopo aver fatto ritorno a Yasi, rimarrà nella sua città natale sino alla morte. L'imperatore Tamerlano (1336-1405) fece erigere un mausoleo sulla sua tomba. Oltre ad essere considerato l'iniziatore del sufismo in Asia centrale ad Ahmad si fa risalire una gerarchia spirituale, quella degli yasawiya, caratterizzata da forti tendenze ascetiche e pietistiche. Compose inoltre poesie mistiche bellissime, anche se poco note, complete di un genuino afflato letterario e contenutistico direttamente indirizzato alla diffusione della sua dottrina.



 

 

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