N. 64 - Aprile 2013
(XCV)
“Doppia lealtà” e “doppio stato”
Riflessioni sulla strategia della tensione
di Roberto Rota
La
strategia
della
tensione
non
rappresenta,
semplicemente,
una
parentesi
seppur
importante
della
travagliata
storia
repubblicana
essa
è
bensì
una
fondamentale
chiave
di
lettura
dei
primi
quarant’anni
di
vita
del
nostro
Stato.
Essa
è la
prova
più
sconcertante
dei
condizionamenti
imposti
alla
sovranità
italiana
sia
da
forze
interne
non
legittime
sia,
soprattutto,
da
forze
esterne
interessate
a
conservare
gli
equilibri
internazionali
in
nome
e
contro
la
democrazia.
Fu
lo
storico
Franco
De
Felice
XE "De
Felice
Franco"
(Doppia
lealtà
e
doppio
stato,
in
«Studi
Storici»,
1989,
n.3) ad introdurre i termini di “doppio stato” e “doppia lealtà” (alla Costituzione
italiana
e
all’Alleanza
Atlantica)
per
cercare
di
dare
un
senso
e
una
logica
alla
violenza
che
ha
caratterizzato
le
stragi
e
gli
attentati
in
Italia
sin
dall’immediato
dopoguerra.
Ma
sono
soprattutto
Paolo
Cucchiarelli
XE "Cucchiarelli
Paolo"
e
Aldo
Giannuli
XE "Giannuli
Aldo"
a
cercar
di
delineare,
in
maniera
più
lucida
possibile,
il
concetto
di
“doppio
stato”
(Lo
Stato
parallelo:
l'Italia
oscura
nei
documenti
e
nelle
relazioni
della
Commissione
stragi,
Gamberetti,
Roma
1997).
Tale
paradigma
ha
trovato,
storicamente,
varie
definizioni
come
quelle
di
Ernst
Fraenkel
XE "Fraenkel
Ernst"
per
il
caso
della
Germania
nazista
o di
Alan
Wolfe
XE "Wolfe
Alan"
per
la
politica
statunitense
nel
secondo
dopoguerra.
Anche
Norberto
Bobbio
XE "Bobbio
Norberto"
ha
accostato
tale
concetto
al
principio
dell’Arcana
Imperii,
in
particolare
sostenendo
che
ogni
regime
democratico,
seppur
teoricamente
trasparente,
conserva
al
suo
interno
aree
segrete.
In
verità,
sottolineano,
Cucchiarelli
XE "Cucchiarelli
Paolo"
e
Gianulli,
sebbene
il
concetto
di
segreto
sia
intimamente
legato
con
quello
di
“doppio
stato”
non
ne
rappresenta
l’essenza
ma
ne è
solo
uno
strumento.
Un’analisi,
invece,
rapportabile
al
sistema
italiano
è
quella
che
fanno
Peter
Bachrach
XE "Bachrach
Peter"
e
Morton
Baratz
XE "Baratz
Morton"
(Le
due
facce
del
potere,
Liviana,
Padova
1986)
i
quali
«propongono
un’interpretazione
dei
sistemi
politici
basata
sulla
duplicità
dell’esercizio
del
potere:
il
decidere
e il
non
decidere.
Accanto
alla
facciata
visibile
del
potere
(quella
istituzionale),
che
assume
le
decisioni,
esiste
un
lato
occulto
che
opera
per
impedire
che
le
spinte
innovative
giungano
al
momento
delle
decisioni.
In
altri
termini
il
volto
oscuro
del
potere
si
incarica
di
impedire
–
attraverso
la
manipolazione
delle
opinioni,
la
censura
sui
mezzi
di
comunicazione
e,
al
bisogno,
la
repressione
–
che
le
spinte
innovative
vulnerino
l’agenda
politica
[…]
quest’analisi
ha
il
vantaggio
di
spostare
l’attenzione
sul
fine
dell’agente
occulto
(la
conservazione
degli
assetti
di
potere
socio-politici
esterni)
chiarendo
che
il
segreto
non
è il
fine,
ma
il
mezzo
(pur
indispensabile)
attraverso
cui
il
soggetto
opera»
(Lo
Stato
parallelo,
cit.,
p.
15.).
Tale
analisi
è
particolarmente
adatta
a
spiegare
la
strategia
della
tensione
nel
nostro
paese,
in
cui,
per
l’appunto
tale
strategia
è
indirizzata
alla
conservazione
dello
status
quo
e
non
ad
una
sua
sovversione.
Il
soggetto
che
opera
come
doppio
stato
non
si
comporta
come
un’organizzazione
clandestina
altra
rispetto
alle
istituzioni
(per
esempio
le
Brigate
Rosse),
ma
esso
è
nelle
istituzione
e
non
se
ne
discosta
nelle
persone
e
nelle
attività,
esso
è lo
stato
parallelo
non
è
contro
lo
stato.
L’agente
occulto
appartiene
al
sistema
e
non
ha
finalità
sovversive,
sebbene
sia
un’agente
illegale
in
quanto
nascosto,
in
quanto
risponde
a
propri
principi
e
legittimità
che
possono
essere
contrari
a
quelle
espresse
dalla
Costituzione
(si
pensi
al
pluralismo).
Non
ci
troviamo
dinanzi
al
caso
in
cui
Costituzioni
di
facciata
nascondano
regimi
che
non
rispettano
tale
legge
fondamentale,
invece
in
tale
sistema
esiste
un’effettiva
tensione
e
contrapposizione
tra
Costituzione
formale
e
Costituzione
materiale
su
cui
il
sistema
parallelo
opera
ed
agisce
per
influenzare
la
società,
si
tratta
di
un
conflitto
irrisolto
e
irrisolvibile
spesso
a
causa
di
fattori
esterni
(si
pensi
agli
equilibri
internazionali).
Il
potere
occulto,
quindi
continua
a
coesistere,
precariamente,
con
il
potere
legittimo
cercando
di
modificarlo
a
proprio
vantaggio.
Volendo
riassumere
possiamo
dire
di
trovarci
dinanzi
a
«sistemi
nei
quali
una
parte
delle
élite
dominanti
ricorre
ad
un
uso
illegittimo
– e
perciò
stesso
occulto
–
del
potere
non
al
fine
di
sovvertire
ma,
al
contrario,
di
conservare
gli
assetti
esistenti
[…]
inoltre,
perché
possa
parlarsi
di
regime
duale,
occorre
che
il
fenomeno
abbia
una
sua
stabilità
e,
dunque,
una
sua
durata
nel
tempo
senza
precipitare
rapidamente
nell’eliminazione
di
uno
dei
due
contendenti
[…]
(tale
stato
duale)
si
costituisce
in
potere
occulto,
dotato
di
un
proprio
principio
di
legittimazione
–
estraneo
e
contrapposto
a
quello
della
Costituzione
formale
-
per
condizionare
stabilmente
il
sistema
politico
attraverso
metodi
illegali
senza
giungere
al
sovvertimento
dell’ordinamento
formale»
(Lo
Stato
parallelo,
cit.,
pp.
16-18).
Secondo
Cucchiarelli
XE "Cucchiarelli
Paolo"
e
Giannuli
XE "Giannuli
Aldo"
tale
scenario
descriverebbe
in
maniera
appropriata
la
situazione
italiana
caratterizzata
da:
stragi
e
atti
di
violenza
rimasti
impuniti
grazie
ai
depistaggi
della
magistratura,
dei
servizi
segreti
e
degli
ambienti
politici
caratterizzati
a
loro
volta
da
una
vasta
corruzione
interna;
presenza
di
organizzazioni
criminali
e
occulte
appoggiate
dalla
finanza
e
inserite
nel
sistema
istituzionale;
ingerenze
internazionali
che
limitano
il
ricambio
politico
(ma
anche
degenerazioni
autoritarie);
immobilità
sociale.
Di
tutti
gli
aspetti
del
sistema
italiano
quello
che
più
preoccupa
il
sistema
parallelo
è la
presenza
del
partito
comunista
più
forte
e
organizzato
dell’Europa
occidentale.
La
difesa
dello
status
quo
da
parte
dello
stato
parallelo
si
identifica
con
un
anticomunismo
virulento
disposto
a
tutto
pur
di
evitare
l’entrata
del
PCI
nel
governo.
Il
principio
di
legittimazione
di
questo
doppio
stato,
quindi,
è in
netto
contrasto
con
i
valori
della
Costituzione
formale
che
pone
il
pluralismo
e la
libertà
al
suo
centro.
Lo
“stato
parallelo”
fa
dell’anticomunismo
il
punto
di
attrazione
di
tutti
i
poteri
deviati
e
intorno
a
tale
disegno
può
essere
interpretata
la
strategia
degli
attentati.
Le
stragi
diventano
lo
strumento
privilegiato
dello
stato
duale
in
quanto
tendono
a
destabilizzare
non
tanto
il
sistema
in
se
ma
qualsiasi
tentativo
di
rinnovarlo,
come
il
sequestro
Moro
XE "Moro
Aldo"
dimostrerà
chiaramente.
Si
tratta
però,
è
bene
dirlo,
di
una
dinamica
complessa,
mai
lineare
e
facilmente
leggibile,
nella
quale
le
forze
deviate
non
sempre
agiscono
in
sinergia
tra
di
loro,
ma
spesso
si
intralciano
a
vicenda,
in
cui
le
forze
interne
ed
esterne
al
paese
si
sostengono
e si
oppongono
alternativamente,
ma
in
tutti
i
casi
la
“questione
comunista”
resta
fondamentale.
«La
difesa,
pur
necessaria,
dal
pericolo
comunista
[…]
negli
anni
cinquanta
e
nei
primi
anni
sessanta,
si
tramutò,
di
fronte
alla
crisi
del
centro-sinistra
e
all’avanzata
politica
ed
elettorale
del
Partito
Comunista,
nel
tentativo
prima
di
instaurare
nel
nostro
paese
un
regime
militare
sull’esempio
greco
o
turco,
quindi
in
un’azione
sotterranea
di
infiltrazione
non
solo
della
destra
radicale
ma
anche
dei
gruppi
di
estrema
sinistra
allo
scopo
di
favorire
lo
sviluppo
di
opposti
terrorismi
in
modo
da
rendere
impossibile
un’apertura
di
governo
ai
comunisti
da
parte
delle
forze
di
centro
e da
stabilizzare
gli
equilibri
politici
italiani
all’interno
di
un
quadro
moderato
che
escludesse
il
PCI
dalla
partecipazione
alle
coalizioni
di
governo
secondo
un’impostazione
sostenuta
dai
governi
degli
Stati
Uniti,
dall’alleanza
atlantica
e
dalle
loro
organizzazioni
militari
e di
spionaggio.
L’obbiettivo
venne
senza
dubbio
conseguito
con
un
prezzo
[...]
assai
alto
prima
di
tutto
per
le
vittime
di
quella
stagione
e
per
le
loro
famiglie,
quindi
anche
per
il
vulnus
che
sul
piano
etico
ha
portato
alla
fiducia
degli
italiani
nelle
proprie
istituzioni
democratiche»
(Tranfaglia
XE "Tranfaglia
Nicola"
,
Un
capitolo
del
«doppio
stato».
La
stagione
delle
stragi
e
dei
terrorismi,
in
Storia
dell'Italia
repubblicana,
a
cura
di
Francesco
Barbagallo
XE "Barbagallo
Francesco"
,
cit.,
Vol.
3,
to.
2,
p.
10).
La
“questione
comunista”
si
viene
a
configurare
come
una
vera
e
propria
anomalia
nel
sistema
italiano,
anomalia
che
determina
una
doppiezza
nello
stato
repubblicano
dove
ad
un
primo
livello
ufficiale
regolato
dai
principi
democratici
e
parlamentari
si
contrappone
un
secondo
livello
segreto
dominato
da
strutture
clandestine,
come
Gladio,
finalizzate
ad
escludere
il
PCI
dal
governo.
«Se
questa
è
stata
dunque
la
storia
malata
di
un
paese
“normale”
solo
nelle
dichiarazioni
ufficiali,
il
bacillo
di
questa
malattia
va
forse
identificato
proprio
in
quel
concetto
di
“segreto”
che,
da
iniziale
entità
più
o
meno
fisiologica
in
qualunque
democrazia,
si è
trasformato
in
un
vero
e
proprio
cancro.
Il
Segreto,
in
definitiva,
ha
finito
per
alimentare
se
stesso,
degenerando
e
corrompendo
il
tessuto
dello
stato»
(G.
Fasanella
XE "Fasanella
Giovanni"
, C.
Sestieri,
XE
"Sestieri
Claudio"
con
Pellegrino
XE
"Pellegrino
Giovanni"
Giovanni,
Segreto
di
Stato:
la
verità
da
Gladio
al
caso
Moro,
Einaudi,
Torino
2000,
p.
VII).
Tale
anomalia
del
sistema
italiano
non
avrebbe
senso
se
non
la
si
leggesse
in
un
ambito
ben
più
vasto
che
comprende
il
rapporto
con
gli
Stati
Uniti,
per
i
quali
la
questione
comunista
si
viene
a
delineare
come
la
“grande
ossessione
americana”.
Claudio
Gatti
XE "Gatti
Claudio"
,
nel
suo
volume
Rimanga
tra
noi:
l'America,
l'Italia,
la
questione
comunista:
i
segreti
di
50
anni
di
storia
(Leonardo,
Milano
1991),
sottolinea
come
la
politica
americana
sia
diventata,
a
partire
dagli
anni
’50,
sempre
più
arrogante
e
neocolonialista
nei
confronti
dello
stato
italiano,
al
punto
che
in
alcune
casi
sono
stati
gli
stessi
politici
italiani
(come
Scelba
XE "Scelba
Mario"
ed
Andreotti
XE "Andreotti
Giulio"
) a
dover
mediare
per
cercar
di
moderare
gli
eccessi
dei
loro
protettori.
Gli
Stati
Uniti
non
hanno
riconosciuto
i
tempi
che
cambiavano
sotto
la
svolta
democratica
del
PCI
di
Berlinguer
XE
"Berlinguer
Enrico"
né,
tantomeno,
hanno
voluto
ascoltare
i
rapporti
rassicuranti
sulla
situazione
italiana
che
la
CIA,
da
Roma,
mandava
regolarmente
a
Washington;
ma
la
loro
ossessione
li
portava,
indifferentemente,
ad
allearsi
con
chiunque
fosse
disposto
a
sottomettersi
alla
loro
politica,
dalla
DC
al
PSI
di
Craxi
XE "Craxi
Bettino"
.
Conclude
Gatti
XE "Gatti
Claudio"
: «
La
conseguenza
[di
tale
strategia]
è
sotto
gli
occhi
di
tutti:
una
democrazia
dimezzata,
un
immobilismo
e
una
sclerotizzazione
del
sistema
politico
che
non
ha
equivalenti
nel
mondo
occidentale.
Tutto
questo
è
accaduto
anche
perché
agli
americani
non
importava
tanto
realizzare
qualcosa,
quanto
piuttosto
assicurarsi
che
gli
altri,
e
cioè
i
comunisti,
non
riuscissero
a
fare
niente.
Insomma,
contrariamente
a
quello
che
sostengono
molti,
l’errore
degli
USA
in
questi
quarantacinque
anni
non
è
stato
di
voler
destabilizzare
l’Italia,
ma
di
aver
contribuito
a
paralizzarla
nel
tentativo
di
stabilizzarla
in
modo
permanente.
Gli
americani
si
sono
quindi
resi
corresponsabili
del
più
grave
male
di
questo
nostro
paese:
la
partitocrazia.
Se a
dividersi
le
spoglie
del
parastato
non
fosse
stata
sempre
la
stessa
coalizione
governativa,
se
ci
fosse
stata
una
reale
competizione
[…]
la
partitocrazia
oggi
sarebbe
sicuramente
meno
radicata»
(Rimanga
tra
noi,
cit.,
pp.
257-259).
Chiarito
dunque
il
concetto
di
“doppio
stato”
e di
“strategia
della
tensione”
come
chiavi
di
lettura
di
uno
stato
che
non
doveva
cambiare
(ritornano
alla
mente
le
parole
"tutto
cambia
affinché
nulla
cambi"
de
Il
Gattopardo),
è
necessario
ripercorrere
sommariamente
i
drammatici
eventi
di
quegli
anni.
È
bene
sottolineare,
però,
che
l’analisi
di
tali
golpe
e
attentati
esula
dal
campo
di
indagine
di
questa
ricerca
e
pertanto
saranno
ricordati,
brevemente,
solo
alcuni
episodi,
allo
scopo
di
rievocare
il
clima
di
tensione
e di
angoscia
su
quegli
anni
drammatici.
Bisogna
tornare
indietro
nel
tempo
per
poter
ritrovare
uno
dei
primi
documenti
che
attestano
esplicitamente
quale
fosse
l’atteggiamento
statunitense
verso
il
pericolo
comunista:
è
del
10
marzo
1948
un
documento
del
National
Security
Council
(NSC)
nel
quale
sono
previsti
aiuti
militari
e
finanziari
alle
forze
anticomuniste
in
vista
di
una
possibile
vittoria
dei
comunisti
nelle
prime
elezioni
del
18
aprile
1948.
Nel
1954
l’NSC
cambia
strategia
quando,
con
la
direttiva
n.
5412
del
15
marzo,
si
passa
alla
resistenza
clandestina
e
alle
operazioni
coperte.
è
l’inizio
della
strategia
stay-behind
(cioè
stare
dietro
le
linee
nemiche)
nel
caso
di
una
possibile
invasione
sovietica.
La
svolta
nella
politica
interna
avviene
nell’ottobre
1950
quando
il
primo
ministro
Alcide
De
Gasperi
XE "De
Gasperi
Alcide"
, in
risposta
alla
bocciature
del
disegno
di
legge
“Disposizioni
per
la
protezione
della
popolazione
civile
in
caso
di
guerra
o di
calamità”,
decise
di
istituire
presso
il
ministero
dell’Interno
dell’on.
Scelba
XE "Scelba
Mario"
la
“Direzione
generale
dei
servizi
di
difesa
civile”
nella
quale
verranno
impiegati
ex
agenti
fascisti
che
si
erano
distinti
per
la
loro
lotta
al
comunismo
nel
periodo
del
regime.
Si
vengono
a
creare
nel
nostro
paese,
tra
gli
anni
’40
e
’50
tutta
una
serie
di
strutture
militari
e di
sicurezza,
ignote
al
parlamento
e
alle
dirette
dipendenze
dei
vertici
militari,
dell’esecutivo
e,
ovviamente,
della
CIA.
Nasce
proprio
in
questi
anni
la
struttura
paramilitare
segreta
di
tipo
stay-behind
“Gladio”,
parallela
ai
servizi
segreti
ufficiali
(il
celeberrimo
“doppio
stato”)
che
ha
come
obbiettivo
il
controllo
della
politica
italiana
in
chiave
anticomunista.
L’esistenza
di
tale
organizzazione
fu
resa
nota
per
la
prima
volta
nel
1984
dal
membro
di
Avanguardia
Nazionale
Vincenzo
Vinciguerra
XE "Vinciguerra
Vincenzo"
durante
il
suo
processo
per
la
strage
di
Peteano
del
1973.
Nell’elenco
dell’organizzazione,
trasmesso
dal
Servizio
segreto
militare
(SISMI)
alla
Commissione
Stragi,
risulteranno
molti
nomi
di
ex
aderenti
alla
Repubblica
Sociale
e
altrettanti
militanti
di
movimenti
neofascisti.
Altre
organizzazioni
anticomuniste
nasceranno
in
quegli
anni,
come
“Pace
e
libertà”
del
diplomatico
Edgardo
Sogno
XE "Sogno
Edgardo"
e i
due
gruppi
di
estrema
destra
Ordine
Nuovo
capeggiato
da
Pino
Rauti
XE "Rauti
Pino"
e Avanguardia Operaria di Stefano Delle Chiaie XE "Delle
Chiaie
Stefano".
A
cavallo
tra
la
fine
degli
anni
’50
e
gli
anni
’60
molteplici
vicende
si
intrecciano
tra
loro:
l’attività
di
schedatura
del
Sifar
(Servizio
Informazioni
Forze
Armate)
che
raccoglie
157.000
fascicoli,
la
svolta
a
destra
del
governo
Tambroni
XE "Tambroni
Fernando"
, il
tentativo
di
golpe
del
generale
De
Lorenzo
XE "De
Lorenzo
Giovanni"
,
gli
ambigui
comportamenti
del
presidente
Antonio
Segni
XE "Segni
Antonio"
. Il
piano
“Solo”
del
generale
De
Lorenzo
XE "De
Lorenzo
Giovanni"
rientrò
perché
aveva
raggiunto
i
suoi
obbiettivi:
neutralizzare
la
possibile
azione
riformatrice
del
primo
governo
di
centro-sinistra
(Moro
XE "Moro
Aldo"
I).
Il
secondo
governo
Moro
XE "Moro
Aldo"
,
sebbene
si
ripresentasse
con
quasi
lo
stesso
schieramento,
aveva
modificato
profondamente
il
suo
programma
e le
sue
ambizioni
riformatrici.
«Si
provò
allora
una
tecnica
che
sarebbe
riemersa,
a
quanto
sappiamo,
altre
volte
nel
corso
degli
anni
e
che
consisteva
nel
preparare
e
minacciare
una
svolta
autoritaria
per
bloccare
un
processo
riformatore
o
comunque
un
avvicinamento
eccessivo
del
PCI
all’area
di
governo,
pronti
a
tornare
indietro
se
il
pericolo
ipotizzato
rientrasse
e si
ottenesse
con
la
minaccia
quel
che
non
si
era
ottenuto
attraverso
il
normale
gioco
politico
della
Costituzione.
In
questo,
a
pensarci
bene,
è
forse
il
significato
essenziale
di
un’espressione
come
quella
di
“strategia
della
tensione”.
Tutto
ciò
poteva
avvenire
grazie
alla
“doppia
lealtà”
di
politici,
militari
e
funzionari
dello
stato…»
(N.
Tranfaglia
XE "Tranfaglia
Nicola"
,
Nicola.
Un
capitolo
del
«doppio
stato».
La
stagione
delle
stragi
e
dei
terrorismi,
in
Storia
dell'Italia
repubblicana,
a
cura
di
Francesco
Barbagallo
XE "Barbagallo
Francesco"
,
cit.,
Vol.
3,
to.
2,
p.
27.).
È
sicuramente
Ordine
Nuovo
a
porsi
al
centro
della
strategia
stragista
e
dei
rapporti
con
gli
Stati
Uniti
e
con
le
Forze
Armate,
come
dimostra
la
figura
di
Clemente
Graziani
XE "Graziani
Clemente"
.
L’azione
e la
politica
anticomunista
sottolineata
nel
suo
saggio
La
guerra
rivoluzionaria
saranno
fatte
proprie
dallo
Stato
Maggiore
della
Difesa
il
quale
nel
1965
organizzerà,
presso
l’Istituto
Pollio
per
gli
Affari
Strategici,
il
convegno
dal
significativo
nome
di
“Guerra
Rivoluzionaria”.
Non
solo
vengono
ripresentate
le
tesi
di
Graziani
XE "Graziani
Clemente"
ma
il
professore
Pio
Filippani
Ronconi
XE "Filippani
Ronconi
Pio"
esporrà
un
piano
di
difesa
anticomunista
in
cui
si
ipotizza
un’organizzazione
a
tre
livelli
che,
poi
si
scoprirà,
rifletteva
intimamente
la
strutture
interna
di
“Gladio”.
Ambienti
neo-fascisti,
militari,
politici
e
nei
servizi
segreti
agiscono,
ormai,
in
strettissima
collaborazione.
I
gruppi
neo-fascisti,
tra
gli
anni
’60
e i
’70,
furono
appoggiati
dagli
stessi
Stati
Uniti
come
ben
mette
in
evidenza
Carlo
Pinzani
XE "Pinzani
Carlo"
:
«grazie
a
Kissinger
XE
"Kissinger
Henry"
(segretario
di
Stato
durante
il
secondo
mandato
di
Nixon
XE "Nixon
Richard"
) e
a
Martin
XE "Martin
Graham"
(ambasciatore
statunitense
in
Italia)
e,
contrariamente
a
quanto
si
ritiene,
con
l’avverso
parere
della
Cia,
fu
appunto
l’amministrazione
Nixon
XE "Nixon Richard" a varcare un confine che
in
precedenza,
a
quanto
risulta
dallo
stato
delle
fonti,
era
stato
costantemente
rispettato,
quello
cioè
di
considerare
l’appoggio
all’estrema
destra
neofascista
italiana
come
extrema
ratio
cui
ricorrere
soltanto
in
presenza
di
un
attuale
ed
effettivo
rischio
di
una
prevalenza
dei
comunisti
nel
governo
dell’Italia»
(C.
Pinzani
XE "Pinzani
Carlo"
,
L’Italia
nel
mondo
bipolare,
in
Storia
dell'Italia
repubblicana,
a
cura
di
Francesco
Barbagallo
XE "Barbagallo
Francesco"
,
cit.,
Vol.
2,
to.
1,
p.
157).
La
situazione
cambia
rapidamente
alla
fine
degli
anni
‘60
quando
la
crisi
statunitense
sullo
scacchiere
internazionale
(vedi
il
Vietnam),
l’ascesa
di
Nixon
XE "Nixon
Richard"
, e
le
rivolte
studentesche
e
poi
quelle
sociali
rendono
necessario
un
cambio
di
strategia
profondo
e
incisivo.
La
“controffensiva”
viene
inaugurata
dalle
forze
di
destra
che
non
hanno
nessuna
intenzione
di
lasciare
l’iniziativa
alle
forze
operaie
e
studentesche:
il
12
dicembre
1969
una
bomba
esplode
nella
sede
della
Banca
Nazionale
dell'Agricoltura
a
Milano.
La
strage
di
piazza
Fontana
conterà
16
morti
e 84
feriti.
Ordine
Nuovo
farà
esplodere,
in
rapida
successione,
altri
quattro
ordigni:
Banca
Commerciale
di
Milano,
Banca
Nazionale
del
Lavoro,
Museo
del
Risorgimento
e
Altare
della
Patria
a
Roma.
La
logica
è
sempre
la
stessa:
depistaggi
da
parte
dei
servizi
di
sicurezza
deviati
per
indicare
la
pista
del
terrorismo
di
sinistra,
ma
tale
versione
non
convince
l’opinione
pubblica,
c’è
bisogno
di
un’azione
più
incisiva.
La
notte
tra
il 7
e
l’8
dicembre
1970
nasce
e si
spegne
improvvisamente
il
tentativo
di
colpo
di
stato
dell’ex
comandante
delle
X
Mas
nella
Repubblica
Sociale
Italiana,
Junio
Valerio
Borghese
XE "Borghese
Junio
Valerio", in collaborazione con esponenti di Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale.
Il
tentativo
rientrò
inaspettatamente
quando
già
le
prime
operazioni
erano
cominciate,
ma
le
interpretazioni
su
tale
dietro
front
sono
discordanti
in
particolare
già
in
precedenza,
come
nel
caso
del
piano
“Solo”,
il
tentativo
insurrezionale
era
servito
solo
da
monito
verso
il
governo
affinché
moderasse
la
sua
politica
riformatrice.
In questo caso, invece, è difficile sostenere una tale lettura mentre
sembrerebbe
più
accreditata
l’ipotesi
di
una
spaccatura
all’interno
dei
golpisti.
In
particolare
questo
fallito
tentativo
avrebbe
avuto
l’obbiettivo
di
“bruciare”
l’ala
oltranzista
che
vedeva
nel
colpo
di
stato
l’unica
soluzione
alla
“questione
comunista”
e
rappresentò
l’ascesa
definitiva
di
quelle
fazioni
che
puntavano
tutto
su
di
una
strategia
meno
appariscente
e
più
pervasiva.
Era
ormai
giunto
il
momento
di
prendere,
silenziosamente,
il
controllo
dei
gangli
dello
stato
e
dell’esercito
e
ciò
sarà,
infatti,
il
modus
operandi
della
P2
di
Licio
Gelli
XE "Gelli
Licio"
,
esplicitamente
confermato
nel
“Piano
di
Rinascita
Democratica”.
Non
a
caso
qualsiasi
coinvolgimento
della
massoneria
nel
Golpe
Borghese
sarà
immediatamente
nascosto
dai
servizi
di
sicurezza.
Le
cose
stanno
cambiando,
ma è
proprio
all’inizio
degli
anni
Settanta
che
la
stagione
delle
stragi
tocca
il
suo
culmine
di
violenza:
22
luglio
1970
attentato
al
treno
Freccia
del
Sud,
31
maggio
1972
strage
di
Peteano,
maggio
1973
attentato
al
Ministro
dell'Interno
Mariano
Rumor
XE "Rumor
Mariano"
alla
Questura
di
Milano,
la
bomba
a
piazza
della
Loggia
a
Brescia
(28
maggio
1974),
l’ordigno
fatto
esplodere
sul
treno
Italicus
nei
pressi
di
San
Benedetto
Val
di
Sambro
(4
agosto
1974)
e,
infine,
vengono
scoperti
altri
tentativi
di
golpe
come
quelli
dell’organizzazione
“Rosa
dei
Venti”
(scoperta
dalla
magistratura
di
Padova
grazie
all’opera
di
Giovanni
Tamburino
XE
"Tamburino
Giovanni"
) e
il
“Golpe
Bianco
XE
"Bianco
Gerardo"
” di
Edgardo
Sogno
XE "Sogno
Edgardo"
e
Randolfo
Pacciardi
XE "Pacciardi
Randolfo"
,
fallito
grazie
all’istruttoria
del
giudice
Luciano
Violante
XE "Violante
Luciano"
e
al
nuovo
clima
politico
creatosi
dopo
la
caduta
di
Nixon
XE "Nixon
Richard".
In
effetti
il
clima
internazionale
stava
cambiando
grazie
alla
fine
della
guerra
del
Vietnam,
allo
scandalo
Watergate
che
aveva
costretto
il
presidente
Nixon
XE "Nixon
Richard"
alle
dimissioni,
la
caduta
del
regime
di
Salazar
XE "Salazar
António
de
Oliveira"
in
Portogallo
e di
quello
dei
Colonnelli
in
Grecia,
era
necessario
che
la
strategia
anticomunista
cambiasse.
Già
la
P2
di
Gelli
XE "Gelli
Licio"
aveva
abbandonato
il
golpista
Borghese,
quella
strategia
troppo
diretta
e
sovversiva
non
era
ben
vista
nel
paese,
era
necessaria
un’azione
più
sommersa
e
delegittimante,
magari
coinvolgendo
lo
stesso
terrorismo
rosso
che
proprio
in
quegli
anni
nasceva
e
già
sembrava
sull’orlo
della
scomparsa
e
della
sconfitta.
Le
cose
cambieranno
rapidamente,
ma
questa
è
un’altra
storia.
Concludendo,
ciò
che
è
certo
è
che
al
di
là
delle
diverse
modalità
e
delle
diverse
matrici
da
cui
mossero
gli
attentati
e le
stragi
all’inizio
degli
anni
’70
«in
comune
mantengono
sempre
un
elemento:
l’attività
depistatoria
di
una
parte
degli
apparati
di
Stato»
(Senato
della
Repubblica
–
Camera
dei
Deputati,
Commissione
parlamentare
d’inchiesta
sul
Terrorismo
in
Italia
e
sulle
cause
della
mancata
individuazione
dei
responsabili
delle
stragi,
Relazione
delle
stragi
meno
recenti,
X
legislatura,
doc.
XXIII,
n.13,
p.
21.).